Scrivo questo capitolo, dopo essere appena tornato dalle vacanze.

Come state?
Come stanno i vostri figli?
Li trovate cambiati?
Avete avuto modo di stare un po’ di più con loro e di osservarne i comportamenti?
O li avete avuti lontani per tutto questo periodo?
 
Durante le vacanze i nostri figli cambiano, come dopo ogni esperienza che durante la giovinezza segna il nostro animo. 
E’ accaduto anche a noi quando eravamo figli (a qualcuno di noi continua ad accadere e meno male). 
Ricordo una mia compagna di classe alle medie: era tornata dopo le vacanze trasformata, più carina (aveva cominciato a truccarsi); più civettuola (aveva dato il primo bacio). Il mio miglior amico, sempre nell’adolescenza in vacanza aveva imparato a pescare e mi ci voleva trascinare sul fiume della nostra città. A me facevano pena i pesci: abbiamo rotto.
 
Una volta, da bambino (avrò avuto cinque anni) sono tornato da Pontestura Monferrato, località delle mie vacanze dove abitava mia nonna, e sapevo un mucchio di parolacce; me le aveva insegnate il vecchio sarto ubriacone del paese, il mio compagno di giochi più simpatico. Un’altra volta (eravamo già grandi) mio cugino aveva deciso (in accordo con la fidanzata) le vacanze separate per quell’anno che precedeva l’imminente matrimonio. Al ritorno lei gli parlò una sera: ti voglio molto bene, ma ho bisogno di un momenti di riflessione. Tre mesi dopo era sposata con un ragazzo di Voghera conosciuto -appunto- in vacanza. E in ultimo (ma potrei andare avanti per ore) mio zio un anno tornato dalle vacanze si trovò innamorato cotto della zia, sua moglie: al mare l’aveva riscoperta. La volle per molte sere -prima di dormire- vedere sfilare in bikini davanti al letto (povera zia che stare così nuda in casa le faceva venire male alle ossa; ma lo zio dopo quelle vacanze non fu più lui…
 
 
 
Esempi per dire in vacanza si cambia.
Può accadere anche ai nostri figli, per questo occorre essere pronti.
Può accadere a tutti i tipi di figli: a quelli timidi che magari stavolta si svegliano; a quelli diffidenti, hai visto mai che si aprano un po’ di più; agli spavaldi che rischiano di prendersi (proprio in vacanza dove nessuno li conosce e li perdona) qualche legnata fra le orecchie per la serie la faccia tosta non è tutto nella vita; agli amichevoli che rischiano di tornare con una borsa per la spesa piena di indirizzi e foto di nuovi compagni di gioco e di avventura (e quando li frequenteranno mai…?); ai fantasiosi che a volte tornano con nuove pettinature e look molto (troppo) originali; agli scostanti che possono tornare delusi dello scarso rapporto avuto con gli altri (da loro stessi innescato con quella faccia che portano in giro); ai prudenti che non hanno osato (nemmeno questa volta) nuove compagnie e abitudini; ai megalomani che ne hanno incontrato uno più megalomane di loro (li ha fatti sfigurare nel descrivere imprese e avventure); ai pessimisti che gli è accaduto di tutto (tutto ciò di negativo che temevano fortemente accadesse); ai volubili che hanno cambiato cento volte compagnia in una settimana, che hanno cambiato cinque locali per sera e che l’unica cosa che non sono riusciti a cambiare é il partner o la partner, ma solo perché non sono riusciti a conquistarne uno nuovo; troppo volubili e in movimento da non potersi fermare per fare strategie di conquista su qualcuno; ai seguaci che non si sono divertiti per niente, sempre a rimorchio dei più intraprendenti. 
 
Bisogna osservare i nostri figli non appena tornati dalle vacanze (o da altre avventure durante l’anno) per capire cosa é successo in loro, per aiutarli a metabolizzare gli avvenimenti laccati del periodo appena trascorso, per evitare che lo prendano gratuitamente troppo sul serio; nel bene e nel male.
 
Bisogna osservarli tutti, anche i meno sospetti.
A quell’età tutti hanno bisogno di aiuto.
E’ capitato anche a noi…
 
Bisogna osservarli tutti ma, soprattutto, i più sensibili. 
I figli troppo sensibili rischiano di soffrire nella vita più del necessario.
Qualsiasi momento (ovviamente non soltanto le vacanze) rappresenta per i nostri figli sensibili un momento a rischio.
Per esempio interpretano facilmente come presa in giro nei loro confronti i commenti degli altri; addirittura le osservazioni che noi tentiamo di fare per il loro bene (vecchia storia). Con loro dobbiamo mettere in soffitta il nostro -a volte- spirito di patate e il nostro sarcasmo (sia pur esercitato senza malizia e intenzione.
Dobbiamo comunicare con loro attraverso la gentilezza e un misurato senso critico: hanno un’immagine dell’io molto fragile anche se pieni di fascino (e non perché siano i nostri). Guardano a loro stessi con un po’ di paura e -in alcuni casi- sono veramente troppo sensibili per la cosiddetta selezione naturale sempre in corso. Cercano di nasconderlo per non farci male, ma spesso sono estremamente critici nei nostri confronti: magari pensano che abbiamo perso i sogni e la fantasia o il credo o la speranza soltanto perché cerchiamo di essere razionali nei confronti dei loro atteggiamenti idealisti. Spieghiamo loro che non é vero.
 
Cari genitori, non fate troppe pulci su quanto sognano anche se strano e irrealistico per voi.
Siate d’accordo sui loro sogni per quanto possibile (c’é tempo per discuterne).
Non fate pressioni per avere il loro assenso (ve lo daranno in seguito se lo avete meritato).
Fate loro dei complimenti sinceri, perché sono sensibili e si accorgono di tutto.
Siate comprensivi anche se seri e determinati nel giudizio (specialmente se richiesto).
 
Rassicurateli sul mondo, dove i più sensibili soffrono ma spesso vincono.
Ciao!