Il 31 maggio appena passato il Prof. Ing. Roberto Vacca ha compiuto 88 anni, e ho pensato che volevo farLe ma soprattutto farmi, un regalo e cogliere l’occasione per fargli qualche domanda. Questo è il risultato.
Caro Roberto, è da diversi anni che pubblichiamo i tuoi articoli convinti di trovare un punto di vista intelligente sulla realtà nella quale ci muoviamo. In una epoca nella quale sembra esserci una grande confusione ed una innovazione tecnologica molto avanzata, vorrei capire cosa ne pensi su certi argomenti. Mi piace vederla come una conversazione rilassata e tranquilla, dove se l’argomento non ti sembra interessante o addirittura stupido semplicemente si gira pagina e si parla d’altro.
La conoscenza e la esperienza giocano un ruolo fondamentale nella vita delle persone e determinano molte delle loro scelte, la comunicazione alla portata di tutti – almeno in apparenza -, è un altro fattore determinanti nei nostri giorni.
Premettendo che nessuno ha la possibilità di vedere il futuro, e pensando alla velocità del cambiamento scientifico e tecnologico, alla globalizzazione ed alla localizzazione, vorrei chiederti:
-
Secondo te il sistema economico occidentale, il così detto capitalismo, è arrivato al suo capolinea?
Non abbiamo orari, né percorsi prefissati e noti. Le cose continueranno a cambiare: non in senso positivo se i decisori e il pubblico continuano a sapere e capire poco di una realtà che continua a complicarsi. Le nuove tecnologie (automazione, ICT, nanotecnologie, genomica) portano grandi vantaggi e generano grandi problemi, come la disoccupazione tecnologica di cui si parla da un secolo, trovando poche soluzioni. Si configurano capolinea tragici. Il primo è l’olocausto nucleare. Putin ha installato (Giugno 2015) altri 40 missili nucleari intercontinentali che dice inarrestabili. La guerra nucleare si può scatenare anche per caso. Il secondo baratro economico è il grande e crescente divario fra redditi e patrimoni di ricchi e poveri: se continua ad aumentare, potrà scatenare rivoluzioni violente. Dopo di esse, come in passato “Plus ça change, plus c’est la même chose.”
-
Prevedi un cambiamento drastico o piuttosto pensi ad una risistemazioni dell’ordine dei paesi che condurranno il gioco in futuro?
Le risistemazioni e preminenze variabili si stanno evolvendo da molti anni e continueranno. Il primato tecno-scientifico USA viene eroso dai cinesi, la cui crescita economica e organizzativa sembra irrefrenabile e irraggiungibile. L’errore è sempre in agguato e avremo sorprese imprevedibili. È improbabile che un Paese o una regione predominino senza scosse, pause, tragedie. La Cina è avviata al successo; persegue piani ambiziosi razionali, ma sta commettendo errori anche gravi e poco noti che potranno frenarla. Gli Europei combattono battaglie di retroguardia e le perderanno se non innovano energicamente.
-
Cosa ne pensi della Share Economy?
Usare le stesse risorse in tempi successivi da parte di persone diverse offre vantaggi enormi – e ovvi. Lo sostengo da mezzo secolo – nel 1971 scrivevo: “Una buona parte del problema sarebbe risolto se si ricorresse al time-sharing, cioè ad esempio, se si sfalsassero gli orari di lavoro nell’arco della giornata, le giornate di riposo nell’arco della settimana e i periodi di vacanze nell’arco dell’anno. Con simili ragionevoli provvedimenti la congestione potrebbe essere diminuita – nei trasporti, nelle comunicazioni, nelle utilizzazioni di energia – in misura drastica: del 20 o del 30 per cento.” (Il Medioevo prossimo venturo, Capitolo 16). Aggiungevo che è ridicolo usare l’auto per il 10% del tempo e tenerla ferma a ingombrare le strade per il 90%. Ci stiamo arrivando ora – lentamente. Per realizzare una efficace e benefica sharing economy, occorre creare strutture organizzative. Occorre anche convertire il pubblico. Non serve predicare solo compassione e amore per il prossimo. Occorre continuare a studiare, diffondere, pubblicizzare la teoria matematica della cooperazione [“puoi anche non amare il prossimo – ma collabora con lui!”] – la racconto nel mio libro LA VIA DELLA RAGIONE [su www.printandread.com ]
-
La generazione dei nostri nipoti è una generazione digitale/visiva naturalmente. Che tipi di individui pensi potranno diventare in futuro. Credi che avremo delle persone più consapevoli, intelligenti, istruite, o corriamo il rischio di avere una piccola élite intellettuale ed una grande massa di ignoranti e barbari?
È già successo. C’è già una élite di scienziati, tecnologi, innovatori, autori che usa con vantaggio enorme strumenti e sistemi creati dalla tecnologia dell’informazione e della comunicazione, NON è una piccola élite: è un gruppo internazionale che comprende qualche milione di membri. Sta creando un progresso scientifico, tecnico, intellettuale mai visto – che pur comprende parti deteriori o ampiamente discutibili, come ogni prodotto umano. Prima di arrivare alla riconoscibile grande massa di ignoranti e barbari (con orrendi estremi in certi Paesi), sappiamo bene che c’è un’altra massa di gente che usa la tecnologia dell’informazione e della comunicazione in modo minimalistici dando l’illusione di competenza, efficienza e modernità. Oltre a scambi di messaggi irrilevanti, chatting e giochi, tendono a ottenere vantaggi immediati; tendono a farsi una cultura composta di risposte a quiz e di messaggini di 140 caratteri.
È il concetto stesso di “instant” a creare illusioni. I “sistemi esperti” raccolgono efficacemente su computer procedure sofisticate per gestire strutture tecnologiche complesse o processi di ricerca – ma non possono fare di un profano un esperto istantaneo. Uno studente può essere aiutato nello svolgimento del suo curriculum da ausili scritti, audio e video, da esercizi parzialmente svolti su computer, da animazioni, da seminari e da ripetizioni. Deve dedicare, però, tempi anche lunghi alla sua formazione – e questa deve includere letture di testi classici e contemporanei, meditazione e discussioni aperte in gruppi diversificati. Per monitorare i suoi progressi, farà bene a usare il calendario, non solo l’orologio. In inglese si definisce “NOW World” (Mondo Adesso) l’habitat immaginario di chi vorrebbe tutto subito. Il mondo reale ha suoi tempi ineludibili.
-
La filosofia e la religione fino ad ora, sono state parti importanti della storia della civilizzazione, qualche volta trasformandosi pure in causa fondante di guerre tra i popoli. Assistiamo alla preparazione di un altro sisma geopolitico mondiale?
I grandi conflitti geopolitici sono ardui da prevedere. La minaccia di un guerra totale è estrema e finale: il potenziale distruttivo contenuto negli arsenali nucleari equivale a quello di 5 miliardi i tonnellate di alto esplosivo (700 kilogrammi per ogni essere umano). Potrebbe essere scatenato anche per errore o guasto. È enormemente più pericoloso di guerre locali motivate da divergenze religiose. Alti esponenti religiosi (ad esempio Papa e Dalai Lama) non condannano questa assurda e mortale minaccia di distruzione. Perché la civilizzazione si evolva positivamente sarebbe opportuno aiutare ad abbandonare posizioni filosofico/spirituali/religiose che portano a irrazionalità e a trarre conclusioni casuali e suggerire il ricorso alla ragione, al dibattito civile su questioni controverse e – come dicevo – a diffondere la teoria formale della cooperazione.
-
In tutto questo il popolo cinese con i suoi studenti universitari altamente preparati, disciplinati, e soprattutto numerosissimi, quanto modificheranno la nostra vita quotidiana in un futuro?
Influiranno molto perché lavorano sodo e insegnano molto. Temo che trascurino grandi insegnamenti antichi (Aristotele, Archimede, Spinoza, Voltaire, Russell etc).
-
Cosa ti piacerebbe fare, che secondo te potrebbe essere fondamentale per vivere al meglio la nostra vita?
Lo sto facendo da decenni: studio cose interessanti (numeri, previsione tecnologica, invenzioni, immaginazioni, storie) e sperabilmente utili e le racconto. Non mi ascoltano in molti.
-
Hai qualche rimpianto?
Certo: avrei dovuto studiare e fare di più e meglio. D‘altra parte pare che ogni autobiografia onesta sia solo una registrazione di una serie di fallimenti – magari inframmezzati da qualche sprazzo di idee realizzate, scoperte, invenzioni.
Roberto Vacca 17 giugno 2015