“I lavori artigianali perduti” era il titolo di un articolo pubblicato sul n. 117 del marzo 2018 di questa rivista, dedicato a una giovane e intraprendente donna della provincia di Como che aveva avviato quattro anni prima la gestione di una sartoria di riparazioni, rimodellazioni e creazioni uniche in un centro di poco più di 11.000 abitanti (https://www.caosmanagement.it/2018/03/25/i- lavori-artigianali-perduti/).
E proprio quest’anno Hélène ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività. A distanza di sei anni, nel corso di una conferenza nazionale di BNI (Business Network International), l’organizzazione di networking in cui sono coinvolta in rappresentanza di un’associazione di volontariato ho avuto l’occasione di conoscere un’altra persona che da un anno a questa parte ha finalmente realizzato un progetto simile, dopo varie vicissitudini professionali, e naturalmente mi è venuta la curiosità di saperne di più.
Ricordo che già allora si evidenziava la tendenza di molti giovani ad avviare attività micro-imprenditoriali con botteghe artigiane (magari recuperando i mestieri di famiglia) seguendo i propri desideri e le proprie passioni, recuperando conoscenze definite “antiche”, disegnando in autonomia ex-novo il proprio percorso professionale e lavorativo.
In effetti, molti giovani hanno saputo intuire per primi le potenzialità dell’artigianato di qualità, gli sviluppi delle moderne botteghe e il grande potenziale dei canali social per farsi conoscere. E possiamo confermare che il laboratorio di sartoria non è mai tramontato, anzi, è tornato di moda, gestito però nelle grandi città in particolare da comunità cinesi.
Vivere e lavorare in provincia di Treviso
Ma andiamo a conoscere Stella Vidori, giovane donna molto attiva, vivace e creativa che rientra esattamente in questo quadro e che nel corso di circa 10 anni si è sperimentata in diverse attività, per le quali ha sempre comunque seguito un articolato percorso formativo.
Così è stato per la scuola alberghiera, dove non avendo a disposizione l’indirizzo pasticceria che avrebbe voluto seguire, ha dovuto accettare il corso di sala bar. Successivamente Stella, che si è sempre battuta per la propria indipendenza economica, si è cimentata per tre anni con l’attività di parrucchiera, dopo aver frequentato l’accademia, ma l’ha lasciata perché sentiva di non poter esprimere la propria creatività.
Non è mancata a Stella anche l’esperienza in una fabbrica, non una a caso, ma Luxottica, dove ha lavorato per tre anni con un contratto a tempo indeterminato e con tutte le garanzie date da questo tipo di società. Ma anche qui, il suo spirito libero e creativo l’ha portata a lasciare quella
situazione e a iniziare, alla fine del 2022 a Valdobbiadene, comune di circa 10mila abitanti in provincia di Treviso noto per la produzione vitivinicola, un’attività micro-imprenditoriale nell’ambito dell’artigianato sartoriale, in collaborazione con la mamma sarta.
Inizialmente si trattava di un negozio di souvenir confezionati e decorati anche con ricami realizzati con una macchina per cucire professionale (T-shirt, cuscini, oggetti per la casa, ecc.), ma dopo circa un anno ecco nascere, anche grazie a una serie di contatti utili e all’ingresso nel network BNI (Business Network International), quello che si è poi rivelato lo sbocco più naturale e anche produttivo dal punto di vista dei prodotti e della remunerazione economica: un laboratorio di sartoria, ricami e accessori.
Anche qui, contemporaneamente all’attività lavorativa, si è sempre affiancata un’attività formativa, un corso mirato di cucito accompagnato dalla formazione sul campo da parte della mamma, ancora e sempre al suo fianco.
Il laboratorio si è anche arricchito di una serie di sperimentazioni e ricerche per l’utilizzo di nuove tecniche di riuso, proprio nella logica dell’economia circolare, essendo diventato nel frattempo un punto di raccolta oltre che per riparazioni, anche di ritiro di abiti vecchi di cui sia possibile utilizzare tutto quanto è recuperabile.
L’ispirazione le è derivata, oltre che dalla sua sensibilità ai temi dell’ambiente e dei grandi sprechi della moda “usa e getta”, dalla constatazione che ognuno di noi può fare la propria parte se vuole essere coerente e fornire il proprio contributo quotidiano evitando l’inutile sovrabbondanza, anche nell’abbigliamento.
Fonte di conoscenza e di coinvolgimento è stata una sua amica d’infanzia (anche lei coinvolta nel network BNI) che l’ha introdotta all’uso intelligente di Instagram anche per studiare, approfondire e conoscere: un esempio su tutti i sei episodi di “Junk, armadi pieni” una docuserie di Will Media e Sky Italia, un giro per il mondo per raccontare l’impatto della moda sulle persone e sull’ambiente.
Economia circolare nella vita di tutti i giorni
Si sta sviluppando così, localmente, un circolo virtuoso di raccolta di abiti e materiali dismessi, sia da singole persone, sia da aziende, con i quali grazie alla sua creatività Stella è in grado di realizzare altri articoli, come per esempio oggettistica e accessori unici a prezzi assolutamente concorrenziali (borse, borsette, porta biglietti da visita, ecc.).
Tra le collaborazioni significative quelle con un’azienda che produce interni di yacht di lusso, dalle quali recupera tessuti pregiati e di qualità, come il lino, e con un’altra azienda che produce divani e giochi per bambini dalla quale ritira materiale in similpelle molto accurato.
Facendo questo Stella assolve contemporaneamente due compiti: solleva i propri partner dal problema dello smaltimento e si approvvigiona di ciò che le serve per elaborare le proprie creazioni, ridando una nuova vita a tutto.
Il sogno, o meglio, l’ambizioso progetto di Stella sarebbe quello di trasformare la sua bottega artigianale sostenibile in una struttura al centro di una rete associativa di sarte impegnate proprio in questo processo di riuso dei materiali e di economia circolare, lavorando contemporaneamente per la sua estensione a livello nazionale.
L’appartenenza a BNI, il ruolo di ambassador della mamma e delle sue più affezionate clienti (ma anche amiche), l’utilizzo delle reti sociali personali e i social network virtuali sono tra gli strumenti che Stella ha messo in campo in questa fase per farsi conoscere e per diffondere questo modello.
Da quello che ci è dato capire, anche se la strada è lunga, Stella ha tutte le carte in regola per potercela fare.