Qualche anno fa su queste pagine pubblicai un pezzo sugli orologi penduli come pizze poco cotte, dipinti da Salvador Dali. Mi pare che siano pochi i pittori che hanno rappresentato orologi. Invece trovo che il famoso costruttore di orologi di lusso Jaeger-LeCoultre nel 2021 ha riportato smaltati in miniatura alcuni dipinti straordinari sul retro della cassa ribaltabile del suo segnatempo Reverso.
La serie si chiama Reverso Tribute Enamel Hidden Treasures (Tributo in Smalto Reverso a Tesori Nascosti). Le prime tre miniature sono riportate in figura.
Si tratta di tre quadri ciascuno dei quali ha segnato un momento significativo nella storia dell’arte. Le opere stesse – o i loro autori – hanno subìto vicissitudini drammatiche che le hanno, appunto, tenute nascoste al pubblico anche per anni.
L’idilliaco panorama intorno al Lago di Ginevra sembrerebbe ispirato dalla vita tranquilla e dai successi giovanili di Gustave Courbet, il benestante iniziatore delle tendenze realistiche nella pittura francese. Risale, invece, ai suoi ultimi anni molto travagliati. Courbet era un ribelle. Molte sue opere erano accolte con favore nelle mostre ufficiali degli accademici. Esponeva, però, privatamente suoi lavori controversi fra cui alcuni considerati scandalosi. Era avverso all’Impero e, dopo la disfatta francese nella guerra del 1870 contro i prussiani, partecipò alla Comune. Riteneva la colonna di Place Vendôme eretta da Napoleone nel 1810 (fusa nel bronzo di 1200 cannoni austriaci e russi) e dedicata alla vittoria di Austerlitz, un retrivo simbolo imperialistico. Sotto la Terza Repubblica fu molto attivo nel movimento che ne propugnava la demolizione. La colonna fu abbattuta nel 1871. Courbet, però, nel 1873 fu condannato al carcere e a pagare le spese per la riedificazione della colonna. Fu poi esiliato in Svizzera. Non pagò mai quel risarcimento e morì alcolizzato.
I drammi di Van Gogh erano connessi con le sue turbe mentali che lo portarono a tagliarsi un orecchio e poi al suicidio a soli 37 anni. La tragedia grave e ingiusta, di cui non ebbe sentore, fu il divario fra la sua vita di fallimenti e di miseria e gli eventi postumi: la vasta fama e lo smisurato valore commerciale postumo delle sue opere. Questi elementi danno ragione a Kipling che chiamava successo e fallimento “quei due impostori”. Sono interessanti le 600 lettere che Van Gogh scrisse al fratello Theo, ma il suo impatto culturale è quello delle immagini.
La vita di Klimt fu ricca di successi e di rapporti umani. Ebbe molte compagne e parecchi figli. Il suo ritratto di signora riprodotto nella miniatura citata sul terzo Reverso ebbe, invece, varie traversie. Lo aveva dipinto sovrapponendolo a quello di un’altra sua amante, deceduta in giovane età. Poi il ritratto fu erroneamente considerato un falso e scartato in soffitta da un suo proprietario, quindi fu riconosciuto per autentico. Era esposto in una galleria italiana e fu rubato da ignoti, infine recuperato è stato conservato a lungo nel caveau di una banca.