L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo, trasformando vari settori, tra cui finanza, sanità, trasporti, industria, e molti altri. Le conseguenze per le economie e le società sono difficili da prevedere. Ciò è particolarmente evidente nel contesto dei mercati del lavoro, dove l’IA promette di aumentare la produttività al costo di una radicale trasformazione del lavoro. Il rapporto, pubblicato dal Fondo monetario internazionale (https://www.imf.org/en/Publications/Staff-Discussion-Notes/Issues/2024/01/14/Gen-AI-Artificial-Intelligence-and-the-Future-of-Work-542379) alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, evidenzia che circa il 40% dell’occupazione globale è esposto all’IA, con le economie avanzate a maggior rischio, ma anche meglio posizionate per sfruttare i benefici dell’IA rispetto alle economie emergenti e in via di sviluppo.
Nelle economie avanzate, circa il 60 percento dei lavori sarà travolto dall’impiego dell’ IA, a causa della prevalenza di lavori orientati alle attività cognitive e circa la metà potrebbe essere negativamente influenzata dall’IA, mentre il resto potrebbe beneficiare di una maggiore produttività attraverso l’integrazione della stessa. In dettaglio l’esposizione complessiva è del 40 percento nelle economie emergenti e del 26 percento nei paesi a basso reddito. Sebbene molte economie emergenti e in via di sviluppo possano subire meno disturbi immediati legati all’IA, sono anche meno pronte a coglierne i vantaggi. La conseguenza di tutto questo potrebbe accentuare la disparità digitale e di reddito tra i paesi.
A differenza delle precedenti onde di automazione, che hanno avuto l’effetto più forte sui lavoratori di medio livello, i rischi di sostituzione dell’IA si estendono anche ai lavoratori ad alto salario, anche se questo dipende principalmente dalla misura in cui l’IA sostituisce o integra i lavoratori ad alto reddito. Alcune simulazioni suggeriscono che i lavoratori ad alto salario possono aspettarsi un aumento più che proporzionale del loro reddito da lavoro, portando a un aumento della disuguaglianza di reddito da lavoro. Sono quindi importanti le scelte dei paesi in merito alle politiche da adottare per limitare queste disuguaglianze.
I lavoratori con un’ alta formazione sono meglio preparati a passare da lavori a rischio di sostituzione a lavori ad alta complementarità, intendendo con questa definizione i ruoli occupazionali in cui l’Intelligenza Artificiale (IA) e gli esseri umani collaborano sinergicamente, sfruttando le rispettive competenze per migliorare l’efficienza complessiva. In contesti lavorativi caratterizzati da alta complementarità, l’IA non sostituisce direttamente le attività umane, ma si integra in modo sinergico, potenziando le capacità umane e contribuendo a una maggiore produttività. In questo contesto i lavoratori più anziani potrebbero essere più vulnerabili alla trasformazione guidata dall’IA.
Nel Regno Unito e in Brasile, ad esempio, gli individui laureati si sono storicamente mossi più facilmente da lavori ora valutati con un alto potenziale di sostituzione a quelli con una forte complementarità. Al contrario, i lavoratori senza istruzione post-secondaria mostrano una mobilità ridotta. I lavoratori più giovani, che sono adattabili e familiari con le nuove tecnologie, potrebbero anche essere meglio in grado di sfruttare le nuove opportunità. Al contrario, i lavoratori più anziani potrebbero avere difficoltà con la ricollocazione, l’adattamento alla tecnologia, la mobilità e la formazione per nuove competenze lavorative.
Per sfruttare appieno il potenziale dell’IA, le priorità dipendono dai livelli di sviluppo dei paesi. Per questo torna utile l’indice di preparazione all’IA che tiene conto di diversi fattori chiave, tra cui l’innovazione tecnologica, la presenza di infrastrutture digitali avanzate, la formazione di una forza lavoro competente nell’ambito digitale. Un nuovo indice di preparazione all’IA mostra che le economie avanzate e quelle emergenti più sviluppate dovrebbero investire nell’innovazione e nell’integrazione dell’IA, avanzando nel contempo quadri regolatori adeguati per ottimizzare i benefici derivanti dall’uso crescente dell’IA.
Per le economie emergenti e in via di sviluppo meno preparate, lo sviluppo infrastrutturale fondamentale e la formazione di una forza lavoro digitalmente competente sono fondamentali. In definitiva è importante sottolineare la necessità di politiche e misure volte a garantire che l’impatto dell’automazione e dell’IA sull’occupazione sia affrontato attraverso un sostegno economico adeguato, reti di sicurezza sociale efficaci e programmi di riqualificazione professionale.