PARTE PRIMA
Si è dibattuto molto, specialmente in Italia tra filo atlantisti e filo russi. Tale dibattito, come spesso accade nel nostro Paese ha assunto toni, intensità ed estensione tali da aver costretto un giornale moderato come il Corriere della Sera a pubblicare la cosiddetta “lista nera dei Putiniani d’italia“ ed il nostro Ministero degli Esteri a convocare l’ambasciatore Russo in Italia per respingere con il dovuto sdegno sia le accuse di amoralità, sia quelle di una campagna anti russa in Italia.
Questo dibattito, alquanto sterile e privo di contenuti sostanziali, tuttavia mi consente di riprendere il ragionamento già espresso in un precedente articolo “E’ la guerra di Putin o è la guerra dei Russi” – Caos Management n. 139 del 29.03.2022 – per rilevare a vantaggio di tutti coloro che desiderano un serio approfondimento fatti, storia e realtà piuttosto che propagande di questa o di quell’altra fazione.
Ricordo infatti che nel 1991 ci fu il dissolvimento dell’URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) che era composta da questi 15 Stati:
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ARMENIA
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AZERBAIGIAN
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BIELORUSSIA
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ESTONIA
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GEORGIA
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KAZAKISTAN
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KIRGHIZISTAN
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LETTONIA
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LITUANIA
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MOLDAVIA
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RUSSIA
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TAGIKISTAN
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TURKMENISTAN
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UCRAINA
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UZBEKISTAN
Come noto, nel 1991 tutti questi Stati dichiararono la loro indipendenza e pertanto furono liberi di scegliere il proprio futuro. E, di questi, l’ESTONIA, la LITUANIA e la LETTONIA oggi sono membri dell’Unione Europea e della NATO.
Ricordo anche che nell’ Europa dell’EST ci sono alcuni Stati che sono stati invasi militarmente dalle truppe del Patto di Varsavia: la Polonia nel 1939, l’Ungheria nel 1944 e nel 1956, la Bulgaria nel 1944, la Cecoslovacchia nel 1968 ed altri che sono stati assoggettati con la forza ad una sorta di sudditanza nei confronti dell’URSS.
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BULGARIA
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FINLANDIA
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POLONIA
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REP. CECA
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ROMANIA
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SLOVACCHIA
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UNGHERIA
Questi Stati, con un passato variegato ma che sono stati per molti anni nell’orbita Sovietica oggi sono tutti membri dell’Unione Europea e della NATO (ad esclusione della Finlandia che ha fatto richiesta, insieme alla Svezia in queste settimane).
Cosa significa questo? Cosa possiamo trarre da questa breve e sintetica ricostruzione storica?
In un epoca storica dominata dalle guerre e dalle dittature (guerra fredda, epoca sovietica) molti popoli e Stati non erano sovrani e sono stati per molti anni tele-guidati da una superpotenza (nella fattispecie dall’URSS a trazione Russa); quando alcuni di questi popoli e Stati sono stati messi nelle condizioni di scegliere (dopo il dissolvimento dell’URSS e della loro indipendenza) hanno esercitato il diritto alla autodeterminazione e molti di loro hanno liberamente deciso di entrare a far parte della famiglia europea (membri dell’Unione Europea) e, quasi tutti gli Stati appartenenti all’Europa geografica anche dell’Alleanza Atlantica (NATO).
Il punto è: hanno deciso liberamente ed autonomamente.
La domanda che ci differenzia sostanzialmente dalla Russia è: l’Unione Europea o la NATO hanno invaso militarmente qualcuno di questi Stati per aggregarli ad essa?
L’Unione Europea o la NATO hanno in qualche modo costretto qualcuno di questi Stati o popoli ad entrare a far parte dell’Unione Europea o della NATO?
Per carità in altri contesti ed in altri tempi sia gli europei, sia gli americani si sono macchiati di sangue e nefandezze in varie parti del mondo (colonialismo potenze europee, interventi militari non sempre giustificati da parte degli americani – Vietnam, Iraq ) e quindi chi è senza peccato scagli la prima pietra ma negli ultimi 75 anni, dopo ben due guerre mondiali, milioni di morti e atrocità di ogni genere si pensava che in Europa avessimo imparato la lezione e raggiunto un faticoso equilibrio per vivere in pace.
Questa è la risposta e l’unica realtà dei fatti. Il resto è propaganda.
Non c’è bisogno di fare alcun dibattito. Non esiste alcuna base di dibattito. Non c’è l’oggetto del dibattito. Non esistono due fazioni o due motivazioni. Non esiste una motivazione per invadere militarmente un Paese libero, sovrano ed indipendente da contrapporre a chi liberamente sceglie a torto o a ragione, ma liberamente e democraticamente sceglie in quale contesto politico, economico, sociale, nazionale ed internazionale vivere.
Quindi cari amici giornalisti, opinionisti di varia estrazione viviamo per nostra fortuna in un Paese libero e ognuno ha il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni (opzione non scontata che non sempre è adeguatamente apprezzata) ma un conto è esprimere un’ opinione, altro è proporre una tesi a sostegno di una realtà che non esiste. Invito tutti a non sprecare energie intellettuali in dibattiti sterili ed a non fare dell’informazione una fiction. L’informazione va fatta quando ci sono le informazioni, e queste non servono per ricamare merletti.
PARTE SECONDA
La Russia, governata dal suo Presidente, ritiene che l’Ucraina le appartenga e per questa ragione l’ha invasa con l’obiettivo di annetterla al suo Stato. Abbiamo già scritto sull’illegittimità di questa guerra, e sulla necessità di contrastare duramente l’invasione russa.
Ma vorrei per un momento approfondire un altro aspetto che è quello della motivazione che sta alla base dell’intervento Russo. E cioè il principio secondo il quale l’Ucraina apparteneva nel passato alla Russia (in realtà era uno Stato membro dell’URSS) e per tale ragione ritengono giusto riprendersela ed annetterla alla Federazione Russa. Ebbene vorrei dimostrare come questo ragionamento sia fondamentalmente errato e privo di ogni motivazione logica, storica e politica. (ragionamento che peraltro utilizza anche la Cina con la pretesa di riconquistare Taiwan).
Tre esempi ci possono aiutare a comprendere meglio il ragionamento:
1) Circa 2000 anni fa l’Impero Romano nella sua massima espansione, si estendeva, in tutto o in parte sui territori degli odierni Stati di: Portogallo, Spagna, Andorra, Francia, Monaco, Belgio, Paesi Bassi (regioni meridionali), Regno Unito (Inghilterra, Galles, parte della Scozia), Lussemburgo, Germania (regioni meridionali e occidentali), Svizzera, Austria, Liechtenstein, Slovacchia (piccola parte), Ungheria, Italia, Vaticano, San Marino, Malta, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro, Kosovo, Albania, Macedonia del Nord, Grecia, Bulgaria, Romania, Moldavia, Ucraina (parte costiera sud-occidentale con Isola dei Serpenti e Podolia), Turchia, Russia, Cipro, Siria, Libano, Iraq, Armenia, Georgia, Iran, Azerbaigian, Israele, Giordania, Palestina, Egitto, Sudan (piccola parte e per limitato periodo di tempo), Libia, Tunisia, Algeria, Marocco e Arabia Saudita (piccola parte). In totale, 52 dei 196 Stati riconosciuti nel mondo, più 3 parzialmente riconosciuti, più di ogni altro impero del mondo antico.
Si espandeva su tre diversi continenti: Europa, Africa e Asia.
Nel 117 sotto Traiano ricopriva un’area di 5,0 milioni di km, includendo gli Stati vassalli e i regni clienti.
2) L’Impero spagnolo fu uno dei primi imperi coloniali della storia e uno dei più vasti di tutti i tempi. Venne anche soprannominato “l’impero su cui non tramonta mai il sole”, e fu il maggiore impero del suo tempo, raggiungendo, nel XVIII secolo, una superficie di 18,4 milioni di km², e per quasi 200 anni una superpotenza assieme al Portogallo, ovvero dalla scoperta delle Americhe, e quindi dalla fine del medioevo, nel 1492, all’ avvento dell’Impero britannico nel XVII secolo, dove perse il suo status di una delle principali potenze mondiali, venendo considerata una potenza secondaria, anche a causa di aver perso molti dei suoi domini nel corso del XVIII e XIX secolo, sino a quando nel 1976 non cessò del tutto di esistere con l’indipendenza del Sahara spagnolo, rimanendo quindi una potenza minore se comparata alle altre potenze predominanti in Europa e nel mondo.
3) L’Impero britannico è stato il più vasto impero di tutti i tempi. Comprendeva colonie, domini, protettorati, mandati e altri territori amministrati dal Regno Unito.
Nato coi possedimenti d’oltremare e i trading post fondati dall’Inghilterra tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVIII secolo, al suo apice fu il più grande impero della storia e per oltre un secolo fu una potenza globale e una superpotenza. Nel 1920 l’Impero britannico governava circa 458 milioni di persone, un quinto della popolazione mondiale al momento e copriva oltre 37.124.894 km², quasi un quarto dell’intera superficie della Terra.
Quindi se applicassimo il ragionamento Russo oggi allo Stato Italiano (in quanto erede dell’Impero romano) alla Spagna ed alla Gran Bretagna essi, memori delle grandezze dei loro imperi nel passato potrebbero legittimamente aspirare a riconquistare i territori nel frattempo persi e scatenare guerre in varie parti del mondo.
Ebbene, l’essere umano è mobile e cangiante e con esso le sue comunità che nel tempo evolvono, cambiano, si sviluppano e a volte si inviluppano. Quindi il passato, con le sue glorie, è passato ed il futuro è da scrivere ex novo e non si può scrivere recriminando o ripristinando situazioni che non hanno più la loro ragion d’essere. In Europa, dopo ben due guerre mondiali nate all’interno del nostro territorio, abbiamo creato istituzioni (Unione Europea), strumenti (Euro) e iniziative culturali volte a favorire lo sviluppo nella pace dei popoli.
Ma direi che questo approccio accomuna ormai tutto il mondo occidentale che mai si sognerebbe oggi (lo ha fatto nel passato beninteso, ma per l’appunto è passato) di invadere militarmente un altro Stato per conquistarne il territorio e le anime contro la loro volontà.
Certamente però siamo tutti esseri umani e sono certo che sebbene perseguiamo lo sviluppo nella pace al variare delle condizioni ogni essere umano è capace (per il solo e semplice istinto di sopravvivenza) di tirar fuori il meglio (o il peggio dipende dai punti di vista) di sé. Quindi se le azioni della Russia dovessero mettere in serio e perdurante pericolo il tipo di vita faticosamente conquistato dagli occidentali dopo due guerre mondiali e milioni di morti sono certo che la comunità internazionale sarà in grado di difendersi e, a quel punto, tutte le opzioni sarebbero legittime e sul tavolo.
Sarebbe un gioco al massacro beninteso nel quale nessuno potrà dichiararsi vincitore.
NO WIN WIN
MA LOSE LOSE
Come uscire da questa situazione? Sembra complicato ma in realtà è molto semplice. Basta riconoscere la realtà ed assumersi una responsabilità. La realtà è molto chiara, il ragionamento sottostante non ha ragion d’essere, è sufficiente riconoscere di aver sbagliato: sbagliato progetto, finalità, tempi, ragionamento. Il presidente della Russia ha una grande opportunità: quella di passare alla storia non come il carnefice degli Ucraini ma come uno statista che ha saputo riconoscere un errore politico e storico e magari far rientrare il suo paese nell’orbita dei paesi occidentali anziché abbracciare la Cina con tutti i rischi che questo avvicinamento comporterà e di cui i suoi concittadini sopporteranno le conseguenze per decine, forse centinaia di anni. Conseguenze economiche, commerciali, culturali, politiche.
Ci pensi bene Presidente! Meglio riconoscere un errore oggi che retrocedere nel medioevo per decine di anni. Dove pensa di portare la Russia se il 50% del PIL mondiale è prodotto dai paesi del G7? A chi pensa di vendere i suoi prodotti? Cina a parte, il restante 50% è suddiviso tra centinaia di Paesi che non hanno la capacità industriale, commerciale, finanziaria di acquistare i suoi prodotti.
Ma se proprio questa operazione verità non dovesse trovare accoglimento (e la mobilitazione parziale appena annunciata non va certamente in questa direzione) non ci resterebbe che la guerra. Lo abbiamo già fatto per liberarci dalla barbarie nazifascista (quella vera), stia certo che saremmo in grado di rifarla. C’è una sola differenza rispetto ad allora: che la Russia possiede le armi nucleari. E anche l’occidente le possiede. Ed è proprio per questo motivo che sarebbe una catastrofe per l’intera umanità, ma spingersi a minacciare il loro utilizzo come arma di ricatto non può trovare accoglimento alcuno e spingersi fino al limite massimo non può che accelerare ed aumentare la tensione anziché cercare una soluzione che è dietro l’angolo, a portata di mano, e senza costi umani. Basta riconoscere l’errore!