Affrontare certi fatti storici per cinema e serialità non è mai semplice, soprattutto cercando di mantenere un occhio distaccato ma allo stesso tempo coinvolgendo lo spettatore, ma ultimamente questo sta accadendo sempre di più anche perché c’è anche più richiesta da parte dell’insieme del pubblico stesso.
Disponibile su Sky e Now da fine gennaio 2025, Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103 è una miniserie che ripercorre una delle pagine più tragiche della storia moderna: l’esplosione del volo Pan Am 103 il 21 dicembre 1988, che causò la morte di 270 persone, tra passeggeri e residenti della cittadina scozzese di Lockerbie. Prodotta da Sky Studios e Carnival Films, la serie unisce ricostruzione storica, dramma personale e riflessioni geopolitiche, concentrandosi sulla lotta del dottor Jim Swire (Colin Firth) per ottenere giustizia dopo la morte della figlia Flora.
La serie si apre con il disastro aereo: 38 minuti dopo il decollo da Londra, l’aereo esplode sopra Lockerbie, uccidendo tutti i 259 passeggeri e 11 persone a terra. Tra le vittime c’è Flora Swire, figlia di Jim e Jane Swire (Catherine McCormack), il cui dolore si trasforma in una battaglia trentennale per scoprire la verità. La narrazione si sviluppa coprendo in un arco temporale dal 1988 al 2010, con un focus sulle indagini, il controverso processo al libico Abdelbaset al-Megrahi (Ardalan Esmaili), e i dubbi sull’effettiva colpevolezza di quest’ultimo. Basata sul libro The Lockerbie Bombing: A Father’s Search for Justice di Jim Swire e Peter Biddulph, la serie esplora non solo l’attentato, ma anche le intricate dinamiche politiche, tra cui il ruolo della Libia di Gheddafi (interpretato da Nabil Alraee) e le pressioni internazionali.
Colin Firth offre una performance magistrale nel ruolo di Jim Swire, catturando la trasformazione da padre in lutto a instancabile attivista. La sua interpretazione del dolore, della rabbia e della determinazione è descritta come “pregna di speranza e rassegnazione“. Catherine McCormack, nel ruolo della moglie Jane, rappresenta il contrappunto emotivo: una donna che cerca di mantenere unita la famiglia mentre sostiene il marito nella sua ossessione per la verità. Lo stesso Firth ha raccontato di aver avuto una conversazione privata vis-a-vis con Swire, i cui contenuti non saranno rivelati, per prepararsi all’interpretazione.
La miniserie si inserisce in un solco già tracciato da produzioni come Chernobyl (2019) o The Looming Tower (2018), che mescolano eventi reali e storytelling drammatico. Tuttavia, Lockerbie si distingue per il suo focus biografico: non è solo una cronaca dell’attentato, ma un ritratto intimo di Jim Swire, interpretato da Colin Firth. La serie attinge a documenti ufficiali, trascrizioni dei processi (come quello dell’Aia del 2000) e alle memorie di Swire, ma non evita licenze narrative. Ad esempio, il personaggio del giornalista Murray Guthrie (Sam Troughton) è una fusione di più reporter reali, creato per sintetizzare il ruolo dei media nelle indagini. Un punto controverso è la rappresentazione di Abdelbaset al-Megrahi (Ardalan Esmaili), l’unico condannato per la strage. La serie non si limita a ritrarlo come colpevole, ma esplora i dubbi sulla sua effettiva responsabilità, riflettendo le tesi sostenute da Swire e da organizzazioni come il Justice for Megrahi Committee. Questa scelta ha generato critiche, specie dalle famiglie delle vittime americane, che vedono nella narrazione una minimizzazione del terrorismo libico.
La serie dedica spazio alla psicologia del lutto, mostrando come Jim e Jane Swire elaborino il dolore in modi opposti: Jim incarna la rabbia trasformatasi in ossessione. In una scena chiave, durante un incontro con i funzionari britannici, sussurra: “Non voglio vendetta, voglio capire”, sintetizzando la sua trasformazione da padre a investigatore amatoriale. Jane, sua moglie, rappresenta il lutto silenzioso. La sua decisione di piantare un albero in memoria di Flora diventa un rituale di resistenza interiore, simboleggiato dal mutare delle stagioni sullo sfondo.
Interessante è anche il ritratto di Pan Am 103 come personaggio collettivo. Attraverso flashback, vediamo i passeggeri prima del decollo: una studentessa che legge Il ritratto di Dorian Gray, un bambino che gioca con un aeroplanino. Queste scene, seppur brevi, umanizzano le vittime, evitando di ridurle a numeri. La regia di Otto Bathurst (Peaky Blinders) e Jim Loach (Save Me) è caratterizzata da una fotografia fredda e angosciante, con toni cupi che riflettono il clima emotivo della storia. Le scene dell’esplosione e della caduta dei detriti su Lockerbie sono state definite “apocalittiche” e “realistiche”, con una ricostruzione meticolosa dell’aereo e dei momenti immediatamente successivi al disastro.
Particolarmente efficace è l’uso di materiali d’archivio, come i servizi televisivi dell’epoca e le dichiarazioni di leader politici, che amalgamano fiction e realtà storica. La colonna sonora di Rupert Gregson-Williams contribuisce a creare un’atmosfera claustrofobica, enfatizzando la tensione e il dolore dei protagonisti.
Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103 è un’opera potente e necessaria, che combina impegno civile e qualità artistica. Pur non essendo esente da semplificazioni narrative, necessarie al racconto, la serie riesce a rendere omaggio alle vittime e a mantenere viva una memoria storica spesso dimenticata.
Il premio Oscar Colin Firth conferma la sua statura di attore con una performance che oscilla tra la vulnerabilità e la tenacia, mentre la regia trasforma una tragedia collettiva in un racconto intimo e universale.
RACCONTARE LA STORIA: CHERNOBYL
Chernobyl, co-prodotto da HBO e Sky e creato da Craig Mazin, è un dramma storico in 5 episodi che ricostruisce il disastro nucleare del 26 aprile 1986, esplorando le cause tecniche, gli errori umani e il sistema di insabbiamento dell’URSS. Diretta da Johan Renck, combina rigore storico e narrativa avvincente, diventando un caso acclamato da critica e pubblico. La storia si apre due anni dopo l’incidente, con il suicidio del chimico sovietico Valery Legasov (Jared Harris), che ha registrato una confessione sulle reali dinamiche del disastro. Attraverso flashback, la serie ripercorre le ore successive all’esplosione del reattore 4 della stessa centrale, mostrando i tentativi di contenere la catastrofe. Legasov, affiancato dal burocrate Boris Shcherbina (Stellan Skarsgård) e dalla scienziata Ulana Khomyuk (Emily Watson), lotta contro il tempo per evitare una seconda esplosione che avrebbe reso l’Europa inabitabile.