Usiamo di continuo i nomi di intervalli di tempo che hanno origine antichissima. Furono i babilonesi a scegliere i sistemi di numerazione in cui sono espressi – 24 ore in un giorno e 60 minuti in un’ora.
Un’accurata suddivisione della durata del giorno [in 365 giorni, 5 giorni e 49 minuti) fu calcolata dallo scienziato persiano musulmano Abu Arrayhan al-Biruni circa mille anni fa. Nel 1644 Fra Marin Mersenne determinò in 994 millimetri la lunghezza di un pendolo il cui periodo dura 2 secondi.
Da moltissimo tempo la durata di un secondo – o di un minuto viene citata nel linguaggio comune per indicare un’azione velocissima o un’attesa molto breve. Nel XVII secolo i coloni inglesi in Virginia e in Massachusetts subivano incursioni da parte degli indiani e dei francesi. I soldati erano pochi e la loro difesa fu affidata a giovani e robusti cittadini armati di moschetto. Dovevano intervenire molto prontamente e furono chiamati “Minutemen”: uomini pronti a combattere entro un minuto.
Era un Minuteman anche Paul Revere, l’orafo e incisore di Boston che il 18 aprile 1775 fece una famosa cavalcata notturna per avvertire i rivoluzionari che le truppe inglesi erano uscite da Boston e si avvicinavano. Attraversò un villaggio dopo l’altro attorno a Lexington gridando:
“The Redcoats are coming! Arrivano le Giacche Rosse!”
Sfuggirono così alla cattura da parte dei britannici John Hancock (che il 4 Luglio dell’anno seguente avrebbe apposto la prima firma alla Dichiarazione di Indipendenza dei 13 Stati Uniti) e Samuel Adams (che fu eletto governatore del Massachusetts). La Milizia Rivoluzionaria ebbe anche il tempo di mettere in salvo, dall’arsenale della cittadina di Concord, armi e munizioni che gli inglesi intendevano distruggere.
Per commemorare l’evento, un secolo più tardi Longfellow scrisse una poesia che viene insegnata in tutte le scuole statunitensi. I nomi famosi della storia americana hanno continuato a ispirare iniziative di ogni tipo in quel Paese. Quasi due secoli dopo la rivoluzione, gli Stati Uniti – potenza mondiale – realizzarono armi infinitamente più micidiali di quelle, modeste, del 1776, Fra queste, gli ICBM – i missili balistici intercontinentali.
Nel 1960 fu chiamato Minuteman il missile intercontinentale che può essere lanciato entro pochi minuti dalla decisione perché usa propellente solido. Ha sostituito i Titan che erano a propellente liquido. Non solo i Minutemen possono essere lanciati in tempo più breve, ma sono anche più sicuri.
Nel 1980 un tecnico lasciò cadere una chiave inglese da 20 metri durante la manutenzione a un missile Titan II, con testata nucleare da 9 megaton. L’urto col missile provocò una fuga di carburante: l’ossigeno liquido e il propellente esplosero provocando un incendio enorme. La porta di cemento e acciaio del silo, che pesava 740 tonnellate, si sfondò. La testata nucleare del missile fu proiettata a 200 metri di distanza e fu poi ritrovata intatta. Fra il personale, un morto e 21 feriti.
Il missile Minuteman è lungo 18 metri, ha un diametro di 167 centimetri, pesa 35 tonnellate, raggiunge la velocità di 24.000 km/h (Mach 23) e contiene 3 bombe all’idrogeno che possono essere mirate su tre obiettivi diversi. I bersagli vengono centrati con un errore massimo di 200 metri. Ciascuno dei tre ordigni ha un potenziale distruttivo equivalente a quello di 500.000 tonnellate di alto esplosivo. Gli USA ne hanno 450. Il loro potenziale distruttivo totale equivale a quello di 225 milioni di tonnellate di alto esplosivo. Nei silos che li contengono è pronto l’equivalente di 31 grammi di TNT per ciascuno di noi esseri umani.
Sono troppi. Era meglio quando i minutemen erano giovanotti in maniche di camicia, pronti a uccidere con il loro moschetto alcuni soldati britannici con la giacca rossa.