Sì, lo confesso: sono una strega (e non nel senso del mio noto caratteraccio), ma per la capacità di comunicare con l’Aldilà o quanto meno con il mondo misterico. Tutta la parte femminile della mia famiglia ha avuto rapporti di percezione medianica con l’Altrove, il Paradiso, l’Ade o qualunque cosa sia. Il che non è proprio una passeggiata di salute.
Ora, però, sono una strega felice. Lo sono da quando ho saputo Assange LIBERO. L’ho visto spossato e malridotto uscire di prigione. Ho guardato il suo bel viso, occhi al cielo, mentre l’aereo lo riportava finalmente a casa, nella sua splendida Australia, nell’ultimo Continente conosciuto.
Sono una strega felice e non grido all’orrore, per un momento mi lascio andare alla gioia pur sapendo che la sua libertà personale e fisica è costata molto cara. Per tornare a vivere ha dovuto sottoporsi alla “Prova Madre”, all’autodafè. E’ con l’abiura che il Potere riduce al silenzio chi gli si oppone. Come Galileo Galilei, Assange ha dovuto confessare che “Sì, la Terra è piatta e il Sole le scorrazza tutt’intorno”. Così facendo, la libertà di stampa ha subito un durissimo colpo, creando un pericoloso precedente.
Ma, diciamolo a denti stretti: la libertà di parola e di informazione non è più al sicuro in questo strambo Pianeta, soprattutto nel nostro piccolo inconsistente Paese, tutta tecnologia e negazione per prendere il volo verso un fulgido futuro.
La tanto decantata “Modernità” necessaria alla crescita tecnologica, politica ed economica si sta rivelando una mina vagante ben infissa nella barbarie.
Eppure eravamo stati avvertiti. Le migliori menti del Novecento, i geni della sociologia, della filosofia e del libero pensiero hanno ricercato, elaborato, riempito pagine teorizzando scenari preoccupanti per il futuro dell’umanità.
Per primo Pasolini, definendo omologato il popolo della TV e considerando la nascente società dei consumi un nemico da combattere.
Lo scriveva negli anni ’60/’70; nell’autunno del 1975 lo hanno ucciso. Chi sa ragionare col proprio cervello, libero da pregiudizi e false paure, chi ha conservato, nonostante tutto, un forte senso critico lo sapeva già.
Non parlo di Congiure di Pazzi Scatenati, ma del metodico disegno di un Neo Capitalismo, furbo, spregiudicato e pragmatico, atto a condizionare tutti gli esseri viventi del Pianeta a proprio vantaggio, per il proprio benessere predatorio.
La furbizia è l’espressione suprema della stupidità, afferma un certo scrittorucolo buttato fuori dalla TV di Stato, reo di “eccesso di fedeltà antifascista”: Antonio Scurati.
La furbizia, altrimenti detta “cazzimma, si accompagna, in chi è “al Comando”, all’alterigia, ad una forma di presunzione tanto più volgare quanto fuori misura, complice della manipolazione e del controllo sugli altri, con il fine di alterarne le coscienze.
La “cazzimma” non ha nulla a che fare con l’intelligenza: è materiale di scarto.
Prendo in prestito una definizione del Genio Melloni Fortebraccio, corsivista de L’Unità, che chiamava i Potenti “Lor Signori”: l’èlite dominante e il regime, insomma gli autori del disastro, saranno additati così. Loro, novelli Aracnidi, tessono tele appiccicose per catturare le menti soggiogate da una “modernità” fascinosa e promettente. La promessa è sempre LA FELICITA’, inesistente in una natura, incombente in pubblicità.
Dopo mille tentativi falliti nei secoli scorsi sono riusciti finalmente a “Bollire la Rana” (Rana Bollita Chomsky definisce ” la capacità di adattarsi a situazioni spregevoli e deleterie senza reagire se non quando è troppo tardi“), cancellando nella specie umana l’istinto più profondamente radicato: l’autoconservazione. L’istinto primordiale della sopravvivenza.
A mio parere, ne è un esempio del tutto struggente e doloroso l’immagine dell’abbraccio di tre corpi in un greto di fiume con l’acqua ribollente all’altezza delle ginocchia. Nessun tentativo estremo di salvezza…solo un abbraccio, ultima immagine possibile.
C’è anche in questa storia un altro simbolo di una teoria, questa volta Baumiana: “la cecità morale”.
Una persona li vede, li insulta e non si precipita a soccorrerli in qualunque modo possibile o impossibile. Li fotografa, fotografa la morte e ne ride. La cecità morale cancella la solidarietà, fa briciole del senso della comunità. La difesa di un componente la propria specie è insito in tutti gli esseri viventi.
Il lavorio di Lor Signori è lento, preciso e senza scrupoli. La loro capacità vampiresca, di succhiatori di linfa, è sostenuta dalle scienze del sistema nervoso profondo.
Inconsapevolmente psicologia, biologia e neurologia hanno disegnato la mappa del sistema sensoriale umano nei confronti di desideri, aspirazioni, necessità e paure. Nell’evidenziare le pulsioni più esili e attaccabili si sono aggiunti i giochi solitari di piccoli nerd, di hikikomori reclusi nei loro sottoscala, in umidi garage di sperdute periferie americane, con dita saltellanti su tastiere di PC obsoleti, alla spasmodica ricerca di una illuminante idea.
L’idea è arrivata: creati i “social”, tutto è precipitato. Il modello di democrazia come l’abbiamo conosciuto nel Novecento si è disfatto. Un pianeta piccolo come la Terra è stato rinchiuso entro mura invalicabili. Stretto tutto intorno come un enorme container, una scatola di cemento che ha inariditi e disseccati le antiche credenze, gli impulsi umani, le vitalità naturali di tutti gli esseri viventi compresi i mammiferi umani.
La promessa è sempre la Felicità. E’un gioiello, è la Scatola Magica dei desideri, è la Lampada di Aladino che, carezzandola con l’indice, ti regala sogni, meraviglie, parole e sussurri.
Simbolo di una raggiunta modernità, gli abitanti del “Pianeta Container” sono felicemente inscatolati. Tutta la vita dell’umanità, tutte le esistenze, gli affetti, le nevrosi, i terrori, le “connessioni”, le condivisioni, le circumnavigazioni del globo, tutto nella propria stanza, chiusi dentro la propria casa.
Mille amici, si parla con i propri cari lontani, si fanno lezioni, ci si connette con gli enti pubblici statali, con le scuole, le università, gli ospedali, le chiese… i camposanti. Sempre tra le pareti di casa.
La promessa si riduce ad un eterno smanettare, cliccare, messaggiare, aspettare, in una gioiosa prigionia domiciliare.
Così si ha tutto sotto controllo: la salute, la festosità, il senso di colpa, la conoscenza, la menzogna. “L’uomo non c’entra un cazzo con la salute del Pianeta: gli sconvolgimenti climatici ci sono sempre stati, sono del tutto naturali, è sempre accaduto…altrimenti avremmo ancora in giro i dinosauri”. Ovviamente i negazionisti hanno il loro Demone primario nella ricerca scientifica.
Già dal tempo del creazionismo in lotta contro l’evoluzionismo. I buchi neri, le correnti gravitazionali, gli animali senzienti, il respiro degli alberi, i vaccini salvavita li mandano ai pazzi. A loro dei ghiacciai che si sciolgono, della desertificazione di intere foreste, degli animali selvatici estinti, dell’azzeramento delle bio diversità non interessa nulla. Ma odiano il clima infausto perché devasta il loro orto e la loro casa, difendono l’ambiente “dall’orda di barbari africani” che lo deturpano.
Mi dispiace: il Pianeta sta collassando, ovvero morendo, ovvero finendo di vivere. Si trova come nel Paradosso del “Gatto di Schrodinger”, che non è il solito gattino che suona il piano, bensì un esperimento mentale del fisico viennese Erwin Schrodinger.
Abbiamo una scatola di ferro, in cui sono rinchiusi il Pianeta Terra con tutti i suoi abitanti, le sue sventure e un ordigno atomico che, innescato da qualcosa in un certo tempo e per possibili eventi, può scoppiare e può non scoppiare. Si cala il coperchio e si chiude a chiave la scatola. E’impossibile conoscere l’esito dell’esperimento: quindi la Terra è allo stesso tempo ancora viva e già morta. In parole povere siamo ancora in tempo o alla stretta finale.
In questo modo vedo la questione. L’esperimento definisce il “principio di sovrapposizione” o anche il “principio di indeterminazione” di Heisenberg. Ovvero, siamo dentro un paradosso di meccanica quantistica.
Mi sono chiesta a questo punto che cosa fa, che cosa diventa, un Pianeta morente. L’ho chiesto a Mister Google che mi ha snobbato, ma credo che si accartoccerebbe come un frutto secco.
A me piacerebbe vederlo volteggiare tutt’intorno, nello spazio gravitazionale, come una stella cadente in una calda notte d’agosto.
Non è così di certo. Non vuol dire nulla, è solo una banalità la mia, lo so bene.
Ma io sono solo una strega, non un’astrofisica.