Rileggendo il messaggio di Papa Francesco sulle virtù da lui consigliate non ho potuto fare a meno di pensare che si deve trattare di un chimico.
La prudenza è al primo posto e dovrebbe guidarci nella programmazione sperimentale e nelle dichiarazioni e pubblicazioni soprattutto in tema di risultati con ricadute positive sulla salute e sul contrasto alle malattie.
Viene poi la pazienza e questa dovrebbe guidarci nelle nostre ricerche spesso accelerate strumentalmente a causa della nostra impazienza di arrivare in porto.
La fortezza è la virtù che deve farci superare i momenti di sconforto per un esperimento andato male o per una pubblicazione che non viene colta in quella che noi consideriamo sia la sua vera essenza o per un collega che non la pensa come noi.
La speranza non deve mai venire meno in un progetto scientifico: a volte i risultati tardano a venire, ma bisogna esplorare il percorso senza fermarsi ai primi ostacoli e magari ai primi insuccessi.
Infine, amore ed umiltà. Amore per la nostra disciplina, così importante nello sviluppo della società e nella qualità della vita, con un attenzione particolare ai più deboli, per i quali la chimica cerca sempre di trovare soluzioni che prescindono dalle disponibilità economiche; l’umiltà rispetto ai possibili successi conseguiti: nella ricerca sono anelli di catene alle quali altri hanno dato contributi significativi.
Quanto Papa Francesco raccomanda nella vita, trova applicazione smart proprio in chimica a dimostrazione che Chimica è Vita, come dimostrano la sua storia e la sua flessibile creatività.