Le recenti polemiche sugli approvvigionamenti dei vaccini da parte dell’Unione Europea hanno rilanciato diverse questioni e mettono a dura prova la nostra “umanità”.
Ma andiamo con ordine.
- Gli scienziati di tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia hanno sentenziato che c’era un solo modo per uscirne: produrre un vaccino e vaccinare tutta la popolazione. Non esistevano scorciatoie o altre strade. E questo è accaduto ormai più di un anno fa.
- La scienza o per meglio dire le industrie farmaceutiche hanno fatto il miracolo, a detta di molti, nel creare nel giro di meno di un anno vaccini (più di uno, anzi molti) in grado di immunizzare l’essere umano da questo terribile virus
- Qui viene il primo problema: non sono stati istituti di ricerca pubblici a creare i vaccini ma industrie farmaceutiche private (Pfizer, Moderna, Johnson e Johnson, AstraZeneca, etc.). questo fa una enorme differenza e ci pone un grande problema. Gli Stati, (quanto meno gli Stati Occidentali più ricchi ed evoluti a leggere le statistiche), hanno deciso da molto tempo di NON investire nella ricerca scientifica in generale farmaceutica nella fattispecie e di lasciare questa funzione all’industria privata che, in quanto tale, esiste e mira ad un solo scopo: produrre profitti. Questa sciagurata scelta ha generato molteplici conseguenze nel caso della Pandemia:
- Su un problema di tutta l’umanità ha delegato la ricerca della soluzione a imprese private
- L’industria farmaceutica si è rivelata tempestiva ed efficace nel trovare la soluzione
- La soluzione è stata trovata da imprese la cui sede legale risiede in USA o Gran Bretagna per quanto riguarda i vaccini autorizzati ad oggi dall’EMA
- Le priorità di queste aziende, ancorché non ufficializzate, sono state quelle di produrre in primis vaccini per le popolazioni degli Stati di appartenenza (USA e GB)
- Le capacità produttive di queste imprese si sono rivelate assolutamente insufficienti a soddisfare la domanda proveniente da tutto il mondo
- Le stesse industrie farmaceutiche si sono guardate bene dal cedere i diritti sui loro brevetti e consentire di produrre i relativi vaccini in ogni parte del mondo
- Gli Stati Nazionali e sovranazionali (UE in testa) si sono rivelati incapaci non solo di gestire questa situazione (vedasi la redazione dei contratti con le industrie farmaceutiche) ma anche di imporre in una circostanza come questa (stiamo parlando di una pandemia, non di una comune patologia) soluzioni alternative (obbligo di cedere gratuitamente il diritto di produrre i vaccini (qualcuno ricorda il gesto di Sabin che donò gratuitamente i risultati delle sue ricerche per la produzione del vaccino antipolio?), nazionalizzazioni dei rami d’azienda delle industrie che producono questi vaccini, obbligo di costituire consorzi o partnership per aumentare le capacità produttive, riconversioni produttive delle industrie nazionali per la produzione dei vaccini)
Ebbene questa serie di eventi lasciano a dir poco interdetti su diversi fattori e confermano purtroppo alcune carenze strategiche del nostro tempo già evidenziate in altre circostanze:
- L’incapacità degli stati sovrani di governare i processi trasversali che riguardano l’umanità (la decadenza e l’insignificanza dell’ONU negli ultimi anni ne è un ulteriore esempio)
- L’incapacità degli stati sovrani di fronteggiare le multinazionali (Big Farma è solo l’ultimo degli esempi, pensiamo a Amazon, Google, Facebook, etc.)
- L’assenza di leader politici e di Statisti capaci sulla scena mondiale
Lo stesso dibattito tra sovranismo ed europeismo in Europa si è riacceso dopo il flop dell’Unione Europea nella gestione dei vaccini. Il sovranismo non ha, di per sé, autonoma alimentazione, né motivo di espandersi (fatto salvo alcuni movimenti estremisti) ma viene alimentato ogni qual volta le istituzioni sovranazionali falliscono nei loro piani, progetti, obiettivi. Dove non arriva la capacità degli organismi sovranazionali, arriva necessariamente il sovranismo con le sue ricette autarchiche.
Nel caso della pandemia dobbiamo registrare quindi come la malattia, le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva, i morti e tutta la comunicazione relativa (bollettini giornalieri, trasmissioni televisive, giornali, web) siano stati di dominio pubblico (anche troppo generando allarmismo ed ansia nella popolazione) mentre la produzione, la contrattualizzazione e la vendita dei vaccini siano stati invece di natura privata.
Continuo a nutrire dubbi sull’evoluzione del genere umano (si veda articolo del sottoscritto “Ma siamo proprio sicuri di discendere dall’homo sapiens” nel n. 129 di Caos Management)
Anche in questa occasione, è stata pubblicizzata la morte e privatizzata la vita!