Questo numero di Caos Management, il 155mo introduce una novità editoriale importante, la prima rubrica fissa: “inpocheparole”. Curata da Massimo Ferrario (consulente con oltre 40 anni di attività nel campo dello sviluppo delle organizzazioni e delle persone), prende spunto da una sua newsletter quotidiana (Narratur); una sorta di antologia della letteratura manageriale e non solo.
La rubrica si apre con un testo dello stesso Massimo Ferrario, La forza imbattibile, libera rielaborazione creativa di un testo di Paulo Coelho. La testata della rubrica la dobbiamo alla felice creatività di un nostro autore storico, Umberto Santucci, che così la presenta:
«Dal magma della memoria e della fantasia si formano le parole come fiori profumati. Le parole sono parole e le rose sono rose, come direbbe Gertrude Stein. I tratti stessi dello scrivere formano il volto e lo sguardo intenso dell’autore. La scritta appare come un filo magico soffuso di luce, che si annoda in un ghirigoro fluente».
A questo punto non vi resta che andare a darci un’occhiata.
Numero delle novità, il 155, che dà il benvenuto a un nuovo autore, Paolo Iacci, Presidente di Eca Italia e direttore scientifico di AIDP, l’associazione dei direttori del personale, che presenta il suo libro “Ironia” della collana di Franco Angeli, “Voci del lavoro nuovo”, dove si chiede se l’ironia fa rima con lavoro? se può portare alla felicità? se è una skill manageriale? o uno strumento di potere nelle organizzazioni? se è possibile gestire persone e imprese con ironia e umorismo?
Di conoscenza massima inutilizzabile e fronte della conoscenza minima utilizzabile, ovvero del metodo della MVK, acronimo di Minimum Viable Knowledge, ci parla Umberto Santucci. L’MVK è un concetto assai importante nell’arte, nella formazione, nel management perché consente di concentrarci sulle sole informazioni necessarie e utili senza rischiare di affogare in un approfondimento eccessivo. E’ chiaro che è un metodo che ci espone a evidenti pericoli, per la difficoltà di definire il confine.
La parola passa ad Antonio Angioni sulla sfida alla trasformazione digitale che le aziende potranno vincere, o anche semplicemente affrontare, assumendo due priorità sul piano gestionale: definire una transformation road map e creare un digital mindset.
Antonio D’Antonio, prosegue nel suo percorso sulla scienza dell’organizzazione in 10 punti con la terza tappa dedicata ai limiti della burocrazia amministrativa e meccanica che da tempo mostra segni di deterioramento.
Cambio di paradigma e di contenuto la rivista prosegue con una serie di cammei di Laura Profeta Lambiase che rappresentano la sola cura che conosce contro il lento preannuncio di totalitarismo, attraverso il nutrimento calorico del cibo energetico del ricordo,
“non melanconia, non paradiso perduto bensì un caleidoscopio di colori ed eleganti bellezze”.
Marisol Barbara Herreros si concentra invece sui pericoli dei social, che ci mettono in grado comunicare ovunque, subito e sempre, spesso a discapito del contenuto della comunicazione sempre più povero, ridotto, omologato, piuttosto mediocre. E certamente a discapito della convivialità e del bisogno per il genere umano di incontrarsi fisicamente.
Sul bisogno per l’umanità di rifiutare il lento preannuncio di totalitarismo della società italiana e nonostante un quadro di geo politica internazionale estremamente complicato, interviene Luca Massacesi, sottolineando l’importanza di continuare a parlare di sostenibilità, ovvero di come riuscire a soddisfare le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni.
“Da poco tempo ho cominciato a pensare che, forse, il genere umano non merita di essere salvato. Perché è troppo stupido”
inizia così il breve trattato di Roberto Maffei che affronta il tema della stupidità umana su un piano, per quanto possibile, scientifico. Leggerlo ci impone di rifletterci.
Al diritto alla conoscenza come fondamentale per garantire quello alla partecipazione e alla buona salute della democrazia si concentra l’attenzione di Luigi Campanella, diritto che deve essere al servizio di tutti i cittadini, evitando che diventi motivo di discriminazione, contribuendo a configurare un ulteriore aspetto della polarizzazione sociale.
Dove non arriva la ragione arriva la violenza per Walter Zanuzzi che dopo 80 anni di pace più o meno tutelati dalla presenza dell’Onu ora richiedono una sua riforma oltre alla necessità che i Paesi dell’Unione europea si rendessero conto che da soli non avranno più voce in capitolo nello sviluppo dell’umanità e condividessero la necessità di realizzare gli Stati Uniti d’Europa. Sempre su temi planetari interviene Roberto Vacca in particolare parlando di riscaldamento globale, effetto serra e clima futuro, ricordando che i modelli matematici, anche se ci impressionano mentre girano sui computer, vanno usati con prudenza. Prima di essere validati, non danno certezze.
“E, in questo settore della climatologia a lungo termine, finora non abbiamo validazioni”.
Passiamo ai colori della valorizzazione del nostro patrimonio culturale con Graziella Falaguasta che nella sua missione di mantenere viva la memoria storica ci presenta il caso del vecchio mulino “El Molì dei Blec” in Valle di Ledro, in provincia autonoma di Trento. Con Simone Corami rientriamo di diritto nella cronaca dei nostri giorni con una recensione della serie televisiva “M – Il figlio del secolo” prodotta da Sky, tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega.
Chiudiamo il numero di apertura del 2025 con un intervento a due mani di Adelio Schieroni e Daria Barbaliscia “Dalla visione al futuro: un percorso evolutivo dalla comunicazione istituzionale all’assistenza personalizzata”
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Buona vita!!!
Marisol Barbara Herreros
Direttore Responsabile
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO PER I LETTORI
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