Noi no, sicuramente non vi parteciperemo, i nostri figli forse, i nostri nipoti quasi certamente.
Mi riferisco alla trasformazione radicale dell’attuale stato delle cose, sociale ed economico.
Nella storia dell’umanità piccole scoperte ed invenzioni hanno avuto grandi conseguenze.

Per la mancanza di un chiodo si perse lo zoccolo,
per la mancanza di uno zoccolo si perse il cavallo,
per la mancanza di un cavallo si perse il cavaliere,
per la mancanza di un cavaliere si perse la battaglia,
per la mancanza di una battaglia si perse il regno.
E tutto per la mancanza di un chiodo per ferrare un cavallo.
(da un’antica filastrocca inglese)

Si racconta che una delle cause per cui la campagna di Russia fu un fallimento per Napoleone, e questo sicuramente cambiò la storia dell’Europa e quindi del mondo, siano stati i bottoni delle divise delle truppe di stagno lucido. Lo stagno lucido alle basse temperature si polverizza. Probabilmente si tratta di una leggenda ma sicuramente molto affascinante. D’altra parte è innegabile l’influenza che scoperta e lavorazione dei metalli hanno avuto nella storia dell’umanità. Si parla, non a caso, dell’età del bronzo, dell’età del ferro. Una delle ragioni per l’espansione dei Romani nella Britannia era lo sfruttamento delle miniere di stagno della Cornovaglia. Le miniere d’argento del Nuovo Mondo arricchirono Spagna e Portogallo nel 1600. La corsa all’oro in California, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda ha contribuito non poco allo sviluppo di questi paesi. Molte altre scoperte ed invenzioni hanno cambiato la storia. L’isola di Manhattan cambiò nome da New Amsterdam a New York nel 1664 a causa della scoperta delle caratteristiche della noce moscata. La produzione ed il commercio dell’olio d’oliva, con la scoperta delle caratteristiche dei trigliceridi dell’acido oleico, sono considerati alla base della cultura politica e degli ideali della Grecia classica. La produzione e la commercializzazione del sale è stata nei secoli la base fondamentale per lo sviluppo. Il cosiddetto sciopero del sale nell’India di Gandhi è un fatto determinante per la storia di quel paese, e non solo. Gli esempi sono davvero numerosissimi, ed anche molto ben documentati.

Del “Futuro (non tanto) remoto” abbiamo già parlato. Se ci limitiamo a quelle che Michio Kaku nel suo “Physics of the Impossible” definisce “impossibilità di classe I°” (la telecinesi, il teletrasporto, la telepatia e l’invisibilità) possiamo immaginare le rivoluzioni sociali ed economiche a venire. Forse però non è neppure necessario attendere tanto ed, in ogni caso, la fisica quantistica fa ben sperare.

Se ci limitiamo a quanto già oggi è intorno a noi i tempi per una grande rivoluzione sociale ed economica si accorciano. Le aree più interessanti della ricerca sono le nanotecnologie, l’intelligenza artificiale e la robotica.

La nanotecnologia è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale inferiore al micrometro (in genere tra 1 e 100 nanometri) e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala . (Wikipedia)
Si tratta in pratica di progettare e produrre materiali e dispositivi a livello molecolare o sovra molecolare. Oggi grazie al microscopio a scansione a effetto tunnel (STM) possiamo vedere e manipolare gli atomi di un qualsiasi materiale. Lo STM può permetterci di sezionare un capello 100.000 volte. Da qui la ricerca ha fatto passi da gigante arrivando alla creazione di nuovi prodotti.
Per esempio, è possibile  rendere un tessuto impermeabile completamente oppure emittente o assorbente di un particolare fattore, caldo o freddo. Molto avanti è l’applicazione delle nanotecnologie alla medicina. Tra non molto tempo potremo utilizzare, dentro di noi, medicine in grado di attivarsi nel momento del bisogno.


Con il termine intelligenza artificiale si intende generalmente l’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana.  (Wikipedia)
Questa definizione è troppo facile e generica. Possiamo immaginarne una molto più affascinante e sconvolgente. Salvare la nostra identità  personale in un sistema di elaborazione artificiale. Tutto ciò che siamo, pensiamo, desideriamo e ricordiamo. Oggi conserviamo solo il prodotto del nostro pensiero ed è quello che facciamo salvando i nostri file nell’hardisk. Per questa ricerca, già abbastanza avanti, esiste già un nome “mind uploading”. Si tratta di riprodurre l’architettura di un cervello umano. Il cervello umano ha circa 80 miliardi di neuroni e centinaia di migliaia di miliardi di connessioni. Per ora il progetto Blue Brain dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna è riuscito a simulare, su un calcolatore Blue Gene Ibm, un modulo di base del cervello di un ratto: la colonna corticale, una rete di 10mila neuroni con le loro connessioni. E’ un primo passo.

La robotica è la disciplina dell’ingegneria che studia e sviluppa metodi che permettano a un robot di eseguire dei compiti specifici riproducendo il lavoro umano. (Wikipedia)
In questo settore siamo già molto avanti. I robot sono già in tutti i campi. E’ un po’ come nella metafora della rana immersa in acqua con la temperatura che aumenta gradualmente, è tranquilla e lo sarà fino a quando l’acqua bolle. Non ci vorrà molto tempo e la robotica sarà una vera rivoluzione.  Cambierà tutto. Non si tratta di come, in meglio od in peggio, ma solo di quando.
Il mondo del lavoro cambierà per sempre. E’ già successo per la Rivoluzione Industriale in Inghilterra, è già successo per l’Elettrificazione delle fabbriche negli Stati Uniti. Nonostante le previsioni catastrofiche di Luddisti e di Keynes. Non avremo più bisogno di persone che guidino mezzi di trasporto  (auto, camion, aerei, treni, navi), non avremo più bisogno di badanti per gli anziani, non avremo più bisogno di contadini, non avremo più bisogno di operai, non avremo più bisogno di impiegati, non avremo più bisogno di addetti alle pulizie, non avremo più bisogno di analisti finanziari. E questo solo per fare alcuni esempi.

Naturalmente su questi argomenti il dibattito è aperto. Tra i pessimisti che prevedono una catastrofe e che affermano che il progresso della tecnologia renderà la vita peggiore (sono gli stessi che al tempo dei Faraoni si sarebbero battuti contro la costruzione delle piramidi perché guastano il paesaggio), e che “dicono” di preferire la vita dei campi senza elettricità e senza televisione, e i realisti che sono sicuri che la rivoluzione tecnologica porterà un nuovo equilibrio.

Letture e ricerche recenti:
Napoleon’s Buttons: How 17 Molecules Changed History,  By Penny Le Couteur  and Jay Burreson
https://www.youtube.com/watch?v=YtDRteeXIdk
Henry Markram, Il Progetto cervello umanoLe Scienze, agosto 2012, p. 46
Henry Markram alla International Supercomputing Conference 2011 – Simulating The Brain: The Next Decisive Years
Jeremy Rifkin, La fine del lavoro