Dobbiamo risolvere un problema qualsiasi, come dare un parere professionale, aggiustare un apparecchio difettoso, partecipare a una riunione di alto livello, gestire un negoziato. Come prepararci? Che cosa sapere? Quale e quanta documentazione studiare e portare con noi?
Dovremmo avere la memoria leggendaria di Pico della Mirandola, o ci basta fare qualche domanda a ChatGpt? Possiamo seguire due approcci: raccogliere e studiare il massimo della documentazione possibile, oppure limitarci a quel tanto che ci serve per affrontare il caso specifico. Ambedue sono validi e preferibili a seconda dell’obiettivo da raggiungere e del contesto in cui ci si trova.
Se stiamo preparando una tesi di laurea o una ricerca scientifica a lungo termine, più studiamo e meglio è. Se invece abbiamo poco tempo e dobbiamo occuparci di un campo a noi ignoto ed estraneo alla nostra preparazione professionale, meno perdiamo tempo a studiare e meglio è. E’ quanto possiamo fare col metodo della MVK, acronimo di Minimum Viable Knowledge.
Di che si tratta? E’ un adattamento al mondo delle conoscenze del concetto di MVP, Minimum Viable Product, ossia la messa sul mercato o la proposta ai beta tester di un prodotto ancora imperfetto ma già capace di funzionare, e da perfezionare proprio in base alle osservazioni e segnalazioni degli utenti. Questa strategia fa parte del metodo PDCA in cui si pianifica qualcosa, si fa un minimo o un campione di quanto progettato (il nostro MVP, per l’appunto), lo si sottopone a verifica e, se funziona, lo si mette a sistema.
Se ci spostiamo nel mondo della conoscenza possiamo adottare lo stesso metodo. Decidere che cosa si deve fare, raccogliere quel tanto che serve a far partire il progetto, e migliorarlo man mano. Il miglioramento progressivo per cicli appartiene alla filosofia del progetto AGILE, secondo cui il progetto non va da zero al prodotto finito, ma da zero ad una parte del prodotto, o ad una sua prima versione, e poi da questa alle successive versioni.
Per comprendere meglio come funziona il metodo MVK possiamo partire da un argomento di cui non sappiamo nulla, e provare a farcene un quadro soddisfacente in un tempo limitato, per esempio in mezza giornata. Per esempio, io scelgo il tulipano nero, che ho visto nel giardino del Palazzo Vescovile di Meaux, ma di cui non so nulla.
Provo a digitare “tulipano nero” su Google. Escono numerosi item che rimandano all’omonimo romanzo di Dumas, ma a me interessa il fiore. Vado su “Immagini” e clicco sul pulsante “Fiore” per limitare la ricerca ai fiori. Il risultato è dispersivo perché appaiono mischiate pagine che vendono bulbi, articoli vari, ancora il romanzo di Dumas. Per esaminare tutto perderei troppo tempo. Allora vado su ChatGpt e chiedo: “sai dirmi qualcosa sul fiore tulipano nero?” Ecco la risposta:
«Il tulipano nero è una varietà di tulipano che, in realtà, non è completamente nero, ma ha una tonalità molto scura di viola o marrone, che può apparire nera in determinate condizioni di luce. Il suo nome deriva proprio dall’intensità e dalla profondità del colore dei suoi petali. È una varietà piuttosto rara e molto apprezzata per il suo aspetto elegante e misterioso. I tulipani neri sono spesso associati a concetti di mistero, raffinatezza e un po’ di drammaticità. Nella cultura dei fiori, possono simboleggiare la perfezione o l’amore eterno, e sono talvolta usati nelle composizioni floreali per eventi speciali, come matrimoni o cerimonie. Una delle varietà più note di tulipano nero è il Tulipano Queen of Night, che è tra i più scuri e ha una forma affusolata molto elegante. Nonostante il suo nome, come detto, non è completamente nero, ma la sua colorazione può sembrare tale in condizioni particolari. È un fiore che cresce in climi temperati e che viene coltivato in molti giardini, anche se necessita di cure adeguate in termini di esposizione alla luce e irrigazione.»
Cerco di avere notizie più precise e formulo la domanda: “Puoi dirmi quante e quali varietà di tulipano nero vengono coltivate?” ChatGpt risponde:
«Le principali varietà coltivate di tulipano nero includono: Queen of Night: Questa è la varietà di tulipano nero più conosciuta e amata. Ha petali di un profondo viola-nero che sembrano quasi completamente neri, soprattutto quando sono in piena fioritura. È una varietà molto elegante e viene spesso utilizzata in composizioni floreali e giardini. Black Hero: Un altro tulipano molto scuro, il Black Hero è simile al Queen of Night, ma tende a essere leggermente più grande. Anche questa varietà ha un colore che sfuma dal viola scuro al quasi nero, ed è apprezzata per il suo aspetto misterioso. Burgundy: Sebbene non sia completamente nero, questa varietà ha un colore molto scuro che può apparire quasi nero sotto certe luci. Ha una tonalità profonda di rosso-viola che tende a scurirsi man mano che il fiore matura. Black Parrot: Questa varietà ha un aspetto unico, con petali frastagliati e una colorazione che sfuma dal viola scuro al nero. È una varietà piuttosto esotica e viene apprezzata per la sua forma particolare e la bellezza del colore.»
Mi son fatto dire come si coltiva, come si puliscono i bulbi, in quale tipo di terreno e con quale esposizione fiorisce meglio. A questo punto so tutto ciò che mi serve per affrontare una conversazione sull’argomento. Tuttavia devo considerare che Google fornisce le fonti (i siti a cui si accede dai link) ma non dà risposte. ChatGpt dà le risposte, ma non indica le fonti. Quindi ho bisogno di verificare l’attendibilità delle notizie ricevute. Posso partire dai nomi dei vari tipi, che vado a digitare su Google. I risultati mi danno ulteriori informazioni sulle piante, i bulbi, la coltivazione in aiuola e in vaso, e le immagini, da cui risulta che Queen of Night e Black Parrot sono tulipani neri, il Burgundy è rosa, quindi va escluso, il Black Hero è quasi nero, un misto di marrone medio e scuro.
Questo è il tulipano Queen of night riprodotto su una bustina di sementi in vendita. Anche per le immagini valgono i criteri dell’MVK. In questo caso le immagini mi servono solo come conferma del nome del tulipano, non mi interessa la qualità tecnica o la bellezza della foto.
Questo è il Black Hero, marrone scuro più che nero.
Come si vede, il Burgundy non è nero ma rosa, quindi va eliminato dalla risposta di ChatGpt.
Ed ecco il bellissimo Black Parrot con i suoi petali frastagliati.
Quindi ho consultato la voce “tulipa” su Wikipedia, dove ci sono notizie interessanti sui tulipani in genere, ma nulla sul tulipano nero. Da qui si apprende che il nome e il bulbo vengono dalla Turchia e sono portati in Olanda nel ‘500, dando luogo ad un fiorente mercato e ad una rapida crescita dei prezzi, tale da causare nel ‘600 la prima bolla speculativa del capitalismo, detta appunto “bolla dei tulipani”.
Tuttavia, essendo il mio tema limitato al tulipano nero, queste notizie, per quanto assai ghiotte, non mi interessano. Infine, per puro divertimento, ho chiesto a ChatGpt di crearmi l’immagine dell’arcivescovo di Meaux che tiene in mano il tulipano nero del suo giardino.
Questo è il risultato, che non somiglia affatto al cardinale Jacques-Bénigne Bossuet, vescovo di Meaux a fine ‘600, come appare nel riquadro, da un ritratto d’epoca che evidentemente ChatGpt ha ignorato. Tuttavia, sempre in ottica MVK, mi sono accontentato dell’immagine fornitami dall’intelligenza artificiale, perché mi bastava l’illustrazione del cardinale col fiore, e non mi serviva un’immagine di documentazione storica.
Questo è un esempio di applicazione delll’MVK per cui ho impiegato un’oretta circa. Prima della ricerca non sapevo nulla sul fiore, dopo ho acquisito quel minimo di conoscenze che mi permette di partecipare ad una riunione, di descrivere il fiore in un racconto, di farne una illustrazione. Certo, se dovessi partecipare come relatore ad un convegno di floricultori, dovrei saperne molto di più, ma non essendo questo il caso, mi basta ciò che ho appreso.
In un mondo che si fa sempre più sovrainformante, diventa molto strategico saper limitare le informazioni, e distinguere quelle utili da quelle non necessarie. Per esempio, in uno dei siti di vendita di bulbi on line che ho consultato, mi si dice che la pianta può essere divorata dai cervi. Questa notizia sarebbe importante se dovessi piantare i bulbi in un giardino adiacente ad un bosco di montagna, altrimenti non mi serve, e non vale la pena di acquisirla fra le minime utili.
I concetti di “minimo” e “utile” quindi sono relativi a ciò che devo fare, e che valuterò caso per caso. L’MVK è un concetto assai importante nell’arte, nella formazione, nel management, come spiego nell’articolo della mia newsletter Visioni e Soluzioni. E va tenuto presente nella comunicazione, che in genere ha a disposizione tempi e spazi limitati.
Pensiamo ad un tutorial che deve insegnare solo ciò che promette, senza dilungarsi con altre informazioni, o a qualsiasi altro testo di technical o di business writing. Oppure pensiamo ad una relazione da presentare in un convegno, in una riunione, nella presentazione di una start up ad un investitore, dove con il minimo di informazioni bisogna vendere un’idea, creare consenso, spiegare l’idea di business. O pensiamo alla redazione di un comunicato stampa. Che deve dare tutte le informazioni su un prodotto, un progetto, un personaggio, un evento, per dare al giornalista la sicurezza di essere bene informato senza sovraccaricarlo di informazioni non necessarie.
Naturalmente il concetto di MVK è importante anche nella comunicazione disinformante, manipolatoria, propagandistica, per individuare ciò che deve essere taciuto, nascosto, dissimulato, distorto. Ed è altrettanto importante per chi vuole smascherare il comunicatore fake, e vuole incalzarlo per fargli dire ciò che va detto, non ciò che vorrebbe lui.