Una colomba vola intorno ai cieli de “L’Avana”, dove l’antico comunismo dei gesuiti delle misiones, della martinica e della guadalupe, si era rifatto pratica, insieme ad un pettirosso ambedue hanno il petto sparso di sangue; il secondo perché aveva avuto il coraggio, presenti 5 donne, un bambino, ed un anziano, di togliere una spina dalla corona del “Figlio dell’uomo”, l’altra bagnata dal sangue di Costantino XI°, caduto eroicamente sui bastioni di Costantinopoli. Per capire l’Europa di oggi, usando il metodo di quel gran saggio che è e fu Umberto Eco, occorre capire il contesto in cui si muovono i fatti e le cronache odierne ( con la fuga da Costantinopoli molti studiosi e scienziati vivificarono Roma e Firenze, altri portarono la buona cucina ad Asti e nel Monferrato e altri ancora trasformarono il Principato di Mosca, dandogli una forma di stato e di governo, negli albori della Russia ). Con l’avvento al Principato di Augusto e di Livia che fondono insieme le stirpi che erano state protagoniste dell’ultima guerra civile conseguente alla tragica dipartita di Giulio CESARE (BELLO vedere la sua tomba nel Foro PIENA DI FIORI il 15 MARZO di ogni anno), i due imperi di mezzo – quello cinese e quello romano – per più di tre secoli trovano pace e collaborano. Pace che si sarebbe protratta nel tempo qualora il disegno di Caligola di fondere il suo con il Regno dei Parti, attraverso il matrimonio con una “Figlia della Persia” si fosse realizzato. Ma i poteri forti dell’epoca avevano interessi regionali opposti configuratisi con l’assassinio di Caligola. Difatti, il suo successore Claudio, memore degli ostacoli, pensò bene di occuparsi della Britannia. Purtroppo, poi abbandonata la Britannia (come Cameron ha dimostrato ieri la Gran Bretagna non entrerà mai in una eventuale federazione europea, memore del passato) e immessi nell’esercito costosissimi mercenari, l’Impero, ormai cristiano, fu diviso in due tronconi : quello d’occidente e quello d’oriente. Quello d’oriente, premuto anch’esso dai popoli migranti prima dal nord e poi dal lontano oriente, in questo con suggerimento dell’Imperatore cinese, e, premuto, anche, da sempre nuove eresie, ottenne pagando che i nuovi arrivati premessero a occidente, provocandone la fine. Il Vescovo di Roma, nel vuoto di potere, si assunse il ruolo di Guida, liberandosi della supremazia imperiale, stante il titolo di XIII° Apostolo, che spettava al Trono imperiale. Tale supremazia, invece, rimase a oriente. Da qui, poi, al momento della Sua grande crisi che portò alla reciproca scomunica. Salvo, poi, l’espediente delle Crociate finanziate fino alla terza dai banchieri bizantini (argentari ), non la quarta che infatti si concluse con il sacco di Costantinopoli. Colonialismo e schiavitù, nonché poi la guerra dell’oppio con l’Impero cinese travolsero il senso religioso dell’occidente e la prima guerra mondiale che rese sovietica la Russia in apparenza completò l’opera. Nel momento in cui dirsi cristiano diventa difficile, le due chiese si tolgono la scomunica reciproca sapendo anche di avere gli stessi sacramenti e la stessa capacità salvifica e riconoscono la necessità di collaborare per difendere i cristiani combattuti nel vicino oriente e altrove e curare l’attività missionaria in difesa degli emarginati e degli esclusi ovunque nel mondo; riconoscendo con ciò anche l’alta funzione, non solo morale, che il Presidente della Federazione Russa ha nella cura della presenza cristiana nel mondo, come riconosciuto implicitamente dallo stesso Presidente Obama con la Sua ultima telefonata. E’ ovvio che su queste basi l’incontro di Cuba, sia fondamentale e che di conseguenza nel servizio all’essere umano, progressivamente tutte le Chiese separate, principiando dalla luterana e dalla anglicana, riprenderanno un comune cammino, a prescindere da vetero- supremazie e dalla crisi nella quale il concetto di democrazia oggi si trova, provvedendo in avanti a creare nuove forme di partecipazione alla gestione della cosa pubblica non contro ma insieme agli altri monoteismi e alle altre grandi Religioni.
El Malecon – La Havana – di Gerry Parcher