Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova (Agatha Christie).

La Federazione Russa invade l’Ucraina (2022).

Hamas aggredisce Israele (2023).

Gli Houti aggrediscono le navi occidentali nel Mar Rosso (2024).

 

La situazione geopolitica mondiale genera molti problemi di sicurezza, di commercio e di conseguenza economici e a tendere sociali, soprattutto nel mondo occidentale.

Il primo episodio (l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa) è sembrato inizialmente un atto unilaterale giudicato feroce ma anche ai più insensato e folle.

Il secondo (l’attacco terroristico ed il rapimento degli ostaggi da parte di Hamas in Israele) ancora più folle ma con forte radicamento ideologico.

Il terzo (gli assalti degli Houti alle navi occidentali nel Mar Rosso) atti terroristici perpetrati da un gruppo armato fortemente ideologizzato in funzione antioccidentale.

Ora seguendo per un attimo il concetto di Aghata Christie nonché la sequenzialità, lo sviluppo ed il sostegno che questi atti hanno avuto e stanno tuttora avendo da parte di taluni Stati nazionali ci corre l’obbligo di ipotizzare una tesi.

E’ assodato infatti che la Cina, l’Iran, il Sudafrica, la Corea del Nord, la Federazione Russa si muovono all’unisono di fatto in seno all’ONU e che i BRICS hanno recentemente ampliato la propria compagine con l’intento di rafforzare la cooperazione tra di essi.

In particolare tanto per essere chiari l’invasione Russa appare come apripista per la conquista di Taiwan da parte della Cina, l’attacco di Hamas, finanziato ed armato dall’Iran nei confronti di Israele appare come un tentativo di destabilizzare fortemente tutto il Medio Oriente, e gli attacchi degli Houti (sempre finanziati ed armati dall’Iran) nei confronti nelle navi occidentali come un tentativo di danneggiare fortemente le economie occidentali come fu l’aumento del petrolio deciso dai paesi arabi negli anni ‘70.

Ebbene se tre indizi fanno una prova dobbiamo trarne le conseguenze e constatare che è in atto un tentativo concertato da alcuni paesi di sovvertire l’attuale ordine mondiale.

Non si tratta di una guerra santa, non si tratta di Oriente contro Occidente ma più semplicemente e pragmaticamente di una guerra ibrida perpetrata da un gruppo di paesi ( Cina, Russia, Iran, Corea del Nord in primis ma probabilmente non solo) che per puri interessi di predominio e di controllo su certi territori (con ovvie ricadute anche in termini economici s’intende) si sono accordati ed hanno concertato azioni diverse affidando formalmente ad organizzazioni terroristiche non statali l’esecuzione delle stesse (con esclusione della Federazione Russa che invece non si è nascosta).

Quindi, pragmatismo per pragmatismo, anche su questo punto dobbiamo trarne le conseguenze.

E’ ormai abbastanza noto a tutti il fatto che i Paesi Occidentali hanno goduto e godono del benessere attuale potendo contare su materie prime e manodopera a buon mercato estratte ed utilizzate in molti Paesi poveri del mondo ma il futuro dell’economia mondiale si baserà su prodotti e sistemi diversi da quelli attuali.

Lo sviluppo delle economie del XXI secolo sarà basato su automazione, applicazioni dell’IA, mobilità sostenibile, nuove fonti di energia, digitalizzazione dei prodotti, dei servizi ed automazione dei processi. Tutto ciò richiederà materie prime, capacità produttive e competenze diverse rispetto al passato e al presente. E quindi è ricominciata la corsa all’oro, che non è più l’oro nero, ma sarà l’acqua dolce, il litio, il cobalto, le terre rare, ma anche i territori coltivabili e ancora per un pò di tempo il gas ed il petrolio.

Ecco la vera ragione che spinge i paesi a conquistare nuovi territori. L’Ucraina è ricca di alcune di queste materie prime, il Medio Oriente è ancora ricco di gas e petrolio, Taiwan è il produttore mondiale di microchip ed ha le migliori competenze tecnologiche in tal senso.

Vi sembra poco per scatenare guerre e sovvertire l’ordine mondiale ad oggi tutto sommato in maggioranza governato dal mondo occidentale?

Se questa tesi fosse condivisa o condivisibile l’ultimo passaggio è: come difendere gli interessi del mondo occidentale?

E, più nello specifico, come difendere gli interessi degli europei in tal senso?

Mi soffermo sugli interessi europei per vari motivi.

Il primo perché l’Europa militarmente, geograficamente, politicamente e culturalmente è l’anello debole di tutto il mondo occidentale. E’ teatro di guerra, non ha un esercito né capacità offensive proprie e coordinate tali da poter respingere o attaccare in caso di minaccia una potenza come la Federazione Russa e senza l’ombrello della Nato addirittura insignificante, non è una entità politica forte ed univoca  (non è uno Stato, né ancora una confederazione di Stati), ed è culturalmente divisa in merito ad alleanze, guerre, sostegni.

Non a caso sono nate in Europa due guerre mondiali.

 

Ma indipendentemente dal fatto che il prossimo conflitto possa nascere o meno in Europa, certamente essa ne sarà coinvolta e danneggiata più di altri continenti.

Peraltro negli ultimi anni l’atteggiamento di tutto il mondo occidentale di fronte a molti eventi pur gravi e cruenti già accaduti anche prima della invasione Russa in Ucraina (annessione della Crimea, guerre in Georgia, Cecenia, uccisione di vari oppositori del regime Russo anche in Stati del mondo occidentale -Londra ad esempio – piuttosto che uccisioni di civili in Iran, e più in generale nei paesi ove vige un sistema dittatoriale di fatto) è stato di estrema prudenza, in molti casi di non ingerenza, ma la storia insegna che ove un essere umano si gira dall’altra parte, fa finta di non vedere, un altro essere umano avanza nei suoi propositi. E’ sempre stato così da quando esiste l’umanità.

In questi anni troppe volte gli uomini e le donne del mondo occidentale si sono girati dall’altra parte, troppe volte hanno fatto finta di non vedere e i terroristi, piuttosto che gli Stati autoritari, i dittatori, hanno conquistato spazi e potere.

Tutto ciò è già accaduto ed ora questi stessi terroristi, questi stessi dittatori, questi stessi regimi autoritari, minacciano alla fonte la nostra stessa esistenza di cittadini liberi, che vivono in Stati con istituzioni democraticamente elette. Niente di meglio che il genere umano sia stato in grado di creare fino ad oggi.

Probabilmente le nostre passate sofferenze, i diritti faticosamente conquistati ed il benessere acquisito ci hanno fatto fino ad oggi tollerare o non vedere con la giusta prospettiva quello che stava accadendo nel mondo ed oggi siamo di fatto tutti sulla difensiva.

Le cancellerie di tutti i Paesi occidentali sono impegnate ad arginare i danni, a non far ampliare i conflitti in corso, a fornire aiuti ed armi di difesa ai paesi invasi ma…..riflettiamo: solo i Paesi occidentali si preoccupano di questo, non certamente i Paesi invasori o quelli finanziatori delle organizzazioni terroristiche. Non sono un militare ma credo che un esperto militare interpretando una situazione di questo tipo direbbe ” così si perdono le guerre“.

La diplomazia funziona quando c’è reciproca disponibilità a trovare soluzioni condivise, e non sempre quando le armi tuonano. La Germania ed il Giappone si arresero ( ahinoi purtroppo beninteso) dopo le bombe di Hiroshima e quando gli alleati entrarono a Berlino, non prima…dove non arriva l’intelligenza arriva la violenza. Fa parte del DNA degli esseri umani.

Quindi in questo momento gli Occidentali sono concentrati sulla difesa dei propri interessi, gli altri a conquistare interessi (territori,influenze, predomini, materie prime etc.)

Cosa si può fare?

Per quanto riguarda l’Europa la risposta è semplice ancorchè la sua attuazione complessa. I Paesi europei devono trovare lo slancio per arrivare presto a definirsi come una Confederazione di Stati accentrando i comuni interessi (difesa, politica estera, fiscalità, politiche sociali, etc) e passando da un atteggiamento di follower di iniziative altrui ad un atteggiamento da protagonista nella scacchiera mondiale (abbiamo tutti i requisiti per poterlo fare). Per quanto riguarda più in generale i Paesi Occidentali nei quali ci annoveriamo ritengo che anche in questo caso presto per necessità o per virtù occorrerà passare da un atteggiamento difensivo nei confronti delle minacce terroristiche, delle invasioni o dei soprusi da parte di Stati od organizzazioni non statuali nei confronti di Stati democratici ad un monitoraggio più attento delle minacce e ad azioni di prevenzione (iniziativa preventiva piuttosto che difensiva). La democrazia è difficile da conservare e va difesa con tutti i mezzi.