In questi giorni abbiamo festeggiato la caduta del “Muro di Berlino”, costruito nel 1961 (precisamente il 13 agosto) dalla Germania dell’Est (DDR, la Repubblica Democratica Tedesca, di area filo-sovietica) per impedire la libera circolazione delle persone verso la Germania dell’Ovest (BRD, Repubblica Federale Tedesca, che era invece filoccidentale).

 

Questo muro, sul quale hanno perso la vita circa 133 persone che divideva in due anche la città di Berlino, definito universalmente come la “cortina di ferro”, ha separato per ben 28 anni, fino al 9 novembre 1989, un popolo che fino alla data della sua costruzione aveva vissuto unito, separando famiglie, amici, conoscenti, che da un giorno all’altro si sono visti destinati ad una o all’altra parte del muro, cambiando fondamentalmente la loro forma di vita.

Proprio perché parte della nostra storia recente vale la pena di ricordare che il muro era costruito in calcestruzzo, alto 3,6 metri, lungo circa 1393 km. e fortificato da alte recinzioni metalliche, fili spinati, fossati, torrette d’osservazione, allarmi, trappole e campi minati, e separava e tagliava a metà città, paesi, strade e campagne delle due Germania.

Purtroppo, non è l’unico muro che l’uomo ha costruito nel corso dei secoli, e anche degli ultimi decenni, la lista è lunghissima e prendiamo spunto da un articolo di internazionale.it per provare ad elencarli, con la motivazione addotta per giustificarli: 

 

Pakistan–Afghanistan, Durand Line, 1893– 1949, lunghezza 2460 km.

Motivo: chiudere i contenziosi territoriali tra i due stati che risalivano all’epoca coloniale.

Corea del Nord–Corea del Sud, 1953, lunghezza 4 km.

Motivo: divisione delle due Coree in seguito alla guerra del 1953.

Irlanda, Belfast cattolica–Belfast protestante, peace line (!!), 1969 lunghezza 13 km.

Motivo: separare i cattolici e i protestanti dell’Irlanda del Nord.

India–Pakistan, line of control, 1971, lunghezza: 550 km.

Motivo: dividere la regione del Kashmir in due zone, quella sotto il controllo indiano e quella sotto il controllo pachistano.

Cipro zona greca–zona turca, linea verde, 1974, lunghezza 300 km.

Motivo: il muro corrisponde alla linea del cessate il fuoco voluto dall’Onu in seguito al conflitto che divise l’isola.

Marocco–Sahara occidentale, Berm, 1989, lunghezza 2720 km.

Motivo: difendere il territorio marocchino dal movimento indipendentista Fronte Polisario. 

India–Bangladesh, 1989, lunghezza 4053 km.

Motivo: fermare il flusso di immigrati provenienti dal Bangladesh, bloccare traffici illegali e bloccare infiltrazioni terroristiche.

Ceuta e Melilla–Marocco, 1990, lunghezza 8,2 km + 12 chilometri

Motivo: bloccare l’immigrazione irregolare dal Marocco nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla.

Kuwait–Iraq, 1991, lunghezza: 190 chilometri

Motivo: arginare un’eventuale nuova invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, dopo la guerra del Golfo.

Stati Uniti–Messico, muro di Tijuana, 1994, lunghezza: 1000 km.

Motivo: impedire l’arrivo negli Stati Uniti dei migranti irregolari messicani e bloccare il traffico di droga. In Messico questo muro viene chiamato il Muro della Vergogna, dal momento che Donald Trump, presidente degli Stati Uniti ha cercato in tutte le maniera di fortificarlo.

Israele–Palestina, 2002, lunghezza 730 km.

Motivo: impedire l’entrata in Israele dei palestinesi, prevenire attacchi terroristici.

Zimbabwe–Botswana, 200, lunghezza 482 km.

Motivo: la motivazione ufficiale è contenere i contagi tra il bestiame ed evitare lo sconfinamento delle mandrie, ma in realtà la motivazione sembrerebbe essere quella di impedire l’arrivo di migranti irregolari.

Iran–Pakistan, 2007, lunghezza 700 km.

Motivo: proteggere il confine dalle infiltrazioni dei trafficanti di droga e dei gruppi armati sunniti.

Israele–Egitto, 2010, lunghezza 230 km.

Motivo: contrastare terrorismo e immigrazione irregolare.

Arabia Saudita–Yemen, 2013, lunghezza 1800 km.

Motivo: impedire presunte infiltrazioni terroristiche

Bulgaria-Turchia, 2014, lunghezza 30 km.

Motivo: arginare i flussi migratori provenienti da est.

 

 

Tutti questi muri sono evidentemente il prodotto della paura, della necessità – reale o immaginaria – di impedire il libero passaggio a chicchessia, intendendosi la maggior parte delle volte il vicino di casa, quello che dovrebbe avere più affinità territoriale, climatica e, di conseguenza, anche storiche con noi. Ma la storia dimostra che non è così!

La mia personale perplessità, che qui espongo anche se potrebbe sembrare molto ingenua e naïf, è come si possa spiegare il fatto che l’umanità, che da tempo ha capito che la terra è rotonda (escludendo quei pochi “nostalgici” che fanno molto scalpore con la loro teoria sul fato che sia piatta), non si renda oggi conto che le frontiere prima o poi dovranno sparire, perché siamo parte di un unico universo molto complesso e abbiamo fatto passi da gigante a livello di tecnologie, di conoscenze, di conquiste scientifiche e mediche, di prolungamento qualitativo della vita.  

E mi pongo ancora altri interrogativi.  È possibile che continuiamo a guardare il piccolissimo spazio che occupiamo su questo pianeta con un senso di possesso senza uguale quando siamo di fronte all’immenso divario che ci separa ancora dall’universo tutto? È possibile che con tutte queste guerre, con tutte le morti provocate attraverso i secoli e che ancor oggi si continuano a provocare, ancora non si riesca a capire che il tempo del passaggio di ognuno di noi è molto limitato e che la nostra vita terrena ha una fine?

Per quanto ne sappiamo oggi, siamo solo il terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole facente parte di un sistema stellare composto da 9 pianeti principali (Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e il pianeta nano Plutone). Ogni pianeta e altro corpo celeste nel nostro Sistema Solare orbita intorno al Sole, che rappresenta quasi tutta la massa del sistema stesso.

A sua volta, il Sole fa parte insieme a più di altri 100 miliardi di stelle di un enorme galassia a spirale barrata chiamata Via Lattea.

Sarebbe dunque così facile rendersi conto di quanto ci sia ancora da capire sulle galassie, i buchi neri, l’universo tutto, esiste certamente la possibilità che non siamo l’unico pianeta dove ci sia qualche forma di vita. E noi, continuiamo a costruire muri?

Il senso del paradosso e del ridicolo è grande ed evidente, ma c’è molto poco da ridere…