Se non stiamo attenti, siamo tutti stupidi, almeno occasionalmente. Alcuni di noi sbagliano più spesso. A cose fatte, riconosciamo gli stupidi errori altrui più facilmente dei nostri. E’ un primo passo per evitarli. L’argomento è importante, ma i pareri si dividono subito.. Quindi è difficile formulare teorie sulla stupidità. Ci ha provato Carlo M. Cipolla, sommo storico quantitativo di economia industriale, innovazione, creazione e declino degli imperi. Nel suo Allegro, ma non troppo (Il Mulino 1988) propone “Leggi fondamentali della stupidità umana”. La prima legge è: “Ognuno di noi sottovaluta sempre il numero di stupidi in circolazione”. La seconda: “La probabilità che una persona sia stupida è indipendente da ogni altra sua caratteristica”. Si sente che l’approccio è in parte giocoso. Il testo è meno felice degli altri di Cipolla. Ha precisato e discusso queste tesi Giancarlo Livraghi in una serie di saggi acuti e interessanti disponibili su www.gandalf.it/stupid Ma poichè è opinabile se certe persone siano stupide o no, teorizzare sull’argomento è stancante.
Meno serio, talora assurdo (e un po’ stupido), ma più divertente perchè pieno di esempi, è il libro di Walter B. Pitkin: “Una breve introduzione alla storia della stupidità umana” (1932): una rassegna di errori e follie famose di oltre 500 pagine. E’ un minestrone di informazioni storiche e culturali, citazioni, classificazioni improvvisate, notizie insolite. E’ scritto con passione che sfocia spesso in invettive, a volte felici (alla Vilfredo Pareto), a volte infondate. I gravi difetti di Pitkin vengono redenti nelle ultime pagine del libro da folgorazioni profetiche sorprendenti e poco note di cui cito passi salienti nelle mie conclusioni.
Pitkin insegnava alla Columbia University. E’ noto per aver pubblicato “L’arte di imparare” (un manuale pieno di efficace buon senso) e “La vita comincia a 40 anni”, che è diventata una battuta standard ripetuta migliaia di volte anche oggi.
Con la sua foga Pitkin prese per buone anche teorie assurde, o molto criticabili. Ad esempio, accetta come assodata la teoria che i negri siano meno intelligenti dei bianchi. Poi specifica che il problema non esiste in USA – perchè non ci sono quasi negri. Sarebbero quelli di razza pura ad essere stupidi: basta che abbiano un po’ di sangue bianco per essere intelligenti come gli altri. Poi specifica: anche i bianchi non sono proprio intelligenti – in stragrande maggioranza sono stupidi.
Sono gradevoli i passi in cui Pitkin attacca violentemente personaggi noti e generalmente stimati o considerati eccezionali. Troviamo, quindi, elenchi delle stupidaggini fatte o dette da: Alessandro Magno, dagli scienziati greci (incapaci a formulare l’algebra), dagli antichi Romani, da Napoleone, dai banchieri, dagli inglesi, da Kerensky, dal Presidente Hoover (che dichiarò salda e prospera l’economia USA due giorni prima del crollo di Wall Street del 1929), da Mussolini (che voleva ricreare l’impero e far crescere di 20 milioni la popolazione italiana), da Hitler che (un anno prima di andare al potere) si proponeva già di uccidere gli ebrei fra cui Einstein. Un posto speciale spetta a W.N. Doak, Secretary of Labor nel 1931, che attribuiva i suoi successi a una patata magica che si portava sempre dietro. Fanno la figura degli stupidi i militari: gli ammiragli tedeschi che costruirono pochi U-boot nella prima guerra mondiale, gli inglesi che fallirono a Gallipoli e tanti altri.
Varie pagine fustigano la stupidità di papa Pio XI che nell’ enciclica Quadragesimo Anno propugna giustizia sociale ed equa ripartizione della ricchezza. Pitkin scrive: “Non capisce che la prosperità non si raggiunge a meno che si diffonda il controllo delle nascite”, commento inatteso – nel 1932. Curioso: apprezza Lenin “che cercò di liberare i russi dall’ oppressione della religione capitalistica e del capitalismo religioso”. Gli trova la scusante di aver guardato il mondo attraverso gli sfocati occhiali della metafisica marxista e ne ignora le estreme violenze. Altrettanto stranamente fustiga Walt Whitman (pigro e ignorante), poeta che invece alcuni di noi amano molto. Non combatte apertamente la religione, ma critica duramente le credenze gratuite nelle leggende. E fustiga gli scienziati che eccellono nel loro settore e poi sostengono gratuitamente che le loro scoperte confermano le credenze religiose che hanno imparato da preti e governanti incolte quando erano bambini.
Come rimediare alla stupidità? Qui Pitkin diventa profetico. Dice: “Abbiamo avuto grandi successi nel produrre energia meccanica, luce e suoni. Riusciremo presto a migliorare i nostri sensi.” E preconizza l’invenzione di sensori infrarossi per vedere al buio e di radar per guidare aerei nella notte a 120 km/h. Ma, dopo i super-sensi avremo la Super-macchina: Pitkin intuì l’avvento dei computer ben 5 anni prima che Claude Shannon inventasse la teoria della commutazione su cui si fonda il progetto dei circuiti digitali. La cosa è straordinaria perchè Pitkin non conosceva nemmeno l’algebra di Boole (usata da Shannon), nè i tentativi di Charles Babbage, cita solo una macchinetta logica realizzata da W.S. Jevons (venuto dopo Boole e più noto come economista).
Ecco alcune citazioni dal libro: “La meccanizzazione della memoria sarà lo stadio finale della guerra dell’uomo contro la stupidità. Comincerà l’era della Super-Mente. … La Super-Mente sarà costituita da centinaia di apparecchiature capaci di eseguire su grande scala tutte le operazioni di associazione, analisi, inferenza e sintesi che la nostra mente svolge su scala minima. …. Dopo Jevons, uomini che combinano i doni del matematico e l’abilità dell’inventore meccanico hanno fatto progressi sorprendenti verso questa macchina suprema. Hanno costruito l’integrafo che risolve problemi di matematica superiore non solubili nemmeno dai matematici più abili – tanto da superare lo stesso Einstein. …. Il pensiero meccanizzato è cominciato: entro un secolo sarà tanto usuale quanto lo è oggi l’automobile. In questa imminente era felice, nessuna persona colta sarà tanto sciocca da limitarsi a riflettere solo col suo proprio cervello su come investire i suoi soldi, migliorare il suo stabilimento o destinare i fondi pubblici per la sua città. …. Credo fermamente che affidando l’amministrazione di una città a un gruppo di economisti e matematici, in grado di meccanizzarla, si potrà risolvere almeno la metà dei problemi con alta precisione. … Entro il 2500 [previsione troppo timida? N.d.T] le macchine risolveranno tutti i nostri problemi economici . L’inquilino della Casa Bianca sarà, allora, soltanto ufficialmente addetto a premere bottoni – grazie a Dio! …. Verrà, quindi, l’era finale, la sola che meriterà il nome di civilizzazione. La stupidità umana sarà ridotta al minimo. Gli errori rimarranno solo nell’uso e nel progetto delle macchine. L’uomo finalmente emergerà dalla giungla.”
Erano i problemi economici che più assillavano Pitkin, in tempo di profonda depressione economica. Notevole che indicasse gli errori nell’uso dei computer come rischio futuro e grave. Alcuni di noi ne sono altrettanto consci – a più di 80 anni di distanza.