Il Vento.
Non il venticello che scompiglia i capelli quando siedi sul sedile posteriore di un taxi in moto.
Non il vento che muove i rami degli alberi del mio giardino ad un’ora stabilita della sera..quando Alfredo dice ” chest è ‘a puizza”, un soffio che conclude il tempo della luce per iniziare il tempo del buio.
Non il vento che viene dal fondo della strada e che sa di mare.
Il vento cattivo, con folate feroci, che fa morire gli alberi, anche i più belli, anche i più antichi, anche quelli più favolosi.
Il vento che si colora di nero e si innalza al cielo. Il vento che raggela il cuore e ti sveglia dal sonno colorando i sogni delle tinte degli incubi.
Il controllo, la manipolazione.
Tutti li esercitano, non te ne puoi liberare. C’è un codice ben preciso di comportamento da parte del manipolatore: si dispone ad amare chi vuol controllare. Lo conduce per mano verso le sue regole di vita, verso il suo modo di vedere e volere le cose.
Per lui l’altro non ha un suo pensiero, una sua idea, un suo progetto. Non è nulla. E’ una nullità pericolosa, da tenere sotto controllo. La manipolatrice si compiace di sé, lasciando che gli altri la percepiscano come una persona”buona”, altruista, pronta ad amare e perdonare.
Il manipolatore si dichiara contro l’odio e la violenza, lo fa perché conosce questi sentimenti fin nel loro più profondo abisso, frequentandoli e usandoli nel segreto della sua mente.
Per liberarti di un vampiro del controllo per liberarti di chi ti ama e ti manipola devi imparare a dire NO !
Devi alimentare il tuo ego, inorgoglirti delle tue proprie scelte e sostenere la tua dignità.
Altrimenti sei fottuto.
Gli intellettuali di sticazzi!
I filmaker e gli youtuber che si masturbano con immagini di mari in tempesta… come i cittadini del secolo scorso ci ammorbavano con i filmini di matrimoni, di nascite e di vacanze in Romagna.
Ogni loro sputo, ogni singolo gesto anonimo è arte. E la loro ipocrisia non è materia di critica.
Si scandalizzano se i Grandi del Cinema hanno usato espedienti per raggiungere lo scopo di creare un Capolavoro. Loro sono puri. Ultimo Tango e Maria Schneider vilipesa, Ladri di bicicletta e il bambino spinto al pianto: una valanga di parole demonizzanti atte ad una eroica colpevolizzazione.
Allora scassiamo il poeta schiavista, bruciamone le poesie.
Dell’ubriacone Bukowski dimentichiamone i romanzi. Per Salinger innalziamo un rogo.
NO! Non brucerò i film, né i romanzi e le poesie di Pasolini perché andava a uomini fino a restarne ucciso.
No! Mi dispiace piccoli “artisti ” di questo cazzo, siete piccole molecole di polvere sotto i piedi dei Grandi, dei Geni dell’intelletto.
Parlare solo di burro riferito a Ultimo tango vuol dire che siete peggiori dei beceri mangiapile che hanno dato alle fiamme quel film. Vuol dire che per voi la Cultura è solo una beffa.
Altro che “L’immaginazione al potere” E’ il tempo dell’ignoranza sostenuta dalla protervia.
Michelangelo era omosessuale e Leonardo figlio di nessuno. Le loro opere sono meno grandi per questo?
E voi tuttologi da strapazzo che cosa avete mai fatto? Filmini scolastici e scritte ebeti da social.
La brutta musica sopravvalutata.
La trovo noiosa. Trovo noiosi i cantanti noiosi. I Festival musicali e lo Zecchino d’oro.
Non mi piacciono i bambini cantanti che imitano gli adulti cantanti.
Per me la musica è “Casta Diva” cantata da Maria Callas, le note immortali dell’Adagietto di Malher, la voce di Mina, le canzoni di Battisti -Mogol. Luigi Tengo dal triste sguardo. Bird che fa piangere il suo sassofono e Billy che rovescia la terra con una blue note.
E’ Alfredo che canta con la sua voce roca i pezzi di Chet Baker, e i colori della musica si fondano con le linee delle sue opere creative. Dai loghi ai manifesti, dalle copertine alle pagine dei libri.
Fino alla sua scrittura dal ritmo controllato di un brano di Coltrane.
La musica non è asemantica ha colori e gesti inaspettati.
Chi non conosce l’autoironia e chi ne fa pessimo uso.
L’autoironia a differenza del sarcasmo e dello sfottò bacchetta se stesso dolcemente.
Mette a nudo l’animo e i difetti ridendo di sé, ma cercando di non farsi troppo male
Chi ne esaspera i toni mette a disagio chi lo ascolta, fino a ribaltarne il significato,
a intensificarne il valore che diventa una sorta di confessione angosciosa.
Esporre le proprie fissazioni, le proprie patologia è un gesto coraggioso. Molto pericoloso se si è al cospetto di un manipolatore. L’amante del controllo segna tutte le debolezze dell’altro per poi poterle usare. Il manipolatore non ha il senso dell’umorismo: si prende troppo sul serio
Quando l’intelligenza e la cultura accompagnano l’ironia avviene il miracolo della pura genialità.
I nerd più divertenti e autoironici di tutte le sitcom americane sono degli scienziati di Pasadena, California.
Sheldon, Leonard, Raj e Howard sciorinano lenzuola di umorismo travolgente.
Astrofisici, fisici sperimentali e teorici, ingegneri. Dietro di loro veri scienziati come consulenti
E’ un flusso seriale di battute colte e argute, eleganti ed esilaranti.
Nati dall’acume di due autori : Chuck Lorre e Bill Prady.
Due “ragazzi ebrei”, di aspetto del tutto dissimile: Charles Michael Levine al secolo Chuck Lorre è un sessantaseienne dalle “fattezze ebraiche tipiche”: capelli nerissimi imbiancati dal tempo, occhi vivaci come due piccoli fanali lontani, espressione acuta.
William Scott Prady, per gli amici Bill, ha un’aria da impiegato di banca, un po’ secchione, cinquantottenne roseo e tondeggiante.
Grande senso dell’umorismo cosmico quello dei due creatori, ma nulla sarebbero le continue battute se alla base non ci fossero dei grandissimi interpreti. La comicità è basata sul presentare tutti gli stereotipi e giocarci su ininterrottamente. Un esempio di questo tipo di comicità è quello di Massimo Troisi che chiede il miracolo a San Gennaro. Un continuo sberleffo condito con teorie scientifiche veritiere, convalidate dalla consulenza di astrofisici.
“The Big Bang Theory”: l’ironia innalzata a forma d’arte.