Trenta opere per Trent’anni. Questo è il claim – bello ed esauriente – della mostra “La variabile del tempo” al Museo di Arte Contemporanea di Acri (MACA) che raccoglie i “primi” 30 anni di carriera di Massimo Sirelli, artista calabrese la cui fama ha oramai travalicato i confini nazionali.
La mostra resterà aperta dal 9 novembre 2024 al 7 marzo 2025 e ripercorrerà le tematiche nevralgiche nella produzione dell’artista calabrese che a mezzo di nuove iconografie elabora nuovi modi di definire il valore dell’opera d’arte e di restituirla come linguaggio.
Si tratta davvero di un’antologica importante che ripercorre la vita di Massimo Sirelli come artista e anche come uomo, visto che, conoscendolo, so bene che la creatività per lui è una cifra di vita.
Ogni volta che parlo con Sirelli ho in mente lui da ragazzo che tramite i graffiti, la street art e le sue tag, ha voluto filtrare la complessa realtà artistica europea che si cominciava a respirare anche nel nostro paese.
“Era l’estate del 1995, avevo 13 anni e da pochi giorni erano terminati gli esami di terza media. Un giorno presi delle bombolette dal magazzino degli attrezzi e realizzai il primo murales in strada. Non ho mai più smesso di cercare nuovi stimoli creativi”.
Il percorso espositivo, curato da Antonella Bongarzone, ripercorre i principali assi tematici della sua produzione artistica. L’artista, poi, è cresciuto sempre di più lavorando nella comunicazione e nell’advertising – realizzando anche i suoi famosissimi “robottini” – appropriandosi di elementi prelevati dalla cultura di massa in modo dissacratorio e ironico, nonché di critica verso la nuova società dei consumi, riesce nelle sue opere, che esasperano volutamente i toni, a stravolgere le icone popolari.
Massimo Sirelli è ambassador di Airc e collabora con la Onlus Insuperabili, e founder del progetto “La mia Calabria è bellissima”, perché la sua terra non l’ha mai dimenticata e la porta sempre dentro di sé.
Abbiamo avuto la fortuna di parlare ancora una volta per parlare di questo compleanno particolare.
30 opere per 30 anni per la mostra “La variabile del tempo”. Cosa vuol dire per te arrivare questo traguardo?
Una strana consapevolezza. Se dici trent’anni di carriera immagini un anziano dietro tutto questo tempo. In realtà è semplicemente un bambino che non ha mai smesso di lavorare da quell’intuizione partita dell’adolescenza che poi mi ha influenzato per tutta la vita adulta.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa mostra?
Un percorso intimo, perché per la prima volta espongo anche una serie di mirabilia, di opere degli anni ’90, di quando ho iniziato il mio percorso creativo con i graffiti, fino alle opere più recenti, con una piccola selezione dei miei famosi robot, ma insieme a questi anche altre cose, magari meno note, che danno un’idea più completa nel tempo della mia continua ricerca fatta di tanti linguaggi diversi.
Approfondiamo questo fattore della ricerca nei linguaggi. Quali sono stati i momenti più importanti nella tua carriera?
Nel tempo io ho sempre sperimentato tanto e per necessità ho lavorato anche in altri ambiti della creatività, mi sono occupato di comunicazione, di advertising per tanti anni. Questo mi ha permesso di sperimentare, soprattutto ho vissuto gli ultimi vent’anni in continuo divenire; quindi, ho assistito all’arrivo di Internet e dei sistemi di comunicazione multimediali fino ai social network, ai reel e ai video. Questo mutare costante io l’ho tramutato poi in tutto il mio percorso produttivo e creativo delle opere. Vuoi o non vuoi, sono sempre stato influenzato e questo sì vedrà poi in tante opere in maniera diversa.
Che cos’è il tempo per Massimo Sirelli?
Bella domanda. Per me è difficile da definire perché ne ho una percezione alterata. Una consapevolezza anche della mia età anagrafica, che è diversa probabilmente da quella degli altri. Non ne sono consapevole. Ogni tanto mi guardo allo specchio e vedo un uomo, Adulto, ma in realtà il mio animo no, perché è sempre quello di un’età indefinita che viaggia a giorni nell’adolescenza, a giorni nell’età adulta, in maniera mutevole e variabile.
La storia nella mostra è la storia di un cambiamento lungo 30 anni. Credi che in questi trent’anni è cambiata la Calabria anche da un punto di vista di ricettività delle tue opere?
Beh, qualcosa è cambiato, o forse son cambiato io. Sicuramente lo spazio che oggi ho la fortuna di avere. Anni fa dovevo aggredirlo con le mie creazioni, con le mie tag sui muri in maniera illegale. Oggi invece vengo invitato e ospitato. Invece una volta dovevo scappare, lavorare di notte. I miei artwork oggi invece diventano un vanto. Eppure, è lo stesso linguaggio.
Sei stato sicuramente un’apripista della street art qui in Calabria e non solo. C’è una generazione nuova di artisti che fanno street art?
Allora per quanto riguarda la strada sono stato tra una serie di nomi in quegli anni definiti come i pionieri. Eravamo dei ragazzini inconsapevoli che stavano facendo un qualcosa senza avere grande contezza.
Non avevamo altri riferimenti, se non qualche sporadica immagine che saltava fuori dalle riviste, dai film, o che magari arrivava un treno dipinto dal nord. Non avevamo riferimenti se non l’un l’altro, ci siamo fatti forza sparsi in queste bucoliche province calabresi.
Nella seconda fase sicuramente sono stato da apripista per tutto quello che è stata la seconda ondata della Street art nell’accezione di riqualificazione urbana.
Dal 2014 in poi qualcosa è successo. Abbiamo visto crescere nuovi creativi ed artisti che potevano esprimersi e mi fa molto piacere di averli aiutati in un certo senso.
Non solo. È come se avessi aiutato a educare una Calabria al bello, alla cultura, all’arte e di conseguenza c’è stato spazio per molti altri, a tutti i livelli.
Che progetti hai per il futuro?
Questa mostra di Acri dà inizio al mio compleanno dei trent’anni, per cui vorrei organizzare molte altre mostre in giro per l’Italia, diverse sono già a calendario.
Le anticipo che ci sarà Roccella jonica, con una selezione specifica sul mondo dei robot. Poi ci sarà Aversa ad inizio anno. Successivamente una collettiva a Novara e molte altre sono le attività che riguarderanno questo mio compleanno.