La democrazia è in serio pericolo in tutto il mondo e non perché ci sono sistemi politici alternativi che la minacciano ma è in serio pericolo a causa degli sviluppi tecnologici che ci sono stati e ci saranno nei prossimi anni.
La democrazia, ricordiamo, è quel sistema politico che in estrema sintesi attribuisce ai popoli il potere di autogovernarsi attraverso il sistema della rappresentanza. Ovvero i cittadini, nelle repubbliche parlamentari, eleggono propri rappresentanti al parlamento che a loro volta attraverso il sistema della fiducia eleggono il governo. Il parlamento stesso è chiamato ad eleggere il Presidente della Repubblica, etc..
Nelle repubbliche presidenziali o semipresidenziali i cittadini eleggono direttamente il Capo dello stato o il Premier. Cambiano i meccanismi tecnici e le leggi elettorali ma i due sistemi si fondano sempre sul concetto di rappresentanza.
E la rappresentanza viene conquistata attraverso l’esposizione da parte delle varie forze politiche e dei candidati delle loro idee, dei loro programmi, degli obiettivi e delle promesse che fanno ai cittadini che poi decidono chi votare ed eleggere.
Fino ad oggi la democrazia nelle pur varie declinazioni elettorali ha comunque sempre garantito nel mondo occidentale la libertà dei propri cittadini di pensare ed agire. Oggi questo sistema è seriamente minacciato e, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non da potenze straniere, dall’imperialismo di Stati autoritari o teocratici ma dalla tecnologia.
Se analizziamo ciò che è accaduto negli ultimi anni abbiamo prove di questo e l’Italia è stata la prima ad avviare questa minaccia.
Negli anni ‘90 la discesa in campo di Berlusconi è stata una innovazione senza precedenti e, al di là del personaggio, ha sancito l’ingresso dei mass media e del marketing nell’agone politico. E’ infatti indubbio che la sponda delle televisioni e l’utilizzo delle tecniche di marketing hanno favorito di molto il suo ingresso in politica ed il suo successo. Più recentemente nelle campagne elettorali USA del 2016 e del 2024 Trump ha fatto molto uso di tecniche di marketing aggressive e supporto di mass media e social network.
Più in generale oggi assistiamo a campagne elettorali caratterizzate da:
- utilizzo sempre più intenso dei social network,
- utilizzo dei mass media tradizionali come giornali e tv,
- utilizzo degli influencer.
Il confronto politico nelle democrazie occidentali si è fatto sempre più aspro e questo ha provocato un aumento esponenziale degli strumenti e dei costi per competere. Le tecniche di marketing (un tempo strumenti di competizione commerciale tra le imprese), e l’utilizzo dei social network in particolare, sono diventati a tutti gli effetti strumenti fondamentali della competizione politica.
A questi fattori aggiungiamo altri tre elementi che caratterizzano la competizione politica.
Il primo è che negli ultimi anni ed in molte elezioni politiche ci sono stati spesso sui mass media e, in particolare proprio sui social network, interventi pilotati (fake news, disinformazione, controinformazione) per influenzare ora questa ora quella parte politica o candidati (hackeraggi di terze parti:potenze straniere, gruppi politici avversi, servizi segreti…).
Il secondo è la sempre più scarsa partecipazione dei cittadini alla vita politica in generale ed alla espressione di voto in particolare.
Il terzo è la sempre più bassa cultura politico istituzionale della popolazione.
Questi tre fattori uniti tra di loro facilitano il compito di chi vuole influenzare il voto politico ed il combinato disposto di tutti i fattori in gioco mi portano ad affermare che la democrazia è in serio pericolo nello specifico ed in sintesi per questi motivi:
- Il costo elevatissimo delle campagne elettorali consentiranno solo ai ricchi, o comunque a coloro che saranno in grado di mobilitare molti capitali, di partecipare alle stesse.
- La concentrazione dei social network e dei mass media in generale in pochi individui privati renderanno ricattabili i politici che li utilizzeranno.
- Gli strumenti tecnologici sono soggetti ad infiltrazioni ed azioni da parte di hacker che ne potranno influenzare e minare il corretto utilizzo.
Lo scenario che va configurandosi per il futuro è quindi caratterizzato da oligopoli formati da ricchi, tecnologi ed hacker che potranno impadronirsi del potere politico. In questo contesto il concetto stesso di Stato o Nazione diventa in bilico e l’ultima campagna elettorale Usa e la composizione della squadra di governo dell’amministrazione Trump che si è insediata ne sono un eclatante esempio.
Come proteggere la democrazia dunque ed evitare che oligopoli esproprino, di fatto, il potere attribuito dalla stessa al popolo?
Non ci sono ricette miracolose e non si ferma il progresso ma certamente si potrebbero porre delle limitazioni a chi decidesse di candidarsi. Ad esempio evitare che chi disponesse di un patrimonio superiore ad una certa somma si possa candidare, ponendo contemporaneamente dei limiti alle spese delle campagne elettorali, ovvero chi possiede, direttamente o indirettamente, mezzi di comunicazione di massa o social network, ma anche chi disponesse di tecnologie in grado di minare la sicurezza nazionale come reti di comunicazione o satellitari o sistemi e attrezzature militari.
Riuscirà la politica ad autolimitarsi per garantire la sopravvivenza della democrazia? O saremo ostaggi dei ricchi, dei tecnocrati e degli hacker?