Per me il periodo di Natale coincide con quello del mio compleanno: tempo di bilanci e programmi, revisioni e ricerche. In 15 giorni attraverso un nuovo anno anagrafico, il Natale e il nuovo anno solare: penso, rifletto, sogno e pianifico.
E quest’anno, come non mai, sto iniziando il mio viaggio alla ricerca dello Spirito del Natale, non seguendo la traccia di Scrooge, non ho fantasmi di Natali passati o futuri, ma ricercando ciò che il Natale è: un’emozione ed una promessa, e sto attendendo il nuovo anno, e il suo carico di aspettative. Alcune riflessioni sono inevitabili.
Quello del 2017 è un Natale di integralismi, variegati, difformi e fantasiosi, ma pur sempre fondamentalismi. È stata fatta piazza pulita di dubbi, cambi di prospettiva, tolleranze di ogni genere.
Sfido chiunque a non aver mai avuto, durante questo 2017, un momento di dubbio. Essere onesti è inutile, è da stupidi. Ci vorrebbe la pena di morte. Non sono razzista, ma … In questo 2017 io mi sono ritrovata a dubitare della democrazia, eppure è uno dei miei valori più profondi.
E poi arriva Natale, una festa globale, indipendentemente dalla religione, non solo per le luci e la frenesia di acquisti: storicamente nel periodo che per noi è Natale altre religioni, altre culture, hanno festeggiato, e anche ora alcuni cristiani festeggiano la Natività in altri giorni. Il significato del Natale trascende la data in cui viene fissato o festeggiato, trascende il tempo e la religione.
Il Natale è un’emozione e una promessa.
L’emozione è quella che vediamo negli occhi di molti bambini. E non solo l’abbiamo persa noi adulti, ma la stiamo facendo dimenticare anche ai bambini. Troppi giochi, troppi dolci, troppa mancanza di giorni speciali. E scarsissima attenzione a chi non ha mai giorni speciali.
La promessa è quella del trionfo del bene: alla notte, per quanto buia, segue il giorno. E poi c’è quella promessa di Pace in terra per gli uomini di buona volontà.
Pace per chi la cerca e la costruisce. E pace qui, in terra, non una promessa di Paradiso, ma una promessa ancora più grande, secondo me, quella che sia possibile costruire un mondo buono, realizzare la pace, qui, in terra, tra gli uomini.
Pace in terra agli uomini di buona volontà. Per ritrovare il coraggio di credere, non in Dio, con cui ciascuno ha un rapporto personale, ma nella pace e negli uomini di buona volontà. Credere che sia ancora possibile e che valga la pena provarci.
Subito dopo altre feste, altre consuetudini: Capodanno. Un anno nuovo nuovo, ricco di speranze e aspettative. Tutti sogniamo il nuovo anno, fantastichiamo di speranze, facciamo promesse a noi stessi.
Basteranno pochi giorni, o pochi mesi, per farci ricadere nella routine. Cerco quindi lo spirito del nuovo anno, per farlo durare a lungo, possibilmente per tutto l’anno. Ho qualche aspettativa, ma quelle vorrei tacitarle: la vita mi ha insegnato a prendere ciò che arriva e trarne, comunque, il meglio, indipendentemente dal fatto che ciò che arriva sia un obiettivo che si realizza o qualcosa da imparare.
Lo spirito del nuovo anno è il costruire, realizzare i cambiamenti che desideriamo, senza limitarci ad attenderli, è il senso del possibile, che non ha nulla a che vedere col pensiero positivo, ma solo con quel realismo che porta ad aggiustare le vele per navigare gestendo il mare e il vento della vita.
Buon Natale! E Felice Anno nuovo