Considerazioni tratte liberamente da “Le piccole virtù” di Natalia Ginzburg
Sul Corriere della Sera online un po’ di giorni fa mi sono imbattuta in una notizia che mi ha sorpresa. C’era questa piccola notiziola con l’aggiunta di un video dove un medico spiegava la necessità di cambiare le lenzuola del letto e metterle in lavatrice almeno una volta alla settimana per ragione igieniche.
La mia perplessità era grande, perché a me sembra una normale abitudine comune, dunque non ho capito la necessità di farla diventare una notizia ed addirittura con l’aggiunta di un video.
A questo punto mi sono fatta delle domande:
- ma per quanti di noi questa è una cosa così evidente?
- Quanta gente mangia seduta a tavola tutti insieme una volta al giorno o alla settimana?
- Quanti adolescenti durante la loro vita scolastica mangiano pizza fredda o un piatto di pasta riscaldato al microonde?
- Quanti genitori hanno il tempo per chiedere ai loro figli com’è andata la giornata?
- Quante sono le famiglie italiane che si riuniscono una domenica al mese a mangiare tutti insieme?
- Ma, ai piccoli, viene insegnato che devono lavarsi le orecchie?
- Quanti ragazzini di 9/10 anni sono sufficientemente grandi ed intraprendenti per guardare dei video pornografici sul cellulare ma devono essere accompagnati a scuola?
Un rilassamento o lassismo sulle sane abitudini famigliari potrebbero essere ascritti a varie ragioni. Credo sia lecito chiedersi se il “famigerato 68″, al quale viene attribuita gran parte della mancanza di professionalità universitaria con il famoso voto politico sia una di quelle, anche se contemporaneamente ha abbattuto tante barriere sociali. Un’altra causa di questo lassismo potrebbe essere l’allargarsi delle maglie di contenimento della religione cattolica (cito questa religione solo perché era la più osservata nel nostro mondo occidentale). E l’ultima potrebbero essere le crescenti difficoltà economiche sociali dei paesi europei, che contribuiscono a modificare le “sane abitudini” famigliari della nostra generazione per necessità impellenti.
La mia generazione è stata quella “rivoluzionaria”, sia a livello politico sia a livello femminista. Le donne hanno fatto delle lotte enormi per guadagnare diritti e lo hanno fatto – lo abbiamo fatto – tra mille difficoltà e lottando contro pregiudizi radicati anche all’interno delle nostre famiglie, rompendo gli schemi tradizionali che ci hanno comportato delle conseguenze sociali.
Oggi, sembra che tutto quello sia rimasto indietro, tanti diritti guadagnati con tanto sforzo e tenacia sono stati distrutti subdolamente con l’introduzione di leggi delle quali non ci siamo accorti fino a che non hanno prodotto tabula rasa. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono già talmente poveri che non hanno più la forza per lottare. Sopravvivono!
E in questo contesto, i figli non vengono seguiti abbastanza, gli adolescenti vengono lasciati a chi è disponibile, sia questa la nonna, la zia, o la tecnologia, intesa come videogame ai quali giocare per interi pomeriggi in solitaria o a distanza, ma certamente non è studiando che questi ragazzi occupano il loro tempo, altrimenti non dovremmo leggere tante notizie di risse a coltellate, o di bullismo continuo nelle scuole e dintorni… Senza entrare nel tema del femminicidio, che, purtroppo, merita un capitolo a parte.
Leggendo Natalia Ginzburg ne “Le piccole virtù” ho trovato molto interessante queste sue considerazioni:
“E’ giusto che i ragazzi vivano, nei primi anni della loro vita, ignorando che cos’è il denaro. A volte questo è impossibile, se siamo troppo poveri; e a volte è difficile, perché siamo troppo ricchi.”
Sì, perché molte di queste abitudini famigliari vengono definite più chiaramente da un fatto molto concreto che a noi di una certa generazione non piaceva affrontare per nulla: il denaro!
Eravamo contro il denaro a prescindere, volevamo dimostrare a tutti costi di non averne bisogno, di poterne fare a meno perché le cose importanti erano altre. Non è proprio così! E qui viene il bello. La Ginzburg dice che non dovremmo insegnare ai nostri figli a risparmiare: dovremmo abituare a spendere. Dovremmo dare spesso ai ragazzi un po’ di denaro, piccole somme senza importanza, sollecitandoli a spenderle subito e come gli piace, seguendo un momentaneo capriccio: i ragazzi compreranno qualche minutaglia, che dimenticheranno subito, come dimenticheranno subito il denaro speso così in fretta e senza riflettere, e al quale non si sono affezionati.
Continua: “Se abbiamo delle difficoltà economiche, è necessario che i nostri figli, non troppo presto e non troppo tardi, ne siano messi al corrente; così come è giusto che a un certo punto dividano con noi le nostre preoccupazioni, e le nostre ragioni di contentezza, e i nostri progetti e tutto quanto concerne la vita famigliare. E abituandoli a considerare il denaro famigliare come una cosa che appartiene a noi e a loro in egual misura, e non a noi piuttosto che a loro, o il contrario, potremmo anche invitarli ad essere sobri, a stare attenti al denaro che spendono: in questo modo l’invito al risparmio non è più rispetto per una piccola virtù, non è astratto invito a portare rispetto ad una cosa che non merita rispetto in se stessa, come il denaro; ma è un ricordare ai ragazzi che non è molto il denaro di casa, è un invito a sentirsi adulti e responsabili di fronte ad una cosa che appartiene a noi come a loro, una cosa non specialmente bella né amabile, ma seria, perché legata alle nostre necessità quotidiane. Ma non troppo presto e non troppo tardi: e il segreto dell’educazione sta nell’indovinare i tempi”.
E forse il problema è anche questo. Chi di noi oggi ha tempo sufficiente a disposizione da dedicare alle persone con le quali vive o delle quali è responsabile? La maggior parte della popolazione corre da una parte all’altra arrabattandosi come meglio può per avere una quantità decente di soldi con la quale vivere. Ce ne rendiamo conto che il tempo scorre e non torna? Sono i soldi veramente la priorità??
Il modo di vivere delle famiglie è cambiata in base alla possibilità di procurarsi questa quantità decente di soldi. Le aziende Italiane e non solo fanno la corsa contro il tempo per risparmiare denaro ed energia esigendo ai loro lavoratori di dare una loro disponibilità di tempo sempre maggiore e non sempre retribuita adeguatamente.
Questo incide direttamente sul ménage famigliare e di conseguenza non sono molte le famiglie che si ricordano che le lenzuola si cambiano di solito il lunedì mattina o il venerdì di ogni settimana, secondo il ritmo famigliare. E si fanno le pulizie di fino della casa, almeno una volta alla settimana come si fa la spesa per tutti, come ci sono altri piccoli obblighi sociali.
Bisogna ricordarsi di trovare IL TEMPO per le cose importanti! Dovrebbe essere la nostra priorità usarlo bene! Dovremmo lasciar perdere le cose futili e dare una giusta dimensione al denaro che è una cosa che non merita rispetto in se stesso, come dice la Ginzburg…Il tempo che doniamo a noi stessi e alle persone che amiamo è la cosa più importante.