C’era attesa? Innegabile. Si potrebbe definire spasmodica da quando è balenata l’idea di una trasposizione di un libro così complesso come quello di Scurati, arrivato con firma e dedica a Stefano Bises e Davide Serino, i due sceneggiatori che insieme allo stesso scrittore napoletano hanno realizzato lo script di quello che è la serie di cui tutti, nessuno escluso, nel bene o nel male, stanno parlando all’inizio di questo 2025.
“M – Il figlio del secolo” è una serie televisiva prodotta da Sky, tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega. La serie, composta da otto episodi, è diretta dal regista britannico Joe Wright, noto per film come “Espiazione” e “L’ora più buia“. La narrazione copre il periodo storico che va dalla fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento nel 1919 fino al discorso di Benito Mussolini in Parlamento nel gennaio 1925, in cui si assunse la responsabilità politica dell’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. La serie offre un ritratto dettagliato dell’ascesa al potere di Benito Mussolini, interpretato magistralmente da Luca Marinelli che si è sottoposto a numerose ore di trucco per interpretare l’inventore del fascismo. Attraverso una combinazione di eventi storici e approfondimenti sulla vita privata del Duce, lo spettatore viene immerso in un periodo cruciale della storia italiana.
La narrazione esplora le dinamiche politiche, sociali e personali che hanno contribuito alla nascita del fascismo in Italia, mettendo in luce le contraddizioni e le ambiguità di un’epoca segnata da profondi cambiamenti. Antonio Scurati, autore di una importante tetralogia sul dittatore fascista, ha detto che era venuto il momento di raccontare il lato oscuro proprio di Mussolini, anche per uscire, finalmente, dalla falsa mitologia del
“ha fatto anche cose buone“
e mostrare sia il fortissimo opportunismo politico e anche l’intelligenza di un uomo nato anarchico rivoluzionario, poi socialista, prima neutralista e poi interventista riguardo la posizione dell’Italia nella prima guerra mondiale, per approdare poi al movimento fascista, prima antipartitico, anticlericale, antiparlamentare, praticamente “antitutto” ed essere, testuali parole, “tutto ed il contrario tutto“.
Spaventa l’attualità della situazione mostrata nella serie e la precisione del momento in cui è arrivata. Timing perfetto. Joe Wright adotta uno stile registico innovativo, mescolando elementi di cinema classico con tecniche più moderne. L’uso alternato di bianco e nero e colore, insieme a una colonna sonora contemporanea composta da Tom Rowlands dei The Chemical Brothers, conferisce alla serie un’atmosfera unica, capace di evocare sia l’epoca storica rappresentata che temi di rilevanza attuale. La sceneggiatura riesce a condensare la complessità dell’opera originale, mantenendo una narrazione avvincente e accessibile. La scelta narrativa di far raccontare in prima persona dallo stesso dittatore fascista, guardando in faccia la macchina da presa – da alcuni a mio avviso puerilmente contestata – ricorda non solo il teatro epico del tedesco Brecht e quello del polacco Grotowsky, ma rafforza l’intenzione di mostrare il fenomeno fascista come creazione ad arte, come messinscena tragica di un mondo intero, per raccontare quelli che furono anni di guerra civile nel nostro paese, il famoso “biennio rosso” post-bellico che bisognerebbe studiare in maniera più approfondita.
Perché il fascismo non fu solo una creatura mussoliniana ma anche una costruzione opportuna ed opportunistica delle classi dominanti che lo finanziarono terrorizzate dal pericolo rosso nel nostro Paese. Sarebbe interessante chiedere quanti conoscono questa nostra parte di passato. Luca Marinelli offre una performance straordinaria nel ruolo di Mussolini, catturando le sfaccettature di un personaggio complesso e controverso. La sua interpretazione è stata definita “monumentale” e ha ricevuto ampi consensi dalla critica. Accanto a lui, Francesco Russo interpreta Cesare Rossi, braccio destro del Duce, mentre Barbara Chichiarelli veste i panni di Margherita Sarfatti, amante e biografa di Mussolini. Il cast di supporto, che include attori come Gaetano Bruno nel ruolo di Giacomo Matteotti e Paolo Pierobon in quello di Gabriele D’Annunzio, contribuisce a creare un affresco corale di grande impatto.
La serie si distingue per la qualità delle sue componenti tecniche. La fotografia, curata con attenzione, alterna sequenze in bianco e nero a scene a colori, creando un contrasto visivo che sottolinea i momenti chiave della narrazione. La colonna sonora, con brani originali dei The Chemical Brothers, aggiunge una dimensione sonora che amplifica l’intensità emotiva delle scene. La scenografia e i costumi ricostruiscono fedelmente l’Italia degli anni ’20, trasportando lo spettatore in un’epoca di profondi cambiamenti sociali e politici.
“M – Il figlio del secolo” non si limita a raccontare eventi storici, ma invita lo spettatore a riflettere sulle dinamiche del potere, sul carisma dei leader e sulle fragilità delle democrazie. La serie esplora come idee semplici e slogan efficaci possano manipolare le masse, offrendo una lezione importante anche per il presente. Come sottolineato in una recensione, “chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo“, evidenziando l’importanza di opere che stimolino una riflessione critica sulla storia.
Mi sembra anche opportuno ricordare una citazione di Marx quando diceva, riflettendo su Hegel,
“La storia si ripete due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa”.
La serie rappresenta un’opera televisiva di grande rilevanza, capace di coniugare rigore storico e innovazione artistica. Grazie a una regia visionaria, interpretazioni di alto livello e una produzione curata nei minimi dettagli, la serie offre una riflessione profonda su un periodo cruciale della storia italiana, mantenendo al contempo una forte attualità. È un prodotto che merita di essere visto, sia per l’importanza dei temi trattati che per la qualità della realizzazione.
Scurati e Mussolini
Docente di letterature comparate e di scrittura creativa all’Università IULM di Milano, studioso dei mass media e collaboratore di diversi giornali, fra cui il Corriere della Sera, Internazionale e La Stampa, è diventato noto al pubblico soprattutto a partire dal romanzo “M. Il figlio del secolo“, primo volume della tetralogia sulla vita di Benito Mussolini e del movimento fascista. I successivi volumi sono: “M. L’uomo della provvidenza“, “M. Gli ultimi giorni dell’Europa“, “M. L’ora del destino“.
Il primo libro “M. Il figlio del secolo” pubblicato nel 2018 vinse il Premio Strega nel 2019, è stato tradotto in quaranta paesi. La tetralogia su Mussolini è un’opera che va letta ed approfondita per affrontare, scevri da tante mistificazioni, uno dei periodi più importanti della storia mondiale. Scurati è stato anche collaboratore della sceneggiatura della serie tratta da “M-Il figlio del secolo”.