“One-Minute Manager” è un libro di un centinaio di pagine che intende insegnare come dirigere con successo un’azienda mediante periodici interventi lampo parlando per un solo minuto con i collaboratori chiave.
Lo scrisse Kenneth Blanchard nel 1982. Ne sono state vendute decine di milioni di copie anche in numerose traduzioni: quindi deve ben fornire qualche idea efficace.
Il manager “da un minuto”, una volta alla settimana, discute per 2 ore l’andamento dell’azienda [profitti e perdite, mercato e concorrenti, magazzino, prospettive] con tutti i suoi capo-divisione. Il principio informatore che lo ispira è; “le persone che si sentono a proprio agio, producono buoni risultati.”
Ciascun capo-divisione funzionerà bene se i suoi obiettivi sono definiti chiaramente – in un documento di 250 parole. Non dovranno essergli assegnati molti obiettivi diversi. L’optimum è fra 3 e 6.
Il top manager deve illustrare ai collaboratori il principio statistico-empirico di Pareto: “il 20% delle azioni o degli obiettivi prefissi da un’azienda consegue l’80% dei risultati”. Ne consegue l’opportunità di individuare le azioni e gli obiettivi caratterizzati da rendimenti più alti e di assegnare ad essi adeguate priorità.
I rischi che corriamo se cerchiamo di fare troppe cose in simultanea, sono esemplificati da chi guida la macchina e intanto scrive e invia messaggi sul suo smart-phone o partecipa a lunghe discussioni, magari coinvolgendo parecchi colleghi e impiegati.
Il manager da un minuto discute l’andamento del lavoro anche in incontri bilaterali con singoli capi-divisione. Sono incontri brevi – tipicamente di un minuto.
Il top manager deve cercare di “sorprendere l’interlocutore a fare qualche cosa di giusto”, quindi farà bene ad esprimere il suo apprezzamento. La lode contribuisce a far sentire a proprio agio la persona lodata. Anche in tale contesto, il rendimento viene massimizzato limitando a un minuto il tempo dedicato ad esprimere un giudizio positivo e sufficiente a stabilire l’associazione di idee fra l’approvazione e gli atteggiamenti approvati.
Le considerazioni precedenti si applicano naturalmente ai casi in cui il top manager individua chi sia responsabile di errori, omissioni, giudizi sbagliati o inadeguati. Il verdetto negativo verrà, di nuovo, espresso concisamente in un minuto. Conterrà ovviamente condanne di azioni (od omissioni) e non critiche personali, magari ricordando precedenti brillanti prestazioni della persona criticata e sottolineando sorpresa per l’inaspettata inadeguatezza – classificata come atipica.
Il manager da un minuto, quindi, non è duro, né super-amichevole, ma oggettivo, documentato, imparziale. Blanchard suggerisce che il manager da un minuto insegni ai suoi seguaci come vadano prese decisioni informate e tempestive. Sembra implicare che le decisioni rapide siano in prevalenza quelle corrette. Se le informazioni disponibili sono scarse e le proiezioni temporali sono molto incerte, cresce la probabilità che le decisioni siano sbagliate.
Nel 2016 è stato pubblicato un aggiornamento del concetto originario; “Il nuovo One-Minute Manager” di Ken Blanchard e Spencer Johnson, (Sperling e Kupfer). Non aggiunge concetti nuovi rilevanti al ragionevole principio empirico, ma contiene vari esempi calzanti.
Si trovano su Google numerose offerte di edizioni inglesi, anche usate, del libro e sommari.
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Ormai, però, la prontezza nelle analisi e nelle decisioni manageriali è assicurata da procedure informatiche standard che forniscono anche una capacità di analisi prescrittiva e tempestivi memento. Per business intelligence suggerisco il programma POWER BI; per il management dei rapporti con i clienti (CRM – Customer Relationship Management) suggerisco l’applicazione SALESFORCE.
*Pubblicato su L’OROLOGIO – 14/4/2022