Quando Barbara Herreros mi ha lusingato invitandomi a partecipare a questa iniziativa, ho aderito con slancio e piacere. Poi mi sono spaventato. Mi sono chiesto, “cosa c’entro io con l’arte?” Profondamente e consapevolmente ignorante del tema ho resistito alla tentazione di sbirciare su google, di leggere wikipedia, di solleticare libri e riviste di vario genere.
Quindi potrei chiudere qua, mi son detto. Chiamare Barbara e dirle “scusa, ho scherzato, non sono in grado”.
E sinceramente ed in effetti penso di non essere in grado. Ma poi ho pensato che quello che avrei scritto sarebbe stato almeno frutto di una sana e consapevole riflessione del tutto personale.
Certo, andrebbe prima definito cosa è arte e cosa è bellezza, ma il discorso ci porterebbe troppo lontano e lo lascio a chi sa.
Quante sono le forme d’arte ufficiali? Non saprei dire. Per quanto mi riguarda penso siano innumerevoli. Fortemente legate ad almeno uno di tre elementi, l’emozione, i sensi e la capacità di dare vita e nutrire pensieri diversi. L’inattesa sospensione del respiro, il sigillo e la garanzia che, per me, sono di fronte o in ascolto a una forma di arte.
Provo a spiegarmi, magari risultando banale. Un quadro, una sinfonia, un film, una scultura, un concerto, un paesaggio ecc. che mi generano uno dei tre elementi sopra citati e fermano per un attimo il respiro diventano per me, automaticamente arte, bellezza, nutrimento per il cuore, l’anima e il cervello.
Dare vita a pensieri diversi. L’essere umano adulto difficilmente cambia idea, difficilmente osserva il mondo da punti di vista differenti, difficilmente rinuncia al proprio portato di esperienze e di consuetudini. Perché costa fatica, perché significa mettere in discussione se stessi e il proprio percorso di vita perché richiede uscire dalla propria zona di confort ecc. Ed è un vero peccato. L’arte può fare il miracolo. L’arte è uno strumento potente per far cambiare idea, per guardare in modo diverso, per pensare in modo diverso. Già solo questa considerazione dà all’arte un potere enorme e ne conferisce un valore inestimabile nella vita di tutti i giorni. L’arte produce il miracolo di frasi come “non pensavo che …” “non avrei mai creduto che…” ampliando così l’orizzonte sensoriale e cognitivo delle persone. Avvicinandole, accomunandole, creando spazi di condivisione e di dialogo.
I concetti di arte e bellezza li lego inoltre all’idea, all’afflato legato alla libertà. E’ del tutto personale mi rendo conto e mi si potrà obiettare che in regimi totalitari o dove sono negati i diritti civili e la libertà è “condizionata”, vi sono testimonianze e rappresentazioni di arte e di bellezza. Quindi la mia può essere una riflessione farlocca, ma, appunto, è la mia. Se però a questi regimi aggiungete fanatismo e intolleranza il gioco è fatto, trovare nuova arte e nuova bellezza diventa una operazione improba.
Anzi, la libertà è di per sé una forma di arte. A cui purtroppo non facciamo più caso, diamo per scontata. Al punto di portare alcuni a simpatizzare per “regimi forti” e limitanti.
E cosa mi dite della natura? Non è forse la manifestazione più alta dell’arte e della bellezza? Della forza e della delicatezza, del tutto e del nulla? Un inchino al grande maestro, al più grande artista, un genio assoluto
Riflessioni caotiche come anticipavo nel titolo.
“La bellezza salverà il mondo” scriveva Dostoevslij per bocca del principe Miskin nell’Idiota. La frase, il concetto è bellissimo. E’ divino. E credo che sarebbe un peccato provare a dare una interpretazione a questa frase, ognuno può dare la propria e sarà comunque giusta.
La bellezza è balsamo, è cura è rapimento, è sospensione, è amore. E vale anche il contrario, amore è bellezza, è cura, è balsamo, è sospensione.
L’arte, la bellezza richiede persone attrezzate di strumentazione mentale, culturale, morale adeguata per poterla apprezzare, cogliere, respirare. Inevitabile a questo punto il riferimento alla scuola. A parte gli istituti che per vocazione si ispirano a una precisa formazione artistica (il liceo coreutico, le varie accademie ecc.) è probabilmente una base comune che andrebbe definita, sviluppata, creata e sostenuta. Immaginiamo alle scuole elementari, poi nelle medie e nelle secondarie superiori “corsi di bellezza e arte”.
Utopia? Non credo proprio. Non interesserebbero a nessuno? Sono sicuro di no. Certamente occorrerebbe individuare metodologie e ambiti innovativi, coinvolgimento e partecipazione, stimoli e linguaggi adatti per giovani menti, per nuovi valori, per dinamiche collaborative ed inclusive, per un futuro diverso.
Il futuro, infatti, non è più quello di una volta diceva qualcuno.
Ricordo, al tempo del liceo, lo studio della “Storia dell’arte”, certamente utile, ma purtroppo un tantinello noioso, statico e nozionistico. E credo purtroppo, che non sia cambiato nulla o quasi anche se sono, ahimè, passati più di quaranta anni e tutto il mondo è cambiato e continuerà a cambiare da un punto di vista sociale, tecnologico, economico, politico.
Comunque, a ripensarci, rimpiango il fatto di non avere strumenti adeguati per capire. Faccio un esempio. Un caro amico di fronte alle opere di Picasso sfiora la sindrome di Stendhal, io ne colgo l’originalità. E mi fermo lì. Amici melomani si esaltano ad ascoltare Schoenberg, a me sembrano rumori fastidiosi. Perdonatemi!
I luoghi e i tempi dove ammirare l’arte e la bellezza si suddividono in due grandi categorie. Sempre secondo me. L’ammirazione dell’arte in modo consapevole il primo e in modo inconsapevole il secondo.
La visita a un museo di cui conosco già le opere per averle studiate o viste su vari supporti, o l’ascolto di una sinfonia conosciuta sono un esempio del primo tipo. Ho scelto di ammirare o ascoltare qualcosa che è stato fatto in passato. So cosa andrò a vedere o sentire e, tendenzialmente, so che mi piacerà. Tendenzialmente.
Qualsiasi altra performance che non sia una ripetizione di cose viste o ascoltate ecc. con il passato o di cui non ho esperienza è del secondo tipo. Immaginate durante un viaggio, ancora la visita a un museo, ma di opere di cui non ne conoscevo l’esistenza o la partecipazione a un concerto di un artista o di una orchestra o band non conosciuta. Mi possono sorprendere in misura maggiore e maggiormente ampliare i miei orizzonti sensoriali.
Mi piace chiudere queste semplici e caotiche riflessioni mettendo in condivisione quelli che per me sono o sono stati/e grandi artisti e produttori di bellezza, emozione, armonia. E in molti casi mi hanno fatto cambiare idea o almeno hanno ampliato e arricchito il mio punto di vista e di osservazione. Immergersi nelle loro opere è per me un piacere inesauribile e ogni volta rinnovato. Che si tratti di musica, sport, scultura, cinema letteratura o poesia.
Dio, Van Gogh, Mozart, Maradona, Banksy, Leonardo, Marilyn Monroe, Charlie Chaplin, Michelangelo, Shakespeare, Beatles, Bernini, Totò, Monet, Kubrick, Meryl Streep, Renoir, GG Marquez, Beethoven, de Lempicka, Babbo Natale, Merini, Keats.