“La montagna, spesso considerata come luogo ostile all’uomo, potrebbe mostrarsi a uno sguardo esterno e superficiale un luogo poco adatto allo svolgersi di una storia significativa, dove sia possibile rintracciare linee di sviluppo umano, culturali così come sociali, di forza pari ad ambienti cittadini. Le scarse possibilità di comunicazione dovute al remoto isolamento dei luoghi, per motivi ora morfologici, ora climatici, lo stereotipo – fortunatamente superato – che descrive i suoi abitanti come abbruttiti dai rigori della vita e dalle smoderatezze nei costumi, sono contributi che vanno a corroborare una visione dell’ambiente montano come avulso dalle dinamiche di trasformazione che coinvolgono culture e società ‘di pianura’, oltretutto di per sé sterile al progresso e privo di connotazioni positive.”

 

 

Così Carlo Mazzoleni, neo-imprenditore valtellinese di 24 anni, introduceva la sua tesi di laurea in Storia, discussa a Bologna nel giugno 2013. E a distanza di soli due anni, Carlo è riuscito a trasformare la sua passione per la montagna – peraltro ben motivata essendo nato ai piedi delle Alpi Orobie – in uno sbocco imprenditoriale che mette insieme la possibilità di svolgere un lavoro che gli piace con l’impegno nello sviluppo di un’area, che fino a qualche tempo fa ha sofferto di un po’ di isolamento, anche a causa di un progressivo abbandono da parte di quei turisti/villeggianti che negli anni ’60 e ’70 vi avevano acquistato o costruito seconde abitazioni.

Alla base della sua scelta di gestire il Rifugio Salmurano a 1848 metri di altitudine – esattamente 7000 m sotto la vetta dell’Everest – a Pescegallo in Valgerola, a poco più di un’ora di strada da Milano, alcuni ragionamenti sviluppati proprio nella tesi: indagare nella storia recente come, proprio in montagna, si possano manifestare tutte le dinamiche – politiche, culturali, economiche, sociali – che animano, in modo certo più profondo, sicuramente anche per una maggiore pubblicizzazione, gli ambienti cittadini. Il tutto anche con l’obiettivo di ridare dignità completa alla figura del “montanaro” – l’abitante delle valli – che ha sempre faticato ad emergere come personaggio autonomo, capace di comprendere appieno le esigenze di chi a lui si appoggia per la realizzazione delle proprie aspirazioni alpinistiche.

 

 

Un team di giovani per fare squadra e networking imprenditoriale

Il cambiamento di rotta che il giovane Carlo intende portare è una rivalutazione complessiva sia del rapporto tra i “montanari”, appunto, e la clientela che frequenta la Valgerola, sia dell’intera filiera presente in quel territorio, che si trova nel cuore delle Alpi Orobie, a ridosso del confine con la provincia di Bergamo.

Consapevole del notevole impegno da affrontare per un lavoro sinergico di rilancio della valle, Carlo Mazzoleni ha riunito intorno a sé un gruppo di giovani professionisti della ristorazione e dell’hotellerie e ha messo in campo un investimento iniziale di 60.000 Euro, destinati alla riorganizzazione degli spazi e alla riqualificazione di una struttura che giusto quest’anno celebra il mezzo secolo di intensa attività ed è ormai nel cuore di tutti gli sciatori lombardi e “furèst”. Obiettivo ambizioso è inserire il Rifugio Salmurano nel network territoriale costituito dalla società FuPes,  che gestisce gli impianti di risalita di Pescegallo ed è proprietaria del rifugio, dal Comune di Gerola Alta, del Consorzio Turistico Porte di Valtellina e dal Consorzio del Bitto Storico, che proprio in Gerola Alta ha un suo presidio. 

Inoltre, la passione per il buon cibo e il buon vino dell’intero staff del Rifugio Salmurano si è tradotta in una cucina rigorosamente legata ai prodotti del territorio valtellinese, con la scelta di produttori e fornitori tutti presenti in valle.

Da notare che la clientela di quel comprensorio è costituita da appassionati della montagna – giovani e meno giovani, famiglie, escursionisti e alpinisti stranieri, ecc. –  che non amano le grandi mete sciistiche mondane, ma preferiscono un ambiente naturale intatto e tranquillo sia in inverno sia in estate, e usufruiscono volentieri di un ambiente informale e di prodotti enogastronomici di alta qualità.   

Naturalmente, le sinergie realizzate e in atto offrono ogni giorno nuovi spunti anche di comunicazione allargata e congiunta. Meritoria l’iniziativa di crowdfunding promossa dalla società FuPes, che nell’ambito di un aumento di capitale volto a finanziare investimenti per l’ampliamento dell’offerta turistica della Valgerola, ha deciso di offrire questa opportunità mettendo a disposizione azioni il cui valore unitario corrisponde a 0,51 Euro, favorendo così l’ingresso di voci nuove all’interno dell’assemblea dei soci che potrà, nel tempo, portare un rinnovamento e un ringiovanimento della società stessa.

 

Lavorare in rete…con la rete

Non mancano naturalmente gli spunti e le idee per proporre un utilizzo ampio e variegato della struttura (bar, ristorante, 11 camere da letto, 50 posti letto totali) anche per far convivere esperienze escursionistiche e sci-alpinistiche con nuovi modi di concepire il lavoro. 

Per esempio, grazie all’installazione di una rete wi-fi gratuita a partire già nei primi mesi di attività la nuova gestione del Rifugio Salmurano ha saputo promuovere e gestire giornate di telelavoro – con pausa sci – per aziende che operano nel settore della comunicazione web, oppure organizzare corsi di lingua inglese per piccoli. 

Per l’estate verranno offerti pacchetti speciali per vacanze-studio di universitari e maturandi in fuga dalla canicola cittadina, ma che necessitano di collegamento alla rete, così come verranno promosse, con un sistematico lavoro di web marketing, tutte le iniziative in collaborazione con i diversi operatori del territorio, per attività sportive, gastronomiche e culturali nella stupenda cornice d’alta quota.

Il “montanaro 3.0” è dunque in grado di integrare tipicità e territorialità con il sapiente uso dei mezzi tecnologici – sito web, pagina Facebook, perfino un’app per Android – senza trascurare l’importanza dell’intramontabile “passaparola”, per sfruttare al meglio tutte le opportunità comunicative offerte dal mondo digitale: è già virale in rete l’hashtag #melascialloapescegallo.