Ragione ha Francesco, il Vescovo di Roma e il Metropolita di Buenos Aires, quando invoca l’Unità, unendosi con ciò alle preghiere di Bartolomeo I. Il tempo si è fermato quando l’Europa perdette Costantino l’ultimo Augusto dell’Impero Romano. Dopo ciò vieti nazionalismi e cruente dispute anche religiose, all’insegna della disistima che nasceva dall’assenza dell’ideologia del bene comune all’interno della Res Publica delle Genti Cristiane. Ora l’efficace istanza dell’UNECE che riconosce la necessità di ritrovarsi nelle aree intere devastate dalla storia, ivi incluse le vicende che hanno portato alla nascita delle c.d. “primavere” arabe. Mi vien che ridere alla luce del dibattito della scelta imposta all’Ucraina fra CIS – Federazione Russa e Unione Europea: come diceva il grande De Gaulle, l’Europa è una dagli Urali all’Irlanda. In un mondo finanziariamente aperto è ovvio che molti operatori siano ancora affascinati dal mito europeo dell’antico impero, nonostante che con la guerra del 1914 sia cessato definitivamente; infatti, vengono e comprano tutto quanto attenga allo stile cioè ad un certo modo d’essere. Ma sul piano interno, le reciproche mancanze di fiducia e l’incapacità di uscire dalle proprie miserie continuano a confermare le non Utopie di Diocleziano e di Giustiniano. L’Utopia del gioco, deve riprendere dal basso e in maniera non violenta, attraverso quella coesione successiva alla Rivoluzione Francese che fu rappresentata dalle società mutualistiche ma non per questo anticapitalistiche, solo diverse. E se per caso una grande Banca, figlia delle società mutualistiche, radicata anche in Italia, nella città dell’amor cortese: Parma, di Bevilacqua, portatrice del bel canto e attenta osservatrice dello spartachismo berlinese, e, conservatrice insieme del culto dei sapori fisici e metafisici, divenisse portatrice di un nuovo modo di intendere il social business di Yunus, ma anche di Benedetto dell’ora et labora. Ora come allora, occorre ricominciare dalle cellule cioè dagli antichi mestieri: detenuti o religiose, contadini e cuochi, sellai e vignaioli, porcai e sarti. E se per caso una fondazione, partendo dall’esperienza svizzera di quel nonno che disponendo di due nipoti, diversamente abili ( Oleg Cassini ) creasse una città di diversamente abili, capaci di essere, gli uguali, capace di star in piedi da sola, con l’ausilio degli psicologi, dei tecnici, degli informatici e dei satelliti. Certo, operare nel settore primario significa usare i satelliti meteo per conoscere in tempo utile della siccità e della piovosità per aree produttive e per le diverse colture e gli opportuni allevamenti, anche da ristallo, di ogni specie di fauna più o meno protetta; e poi, se per caso la citata nuova fondazione, capitalizzasse le nuove cooperative sociali con denaro e con consulenza partecipativa, creando una rete di coproduttori capaci di riassumere le fila di un sistema senza confini, senza dimenticare che dalla fibra di cotone si ottiene il vestito o la maglia o la lingeria, ma anche il pane. E se per caso la federazione emiliano – romagnola, impostata sulla filosofia del “win-win” della Brunoriana memoria, esportasse il modello verso l’austriacante Tirolo, la Slovenia e la Croazia, la Baviera e lo Jutland, la Palestina e la Siria, il Fezzan e il Daghestan, l’Utopia, forse, potrebbe riaprire i confini dell’antico impero. Forte la lezione che viene dalla Persia, la bomba totale non può essere fabbricata perché così e scritto nella SHARIA, e così prescritto per tutti i figli di Abramo. E, allora l’esperienza del kolchoz e del kibbutz, del sovkoz e del kombinat, hanno di nuovo un senso, e, la sinfonia”pastorale” può di nuovo risuonare, magari con Radu Lupu al piano come solista. L’errore fu nell’aver eletto l’operaio e gli intellettuali a motori unici della Rivoluzione. E’ dalla coesione sociale nella pluralità corale delle singole attitudini, capacità e competenze che emerse la vitalità barocca del “Free style”, quasi come l’antico Principe di Palagonia, antenato di Dacia Maraini, provvide nella propria casa a dotarsi di specchi deformanti: acchè chiunque a Lui si presentasse divenisse come Lui deforme o diversamente bello. E’ la società della corresponsabilità onnicratica che Nomadelfia tentò e che Olivetti disegnò; è il Bazar di Teheran che erede di Ciro il Grande, composto di eguali, determina la caduta dello Scià e richiama Khomeini, e leggendo il testo di Ratisbona da subito plauso al discorso di Benedetto XVI. Allora, partendo dai detenuti di Marassi o di Fossombrone, dalle terre incolte di Latina e di Cosenza, la ” Fondazione” promuova la mescolanza di arti e mestieri, di tecnalità e di soluzioni, ridando un senso alla fatica di Prometeo e alla ricerca di Teseo, senza per questo determinare la caducità di Egeo e di Epimeteo. La domanda vera ritorna rileggendo i motivi della guerra di Troja, l’Elena di Paride era vera o era solo un ectoplasma, poiché quella vera, seconda Penelope attendeva Menelao, l’improbabile, in un’isola egiziana, in attesa della caduta di Ilio. Da qui la nemesi dei Dori vendicatori e la nascita di Roma. E se per caso, una fondazione capace di unire arti, mestieri, e, assistenza tecnica e ricerca e sperimentazione e innovazione desse vita a una, cento, mille, un milione di cooperative sociali (come disse sul declinare della vita Ugo La Malfa, se fossi giovane: organizzerei i disoccupati), non emergerebbe l'”ECCE HOMO” di Sant’Antonio a Palermo. Infine, occorre ricordarsi che la democrazia è un sistema astrattamente definibile, in termini di partecipazione. In effetti solo i Soviet (assemblee) erano un modello di carattere onnicratico reale, tangibile e concreto; basti pensare al modello elettorale di cui è dibattito, per capire quanto la democrazia possa divergere per esempio per effetto del semplice premio di maggioranza, come affermava il grande filosofo del diritto Vittorio Frosini. Dal tempo della prima Roma, le tribù in Occidente sono state sostituite dalle lobbies, ma nel resto del mondo, permangono, immodificate. Che fare? Fra individui e appartenenze tribali di vario tipo e misura. Le appartenenze sono identità e dignità nel processo di crescita del soggetto; occorre sposare la non violenza di Gandhi, se si vuole il dialogo e il social business come metodo economico, al fine che la pancia e il cuore ripudino il fondamentalismo di qualsiasi natura, esso sia laico o religioso, sapendo, peraltro, che ambedue i termini sono sinonimi dentro gli “universalismi” di turno e che le grandi migrazioni che viviamo, sono un modo per fuggire dalle tribù, salvo a ricrearle poi altrove.