Open Science
Non è certo un caso che negli ultimi anni, mentre le diverse teorie sulla complessità erano oggetto di discussioni e dibattiti, nonché di confronti con le tesi riduzionistiche alternative, si sviluppava la Open Science.
Il collegamento è evidente: come la complessità obbliga per affrontare i problemi a valutarli in tutti i loro aspetti, senza la presunzione di semplificarli e ridurli concettualmente per entrarne in un possesso quasi esclusivo, così la Open Science fa giustizia dei predomini culturali veri o presunti, obbligando a riconsiderare la SCIENZA come un patrimonio aperto contenuto in un forziere a libero accesso.
Una sorta di Cenacolo culturale diventa pertanto il simbolo di entrambe queste realtà, la complessità e la Scienza Aperta.
E questo cenacolo non è esclusivo, non ci sono passaporti o password per farne parte, ma soltanto la capacità di contribuire alla conoscenza. L’informazione può anche prescindere dalla considerazione di tutte le coordinate che definiscono un sistema e dai contributi di tutte le discipline scientifiche che possono contribuire, ma se parliamo di conoscenza – un livello ben superiore di consapevolezza rispetto all’informazione – ecco che il cenacolo diviene irrinunciabile come metodo di lavoro.
L’ambiente è senz’altro il tema che consente di comprendere meglio quanto ho appena affermato.
Pensare di ridurne la conoscenza a pochi indici ed a singole discipline scientifiche significa dimenticare elementari concetti quali l’interazione fra i vari componenti ambientali, ciascuno dei quali influenza gli altri (si pensi al rapporto fra ozono, ossidi di azoto e radicali liberi), quali la contemporaneità di processi di natura diversa (fisica, chimica, biologica) che non possono essere considerati ciascuno separatamente dagli altri pena arrivare a conclusioni errate (si pensi ai fenomeni di erosione); significa anche assumersi una responsabilità basata sulla convinzione del predominio della propria cultura sulle altre, a danno della società, dei cittadini, dei giovani ai quali dovremo lasciare l’ambiente così come l’abbiamo trattato o, peggio, maltrattato.
Certo l’interpretazione dei risultati sperimentali obbliga a razionalizzazioni, ma anche in questo il Cenacolo diviene importante :
i marker che può scegliere un chimico sono diversi da quelli scelti da un fisico o da un biologo,
ma insieme potranno fare una scelta che protegga la significatività delle conclusioni,
garantendo al tempo stesso un approccio reale e non solo virtuale, che – se magari complessivamente più fedele al modello – difficilmente si può tradurre in atti, norme, leggi.