(‘O paese d’ ‘e fauzi priati)

“Raccontar fole” è un esercizio di stile di chi comanda questo felice Paese. Seguendo il detto partenopeo “Cumannà é meglio che fottere” vado a narrarvi la storia di una “brutta anatroccola”, ‘na vastasa, che, senza manco dover arraffare al volo uno straccio di principe azzurro, che è ‘na vrenzola d’omme, è riuscita a tramutarsi in una cigna piagnucolosa e cattiva, ‘na chiappa ‘e ‘mpesa, tanto da potersi togliere i sassolini dalla scarpetta di vetro e vendicarsi di tutto ciò che oscuri lo spazio da lei occupato sull’intero globo terracqueo.

Poco a poco la Piccola Fiammiferaia rimasta a corto di micciarielli, nel sogno della narcosi da ipotermia si è avvalsa della Grande Fiamma della Stregagneria per occupare a pieni voti lo sfarzoso scranno del Potere. Ma il Potere Assoluto da lei raggiunto richiede fidi schiavuttielli che vadano a impolpare il suo esercito, rafforzato da varie voci di scadenti mestieranti della carta stampata e leccapiedi pazzaglioni d’indole mercenaria.

Al Bianconiglio Lombardo ruba i sette nani, al raffinato Drago Birignao strappa a forza i suoi draghetti biascicanti e agli orchi, suoi famigli, rintanati negli antri a spullicà bambini, dà l’ordine di farle da cortina di ferro, da Linea Maginot, da ponte levatoio davanti il suo Castello Stregato.

Non disdegna, la Regina di Kuori, i lupi mannari, i cacciatori di teste e i ranavuottoli in veste di principi azzurri, scarrafoni belli solo agli occhi delle loro mamme. Un’orda di bruttoni, camurristi, mammasantissimi e guappi pronti a tutto, che vivono in un meraviglioso luogo, pieno di città e di borghi, di mari e monti: Toyland.

In questo Buvero d”e Pazzielle tutto lo staff della Stregagna s’incontra, si celebra, si festeggia, si allena alle Bugie di Stato: impara a esprimere opinioni false, giochi di parole, offese fisiche e morali, intrighi e iacuvelle. Perché nel Paese dei Bugiardoni vige una legge antica e inappellabile: Negare, Negare, Negare. La Negazione è il primo e unico articolo della Costituzione del Paese delle Falsità, voluto e dovuto… Sempre.

Ligia a questo dettame etico-morale è lei, la Stregagna Cattiva; lo declina persino il suo Specchio Magico, offrendole l’immagine del suo ghigno da “Uomo forte al Comando”. L’anatroccola divenuta Cigna-Padrona sa bene come mascherare il suo spudorato cinismo dietro dolci parole, sorrisi e gesti: virago nell’anima mal sopporta le donne, stì’ femmene sempre prede e mai predatrici. Nemiche e mai sorelle. Della Patria, la Dolce Gattona Fusaiola, può fare a meno se le fa comodo. Quello a cui tende con pertinacia e spudoratezza è un vezzo, una doverosa rielaborazione del finale di stagione della serie televisiva “M” in un Happy End, laddove il protagonista e i suoi sguatteri “Vivono tutti Felici e Contenti”.

Per questo la Stregagna agisce con la delicatezza della viltà, con una innata cazzimma, con una disumanità nascosta dietro antichi accenti barbarici. I suoi falsi sorrisi sono riservati solo ai Ricchi Padroni della Terra, imprigionati saldamente nei murales dipinti da Bansky sui ruderi delle città devastate dalle loro guerre.