L’odore del profumo di gelsomino annusato direttamente dalla pianta…

L’odore del pane appena sfornato…

L’odore della mamma quando eravamo piccoli e correvamo da lei per essere protetti… L’odore di mio figlio neonato…

L’acqua di colonia di mio padre…

L’odore della persona che amo e che riconoscerei ovunque…

L’odore della terra appena finita la pioggia…

L’odore del pranzo della domenica a casa nostra…

L’odore del cuoio nuovo…

L’odore forte e nauseante del disinfettante degli ospedali (soprattutto di quelli vecchi) …

L’odore del vomito…

L’odore del sudore degli altri…

Lo spogliatoio maschile alla fine della partita…

 

Ognuno ha la sua di lista, e sicuramente è molto più lunga, nel bene e nel male.

Basta un niente, un piccolo odore o aroma e la nostra mente corre verso ricordi che talvolta neppure sapevamo di avere più!

 

 

Perché l’olfatto è uno dei sensi di questa nostra macchina del corpo umano. Le nostre narici sono due, non una, e ci sarà un perché! E gli odori vanno direttamente al cervello e vengono percepiti rapidamente, quasi in via diretta, dunque il ricordo rimane impresso molto bene nella nostra memoria.

 

Dalla tenera infanzia, la nostra vita affettiva ed emotiva viene direttamente condizionata dall’olfatto. È sempre presente, a meno che non ci sia una malattia di stagione, una semplice influenza o una qualche deformazione che ostruisca il funzionamento delle nostre narici. In alcune persone è un fattore determinante, in altre meno, ma se siamo in salute è parte fondamentale della nostra relazione con il mondo che ci circonda.            

 

Oggi, nel mondo dei profumi si parla di “naso” ed è un pregio che poche persone al mondo possano vantarsi di averlo estremamente sviluppato. A chi viene riconosciuta questa qualità vengono pagati compensi molto alti, e questa “arte” è diventata sempre più una vera e propria professione, con laurea e corsi post-laurea, master universitari sia in Italia sia a Parigi, considerata la culla del profumo.                                                                                                                                                                                            “Il corpo umano è un grande sistema di relazioni e di connessioni, ed esprime l’intera struttura fisica di un essere umano. Esso è composto da diversi tipi di cellule che insieme formano tessuti, che a loro volta sono organizzati in sistemi di organi.  Spesso, con “corpo” ci si riferisce sia al corpo umano quando è ancora in vita sia, per estensione del termine, quando è morto, ovvero quando si parla di cadavere. Il corpo umano è dunque un sistema in cui tutti i vari sottosistemi o apparati sono in interazione tra loro per produrre la vita, per questo dal punto di vista fisico è spesso visto come un sistema complesso.” .

 

Questa è la definizione che possiamo trovare in Wikipedia (divenuto ormai il nostro dizionario online abituale) di cosa è il corpo umano. Rimane subito impresso che è un sistema complesso. Siamo abituati a questa definizione con riferimento alle aziende, alle imprese, perfino alla mafia, che essendosi evoluta negli ultimi anni, ormai viene considerata, appunto, un “sistema”.

 

Ma certamente, dimentichiamo, giorno per giorno, che è del nostro corpo del quale stiamo parlando. Assurdamente, trattandosi di noi stessi, non ci facciamo più caso. Diamo quasi tutto per scontato, intanto, siamo stati sempre così…

Non per nulla, disse Enoch Powell* «è merito dei Greci di aver scoperto la forma più attrattiva ed originale di sport in modo da ottenere uno sviluppo armonioso ed equilibrato di mente e corpo, mirando alla suprema gioia di un essere umano funzionale”.  *Politico britannico di destra studioso di lettere antiche, sapeva leggere il greco antico sin dai cinque anni di età ed era diventato professore della medesima lingua a venticinque anni di età, nato a Birmingham il 16/06/1912 e morto a Londra il 08/02/1998.  

 

Come tutti sappiamo se vogliamo che la nostra macchina funzioni sempre bene dobbiamo far fare una regolare manutenzione, e questo è evidente per tutte le macchine con le quali conviviamo quotidianamente. Ci sono persone più ordinate di altre, chi lo fa perché obbligato dalla legge vigente, o chi semplicemente lo fa alla bisogna, al momento del guasto, ma tutti sappiamo che qualsiasi macchina ha un suo tempo di durata, di manutenzione, di obsolescenza.

 

Quando si tratta del nostro corpo, da giovani tutto è facile e possiamo definire la sua manutenzione ordinaria. Con il passare degli anni, diventando adulti, la manutenzione diventa un po’ più complicata e noi diventiamo più pigri. Ma, più che altro, non ci pensiamo più, siamo costretti a vivere una vita sempre più frenetica, sempre di corsa, sempre tirando la corda al massimo possibile e non ci diamo il tempo necessario, a meno che non arrivi il “guasto”. E lì, siamo obbligati ad intervenire. Certe volte le conseguenze sono tragiche, altre ce la caviamo con poco, ma il senso non cambia!

 

Non diamo nessuna importanza a questo nostro privilegio di possedere un senso così importante come l’olfatto. È parte importantissima della nostra vita, della nostra memoria, della nostra emotività e come parte della nostra complessa macchina, ce ne rendiamo conto soprattutto al momento del “guasto”.

 

 

Vi invito a leggere “Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso” di Anna D’Errico. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti da anni lavora a un’arma offensiva (e non letale) a base di odori capaci di creare il panico. Nel 2018 la Global Industry Analysts ha stimato in 45 miliardi di dollari il giro d’affari annuale dell’industria dei profumi. Insomma, quello che ruota attorno al nostro naso, a quanto pare, è una cosa seria. Ma come funziona questo nostro senso così raffinato e complesso e al tempo stesso istintivo ed emozionale? In che modo gli odori influenzano la nostra quotidianità? Ecco alcuni degli interrogativi.

 

E capiremo ancora di più, che viene coinvolto nella maggior parte della nostra quotidianità, nel marketing, nel condizionare il nostro umore, la nostra relazione con gli altri. Insomma, l’olfatto è molto di più di quello che “a naso” ne pensiamo…   

 

(Da piccolina, quando si usciva con mia madre, lei quasi sempre trovava un gelsomino da odorare…)