Non è semplice, oggi, essere sereni.
Sono cresciuta con la convinzione, comune a molti, ma che oggi ritengo errata e limitante, che nella vita sia più importante essere sereni che felici: la serenità, si dice, è uno stato, mentre la felicità non è altro che un attimo fugace e quasi illusorio.
Permettetemi di non essere più d’accordo. La felicità è interiore ed è in funzione di come si affronta la vita e ogni singola esperienza. La serenità comporta un cielo privo di nuvole, e non può prescindere dal mondo esterno, da una sorta di imperturbabilità. La felicità include la resilienza, la serenità, secondo me, no.
Difficile essere sereni, oggi. Forse potrei riuscirci avendo un ricco e intoccabile conto in una banca svizzera, evitando accuratamente di leggere un quotidiano o seguire un telegiornale e auto-escludendomi da ogni social. Inutile parlare del conto in banca: piange da anni. Limito quotidiani e telegiornali, ma non riesco a non sbirciare almeno i titoli del quotidiano che mio marito riceve in abbonamento ogni mattina.
E nonostante reiterati tentativi finisco sempre per leggere alcune delle peggiori manifestazioni umane sui social: razzismo acclarato, odiatori seriali, animali maltrattati, roboanti dichiarazioni. Il bullo impera, e piace davvero tanto. Leggo con meno apprensione i post dedicati all’analisi di alcuni accadimenti come manifestazioni di un’incipiente fine del mondo.
La reazione più istintiva è, appunto, una reazione: rifiuto, lotta, condanna urlata.
Serve, ma non tanto.
Poi, in mezzo a tutto questo, scopri un’anima affine proprio sui social, trovi nuovi amici che forse non incontrerai mai faccia a faccia, ma l’amicizia cresce, si scambiano confidenze, e questo regala un nuovo e immenso valore a quegli stessi social che ti avevano fatto urlare.
Qualche settimana fa sono stata contattata da una società di trading. Non erano i consueti messaggi, che finiscono regolarmente nello spam, ma una mail seria. Rimango perplessa: il trading mi è familiare più o meno come indossare la taglia 40, ma poi ho deciso di accettare il contatto e ho scoperto uno dei migliori team incontrati nelle mia ormai ultra trentennale esperienza di lavoro.
Più recentemente opto per il self publishing di un libro che è stato qualche anno a sedimentare nel cassetto e mi avvalgo del servizio a pagamento di correzione bozze. Mi restituiscono il testo corretto, accompagnato da una letterina, assolutamente non prevista dal servizio, in cui la editor mi fa i complimenti e mi dice bellissime cose sul mio libro. Poche righe, che illuminano la giornata.
Ed è così che capisco, finalmente, la correlazione tra il caos e le stelle danzanti. Sicuramente viviamo tempi in cui, parafrasando il mio amato Libro dei mutamenti, l’oscurità è potente, eppure seguendo il suggerimento di Italo Calvino possiamo cercare e riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Se sei frastornato dal mondo che vedi intorno a te, non alzare muri, ma costruisci ponti, e permetti alla profonda umanità di altri come te di sorprenderti.