La Casa sulla Luna: un luogo molto speciale realizzato da una donna per le donne

L’Ecole de Madame Foile (https://www.madamefoile.it/) è stata fondata a Villacidro, in Sardegna, da Veronica Usùla ed è diventata nel tempo un’Associazione di Promozione Sociale, una scuola d’arte tessile, una comunità educante per donne con disturbi psichici, un laboratorio permanente per l’aggregazione, l’ascolto e la tutela delle donne, officina creativa dei talenti, come si legge anche nel loro bel pieghevole. 

L’incontro

L’incontro” è il titolo di un racconto definito “incendiario” (ved. quarta di copertina) di Michela Murgia, pubblicato nel 2012, descritto come qualcosa che “…corre diritto davanti a sé infuocando…”. (1) Ecco, questo è stato l’effetto del mio incontro dello scorso agosto con Veronica Usùla e la Casa, che mi ha anche immediatamente suscitato la domanda “ma quante vite ha già vissuto questa donna?” nel momento in cui ho cominciato a chiacchierare con lei a Villacidro, nel Medio Campidano sardo.

Veronica è nata in Sardegna, dove vive e opera, ma malgrado la sua giovane età (46 anni) ha da condividere con il mondo circostante un enorme bagaglio di esperienze, frutto di un profondo lavoro su di sé, di riflessioni universali, che qui cercherò di riassumere e di vissuti e sperimentazioni anche in altri luoghi (otto anni in montagna, in completo isolamento, di cui tre anni in Trentino Alto Adige, per esempio). Questo l’ha resa ancora più forte in quell’aspetto di donna capace di attraversare le difficoltà della vita con la determinazione necessaria. Il periodo di quattro-cinque anni da giovanissima imprenditrice e quello vissuto, appunto, in Trentino l’hanno forgiata e messa alla prova in attività e lavori anche “tipicamente maschili”, che sono stati particolarmente utili nel corso dei sette anni del cantiere di ristrutturazione della Casa – completamente autofinanziato – e nella realizzazione di quegli ambienti che la rendono il luogo speciale che risulta oggi. Anche in questo 2022 sono stati realizzati nuovi lavori, in particolare il rifacimento del tetto (che era stato sfondato da un albero) che ha permesso di realizzare un nuovo sogno: quello di disegnarci sopra il logo della Casa.

Ad accogliermi quel giorno (ero andata con un’amica operatrice sociale di una cittadina vicina), oltre a Veronica, c’erano anche le persone che compongono questa comunità variegata, dove trova accoglienza anche un giovane che ha avviato il suo percorso di transizione sessuale. Ognuna di loro si è presentata direttamente, riassumendo brevemente la propria esperienza e le proprie motivazioni. Molto emozionante per me, che entravo per la prima volta nel loro mondo, dove venivo accolta non come “la giornalista”, ma come un’amica. Una realtà, quella della Casa, che è stata in grado di conquistarsi un riconoscimento dal territorio, grazie a un approccio aperto del concetto di buon vicinato. ”Tra le nostre prime azioni, quella di preparare dei biscotti e di portarli di casa in casa, alle vicine”, ricorda sorridendo Veronica. Ma anche il riconoscimento delle istituzioni è molto importante, perché la Casa è oggi uno dei punti di riferimento per i servizi sociali territoriali, unica struttura in grado di far fronte a prime accoglienze in emergenza.

Il percorso personale di Veronica e i progetti

Nel corso di lunghi e intensi anni di sperimentazione, a partire dai suoi 20 anni, Veronica ha approfondito vari temi, spaziando dall’antropologia all’arte, fino ad arrivare alla scoperta di nuovi materiali da integrare ed intersecare con la propria esperienza artistica. Ed è grazie a questi percorsi e agli incontri prima, a 24 anni, con Chiara Vigo, l’ultima “maestra” del bisso marino e poi, nel 2000, con Maria Lai, l’artista nata a Ulassai, nella sub regione barbaricina dell’Ogliastra, nota per aver cambiato i canoni della tessitura e dei suoi significati (con la quale ha lavorato sei anni) che si è sviluppata piano piano l’idea del progetto concretizzato poi negli anni successivi.

Madame Foile: scorci della Casa

La Sardegna è nota per essere un’isola dove la tradizione e la cultura antica, più in generale, viene ancora oggi molto curata e tramandata (2), così come l’attività della tessitura, che in alcune zone è ancora molto viva (per es. a Mogoro e Samugheo, in provincia di Oristano). Per Veronica è stato assolutamente naturale, dunque, seguire quel percorso artistico che si è trasformato nella grande scommessa per poter migliorare se stessa, ma anche per poter trasmettere il proprio sapere ad altre donne. Da qui è nata, dunque, la Scuola, che oltre a luogo di apprendimento e di produzione, è diventato anche ambito di “guarigione” dal malessere personale e sociale, di evoluzione e crescita, per lei e per le donne che attorno alla Casa hanno ruotato e ruotano oggi.

Il progetto, dunque, è nato circa 14 anni fa, dal bisogno di ricomporre un tessuto sociale che in tutto il territorio del Medio Campidano ha subito forti lacerazioni dal punto di vista ambientale, economico e umano (ne ho già scritto anche in articoli precedenti) e oggi la “Maison sur la Lune”  è una grande e speciale residenza, situata a ridosso del Monte Linas, il gruppo montuoso della Sardegna sud-occidentale in gran parte di formazione granitica la cui cima più alta raggiunge i 1236 mt. L’occasione/spunto iniziale era stato un convegno organizzato nel 2008 – al quale si erano inaspettatamente iscritti 200 partecipanti – dal quale era scaturita la proposta di alcuni corsi rivolti solo a donne con i quali Veronica intendeva stimolare quel lavoro di “tessitura” e riabilitazione personale. Ai corsi si erano iscritte 50 persone, ma attraverso una sorta di “selezione naturale” del gruppo erano rimaste poi attive le 15 che hanno collaborato alla realizzazione del progetto attuale. “Quello che mi meraviglia ogni giorno”, sostiene Veronica, “è che questo progetto funzioni ancora e che si sia sviluppato ulteriormente in questo modo”.

La scuola di tessitura

Nel corso della visita ho potuto apprezzare come al centro della casa si trovino i telai tradizionali (uno è la riproduzione di un telaio del ‘700, conservato al museo di Cabras), reali simboli degli intrecci dei fili e dei giorni e delle possibili evoluzioni, sia in termini di produzione reale sia in termini di benessere psico-fisico che è possibile raggiungere lavorando profondamente su di sé. Grazie alla Scuola d’arte tessile femminile le donne si trasformano in artigiane in grado di avviare piccole produzioni di artigianato artistico, tessile, sviluppando tutta la filiera della lana, con il diretto recupero della stessa dai pastori locali, filano, tingono con le erbe spontanee e confezionano i propri prodotti.

Madame Foile: il telaio

Sottolinea Veronica “L’Ecole de Madame Foile (che così si chiama in onore di una donna di cui avevo letto, che nel corso del delirio parlava perfettamente il francese, senza averlo mai studiato), è nata quindi dal mio sogno di poter trasmettere l’arte antica della tessitura e di trasformare questa lavorazione in una metafora della vita di donne sofferenti con l’obiettivo del loro riscatto personale e sociale.” L’Ecole è l’unica scuola d’arte tessile della Sardegna, ma gli obiettivi che persegue – cioè l’inclusione lavorativa e terapeutica di persone con disagio psichico unita alla produzione di tessuti manuali d’alto pregio frutto di una ricerca tessile e stilistica costante – fanno di essa una realtà unica al mondo, tanto da aver raccolto attorno a sé centinaia di sostenitori.

Le donne ospitate vivono in un clima creativo, ricco di contaminazioni poetiche, artistiche e sociali e all’interno de La Maison ritrovano consapevolezza di sé, serenità ed equilibrio sentendosi accolte, capite e protette. L’arte e la bellezza che le circonda, la capacità di produrre manufatti di grande rilevanza artistica, il contatto con la natura, la condivisone di emozioni profonde e di una quotidianità serena, diventano strumenti di rinascita e cura. Si tratta, dunque, di una realtà dove insieme a un forte senso di libertà, convive anche il buon rapporto con il paese e con l’ambiente circostante. Per quanto riguarda i legami con le famiglie di provenienza, ovviamente per ognuna delle persone il percorso è diverso, perché dipende da quale tipo di malessere (violenze, segregazioni, deprivazioni) ha originato il conflitto (3) e dalle esigenze specifiche. Un percorso che dura in media un paio d’anni, durante i quali l’obiettivo fondamentale è il raggiungimento di uno stato di equilibrio.

Io stessa”, sottolinea Veronica, “ho affrontato da molti anni il mio percorso di scoperta e rinascita, che mi ha portato ad essere la donna che sono oggi”. Significativo, in questa crescita e sviluppo personale, il fatto che Veronica, nel frattempo, anche per rispondere alle esigenze burocratiche della presenza di un educatore nella comunità, abbia voluto conseguire nel 2020 la qualifica di laurea a distanza in Scienze dell’educazione.

Oltre al cammino di conoscenza e scoperta di sé, ognuna delle donne ha lavori e compiti ben precisi da svolgere nel corso della giornata e responsabilità da gestire: il lavoro di tessitura e tintura, il lavoro di governante e di disbrigo delle varie faccende, il lavoro di gestione del magazzino, il lavoro di cuoca, di dama di compagnia, ecc.

L’”officina” permanente

Nella Casa si lavora anche nell’”officina” permanente sulla sostenibilità ambientale. Si tratta di uno spazio in cui si coltivano, con il sistema biologico, verdure e frutta per il fabbisogno quotidiano, ma anche per il baratto, trasformando tutti gli scarti alimentari per la produzione di compost, carta e prodotti vari. Si trasformano anche i cibi per la conservazione a lungo termine, mentre per il riscaldamento della casa viene utilizzato legname locale raccolto direttamente, si producono i detersivi e il sapone per i vari utilizzi, si recuperano e riadattano indumenti usati e si utilizzano le erbe medicamentose per le proprie cure.

Ospiti e volontarie dell’associazione vivono così, in maniera molto intensa, un importante lavoro di riabilitazione e d’inclusione sociale, fondato sul rispetto della vita, dell’essere umano e dell’ambiente.

Un progetto produttivo per “la vita di tutti i giorni”: Movietessil®

Per far fronte alla quotidianità e per fornire alla Casa una presenza consistente a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale, è nato il progetto tessile contemporaneo MOVIETESSIL® , un marchio registrato i cui disegni sono protetti da copyright. Si tratta di una linea esclusiva di complementi e tessuti d’arredo di alto pregio, realizzati interamente a mano, con i telai tradizionali orizzontali che è stata presentata negli scorsi anni a Parigi e che è stata premiata per la sua eccellenza. La tecnica adottata per la realizzazione di questi tessuti è antica, rara e indecifrabile e attraverso la stessa i materiali più rustici, come la lana sarda, il lino e il cotone, si intrecciano con il nastro delle videocassette, ormai obsoleto e non riciclabile, creando un’incredibile armonia tra passato, presente e futuro. Dopo il lungo periodo del lockdown si è avuta ora una vera e propria ripartenza delle produzioni: particolarmente significativo – nel 2021 e nel 2022 – il progetto con Altromercato per la realizzazione di ben 400 imbottiture di cuscini (consegnate nel 2021), mentre per il mese di novembre di quest’anno sono previste consegne di altre 200 imbottiture insieme ad arazzi e cuscini.


“Movietessil è l’incontro poetico tra differenze, che sviluppano un effetto estetico unico e regalano sensazioni tattili e visive preziose. I nastri VHS conservano ricordi e memorie, fatti di suoni e immagini che, simbolicamente, animano la luminosità di questo innovativo materiale tessile diventandone inconsueti protagonisti”, ricorda Veronica. 

L’impatto con la comunità e i nuovi progetti

La sede dell’associazione ospita numerosi laboratori di arti femminili (tessitura, sartoria, ricamo) come strumenti di riabilitazione, socializzazione e recupero psico-fisico, ma organizza anche laboratori ed esperienze creative tessili anche per i più piccoli, coinvolgendo principalmente bambini problematici e/o con disabilità, mantenendo così fede ai propri principi di base.

Grazie alla notorietà raggiunta dall’Associazione (attraverso i social, il passa-parola, i collegamenti con donne sarde nel mondo, associazioni di donne, ecc.) da qualche tempo è nato un nuovo possibile sbocco di ospitalità – che si potrebbe riassumere in una forma di “turismo sociale”- in grado di trasportare l’ospite in un mondo diverso, spontaneo, emozionale e vissuto. La Casa accoglie, dona e condivide le proprie storie di vita e il proprio percorso artistico.

Proprio per dare ulteriore respiro a tutto questo grandissimo lavoro, è stato organizzato nei giorni 3 e 4 settembre l’open day “Donne Uni-Verso”, ricco di belle iniziative, con una parte significativa dedicata alla storia: il convegno dal titolo “Donna nel tempo – viaggio di racconti” offre così un’opportunità di scambio e confronto tra aspetti diversi della vita umana, e delle donne in particolare, curai da un’archeologa, Alessandra Pilloni, un’artista, Antonella Minzoni, e una psicologa, Anna Laura Mallocci.

Posso personalmente testimoniare che entrare in questo mondo può rappresentare un’esperienza unica e la consiglio vivamente.

Madame Foile: la creativa parete-libreria

Note

  1. Michela Murgia, “L’incontro”, 2012, Giulio Einaudi Editore

  2. Rossana Dedola, “In Sardegna con Grazia deledda”, 2020, Giulio Perrone Editore

  3. Morton Schatzaman, “La famiglia che uccide”, 1973 e successive riedizioni, Feltrinelli Editore