Dicono che le persone del segno zodiacale della Bilancia, siano amante del bello, si circondino di bellezza e di armonia, la cerchino come l’aria per respirare meglio…
E’ inutile cercare di definire l’arte, la prima parola usata in accostamento alla parola arte è: soggettività!!!
Oltretutto, ci sono delle enciclopedie complete sul tema, dei libri molto interessanti e belli, biografie scritte da artisti come Andy Warhol e Salvador Dalí, e/o il libro di Umberto Eco ”Sull’arte. Scritti dal 1955 al 2016”. Di fatto, credo la maggior parte di noi ha in casa almeno la storia e le opere di Michelangelo, Leonardo, Picasso, Tiziano, Bernini, Raffaele, Botticelli, Modigliani per citarne solo alcuni. Senza contare con “La Divina Commedia”, Shakespeare, Pasolini, Gabriel Garcia Marquez, ed un lungo elenco.
Dal mio punto di vista, potrei attingere alla suddivisione dell’arte fatta nel 1923 dal poeta Italiano Ricciotto Canudo consistente in “nove arti”: architettura, musica, pittura, scultura, poesia e direi anche letteratura, scrittura e lettura, danza, cinema includendo il teatro, radio-televisione e fumetto; con l’aggiunta importante fatta nel 1964 da Claude Beylie un critico francese, con i videogiochi come la decima arte.
Infatti, il colore, la bellezza, la musica, il movimento armonico, il ballo, la fotografia, il fumetto, tutto quello che ti porta a fare dell’arte, a vivere di arte, all’espressione umana in tutte le sue forme e declinazioni mi hanno sempre attirato come una calamita, inconsciamente hanno guidato i miei passi da quando ero piccola.
Tutto quello che oggi è tecnologia innovativa, negli anni ’50 quando sono nata nell’ultimo paese del Sud America, il Cile – una porzione di terra molto lunga ed accidentata che va dal deserto di Atacama alla Patagonia – esisteva molto poco.
A 15 anni, ho fatto il mio primo viaggio importante. Sono stata invitata da una mia cara amica a passare le vacanze in El Salvador. Ho avuto l’opportunità di visitare anche il Guatemala, Honduras e il Messico. Mondi, per me totalmente nuovi, con una popolazione composta in gran parte di indigeni e di una classe dominante minoritaria ma forte di potere e tradizioni; pieni di colori, di modi di vivere totalmente diversi per declinazioni culturali e d’arte, come quella che ho visto negli enormi Murales di Diego Rivera in Messico e dove ho sentito parlare per la prima volta di Frida Khalo, diventata attualmente icona e meme universale.
Diego Rivera, L’uomo che controlla l’universo (1934; affresco, 480 x 1145 cm; Città del Messico, Palacio de Bellas Artes)
Santiago, la mia città natale, era molto diversa, più metropolitana. A El Salvador per la prima volta ho visto tanta povertà, tanto colore negli indumenti di queste donne indigene che molte volte avevano dei neonati avvolti sulle spalle con naturalezza. L’artigianato, il folklore, l’arte, la bellezza, la disparità sociale, tutto insieme contemporaneamente.
Finita la scuola, mio padre sentendomi parlare di un viaggio avventuroso per imbarcarci lavorando come cameriere su una nave di crociera per pagarci il biglietto insieme ad una mia compagna di scuola, mi sorprese piacevolmente e mi propose un patto che non potevo né volevo rifiutare, il patto era di andare a Londra, studiare segretariato/economia per poter apprendere un mestiere con il quale vivere autonomamente.
All’epoca ero innamorata di Claude Monet, il pittore della luce e uno dei padre degli impressionisti, delle sue romantiche ninfee, della “Donna in giardino” e volevo poter camminare per quelle strade che tanta storie raccontavano. Sapevo (nella mia cultura da adolescente) dei caffè dove si suonava il jazz fino a tarda notte, delle notti bohemien di Parigi, dei pittori che potevi trovare per strada, di tutto quello che mi interessava avidamente conoscere.
Per questo, oggi, guardando indietro posso dire che l’arte ha avuto un impatto significativo nella mia vita, perché ha disegnato un percorso che potrei dire senza ritorno, completamente a mia insaputa in quegli anni!
Grazie a quei viaggi, dunque, ho scoperto mondi nuovi, che hanno aumentato esponenzialmente la mia curiosità e avidità di conoscere, la mia voglia di viaggiare e di imparare.
Ho studiato e vissuto a Londra per quasi due anni, pochissimo tempo della mia vita nella sua totalità, ma che ha cambiato radicalmente la mia forma mentis. Ho imparato a capire che le persone valgono per quello che sono e per quello che fanno, non per la loro provenienza né per quello che hanno. Sembra nulla, ma è basilare per avere una percezione del mondo socialmente aperta.
Sono arrivata a Montmartre, al Museo di Monet e a tanti altri musei nella mia vita, non ultimo quello della Violeta Parra a Santiago aperto da pochissimi anni. Avevo 18 anni, e Londra era la città dei Beatles e dei Rolling Stones, di Mary Quant e le sue minigonne, di Jimi Hendrix, Sex Pistols, The Clash, David Bowie, della droga, di Carnaby Street e Portobello Road, del National Theater di Sir Laurence Olivier, di Nureyev e delle ragazze che non usavano il reggiseno.
Tornata in Cile ho avuto l’opportunità di vivere quello che fu un’esplosione anche artistica durante il governo di Salvador Allende, e ho potuto assistere a concerti di Ravi Shankar, Dizzi Gillespie, mostre d’arte contemporanee molto belle, e una grande attività artistica in ogni ambito.
I miei orizzonti erano cresciuti, e quando mi sono trovata a confrontarmi con dei fatti storici importanti, la mia scelta naturale è stata quella di lasciare il mio paese, dove non sono mai più tornata a vivere dal quel lontano 1975. Vivo in Italia a Roma, ormai dal ‘84-’85, dopo aver passato due anni a Quito, e circa altri otto a Londra.
Forse, non è un caso che io sia finita qui, e certamente non è un caso che ami Roma follemente e la consideri la città più bella del mondo. Con il suo caos, con un traffico sempre esasperante, con il romano sornione, cinico e sempre pronto alla battuta. L’Italia è il bel paese, che raggruppa in sé il patrimonio artistico e culturale maggiore al mondo!
Quello che mi interessa dell’arte è la sua bellezza, è la passione con la quale si fa, si insegue, si fa di tutto per farla saltando tutti gli ostacoli che si trovano per strada!
Ho partecipato a tanti progetti artistici nella mia vita, sempre insieme a della gente meravigliosa, piena di entusiasmo ed allegria di vivere. Uno di questi è il mio compagno di vita che già aveva fatto del teatro ed un film prima di conoscermi, e con il quale dopo abbiamo realizzato sia della pubblicità sia dei documentari di cinema in Ecuador, tanti progetti di fotografia e video a Londra, vari spettacoli multimediali rappresentati al Teatro Antico di Segesta, a Palermo e a Napoli.
Anche il nostro lavoro di consulenza durato tanti anni, sono stati permeati dall’arte, sempre cercando la bellezza da condividere con gli altri. Di far conoscere il bello!
La stessa nostra rivista Il Caos Management, è l’espressione di questo desiderio di condivisione, partecipazione, distribuzione della conoscenza e dell’arte, della scienza e della bellezza, perché la vita è questa! Un miscuglio che creiamo ogni giorno e che ogni giorno cambia…
Ho sempre scritto racconti, storie, racconti per bambini, di tutto e di più!
E la storia non finisce qui, perché anche mio figlio è un artista!
Ma, mi preme dire un’altra cosa per me basilare: la libertà penso sia la cosa più importante per tutti gli essere umani!
Primo Levi ha detto: “Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità…”
L’arte e la bellezza hanno bisogno della democrazia, perché bisogna essere delle persone libere per poter esprimersi al meglio! Viva Bansky che smuove le coscienze di tutti noi con la sua street art ovunque rappresentata sempre di più.
Penso alle donne in Afganistan che non possono neanche andare a scuola, o alle donne dell’Iran in questo momento, o a tutte le donne e anche a tutti gli uomini che non riescono ad apprezzare la bellezza o l’arte visto le condizioni di vita nelle quali si trovano.
Questa dovrebbe essere la nostra preoccupazione maggiore, che tutti gli esseri umani possano vivere come tali ed avere il diritto ed il dovere di poter fare dell’arte e di apprezzare la sua bellezza!!!