C’è molta confusione in giro, per essere buoni e non cadere nel turpiloquio. Ritengo utile riproporre un mio vecchio articolo con una buona bibliografia e la riproduzione di un discorso di Rifkin.  

Intanto io partecipo a luxemburg art prize….

 

 

Nella storia i cambiamenti economici epocali si verificano quando un nuovo regime economico converge con una rivoluzione delle comunicazioni.

In ordine approssimativamente cronologico:

  • mangerai il pane con il sudore della tua fronte (il lavoro secondo la Bibbia)
  • L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro (Costituzione Italiana)
  • Il lavoro rende liberi (Arbeit macht frei all’ingresso dei campi nazisti)
  • Tripalium (etimologia)

Ecco la Rivoluzione Sociale: eliminazione della parola lavoro. Oppure, almeno, l’aggiunta alla parola lavoro degli aggettivi “libero e volontario”.
Come tutte le rivoluzioni, pone problemi nuovi ed estremamente ardui da risolvere.
Della Quarta Rivoluzione Industriale ormai si parla in tutti gli ambienti e quasi a tutti i livelli. Big Data, Intelligenza Artificiale, Robotica, Bio Ingegneria, Internet delle Cose, Connessione Totale ed altro ancora avranno, e stanno già avendo, enorme influenza sul nostro modo di vivere la realtà. Ne abbiamo anche parlato su questa rivista. (vedi “La scienza e la tecnologia non possono essere fermate” “Il Lavoro” ).

Quello di cui intendiamo trattare ora è l’influenza che la Quarta Rivoluzione Industriale avrà sulla occupazione e che quindi ci costringerà a chiamarla Rivoluzione Sociale.

Importanti studi ci informano che nei prossimi vent’anni il 50% delle professioni e mestieri che conosciamo oggi spariranno. Questa notizia dovrebbe provocare la convocazione di una riunione permanente  alle Nazioni Unite ed in tutti i Parlamenti del Globo per trovare una soluzione. Questo non sta avvenendo.

Come è possibile non rendersi conto che c’è e ci sarà sempre meno bisogno di lavoro umano così come lo si intende ora? L’automazione e l’Intelligenza Artificiale progrediscono sempre più velocemente in tutti i campi: agricoltura, industria, servizi. Ci sarebbe bisogno di una visione e di una strategia a lungo raggio. Ci sarebbe bisogno di statisti e non di politici che guardano solo alle prossime elezioni. E ci sarebbe bisogno anche di “professori” che non utilizzino ancora vecchi paradigma.

“Sapremo che le macchine sono davvero intelligenti quando, invece di andare a lavorare, vorranno andare in spiaggia”.

Prima di commentare e correre il rischio di fare discorsi da bar dello sport, e dare così ragione ad Umberto Eco, conviene documentarsi.

Ecco qualche utile documento:

Il futuro del lavoro e la quarta rivoluzione industriale – un’analisi del Rapporto WEF 2016

http://www.npr.org/sections/money/2015/05/21/408234543/will-your-job-be-done-by-a-machine

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2016-02-24/contro-frenata-dell-economia-servono-elicotteri-carichi-denaro-160925.shtml?uuid=ACEhj9aC

http://futurism.com/images/age-automation-welcome-next-great-revolution/?src=home

http://www.theguardian.com/books/2015/jul/17/postcapitalism-end-of-capitalism-begun

https://www.technologyreview.com/s/515926/how-technology-is-destroying-jobs/

 

Ed ecco, forse, una possibile soluzione:

http://basicincome-europe.org/ubie/