INTRODUZIONE ALL’ESTETICA DELLO
SPAZIOTEMPO
«Gli Strumenti» vuole fornire elementi di riflessione conoscitiva e
teorica nei campi della scienza contemporanea, del pensiero, dell’arte,
dell’urbanistica, dell’architettura e della produzione di oggetti. La collana
è composta da libri precisi negli apparati, densi nei contenuti, chiari
nell’esposizione che intendono spingere il lettore alla ricerca di nuove
direzioni del proprio operare.
Claudio Catalano, I sandali di Einstein: introduzione all’estetica dello
spaziotempo prefazione di Antonino Saggio
Editore: Lulu.com, Raleigh, USA
Distribuzione internazionale: Lulu.com, Amazon.com
Collana: «Gli Strumenti»
Direttore: Antonino Saggio
Redazione: Matteo Baldissara, Valerio Perna, Gabriele Stancato
Indirizzo: nITro, Piazza Grecia 61, 00196 Roma tel. 0697615923
ISBN: 978-1-326-49154-3
Prima edizione gennaio 2016
Parole chiave: arte, cubismo, futurismo, estetica, geometria, iperspazio,
ipercubo, ipersfera, quantum, relatività, scienza, spaziotempo,
Einstein, Euclide, Kant, Koan, Minkowski, Newton, Poincaré.
INTRODUZIONE
La scienza del XX secolo ha prodotto due monumentali visioni della realtà che hanno minato alla base la nozione di spazio e di tempo ereditata dalle leggi newtoniane e dall’esperienza quotidiana. La teoria della relatività e la meccanica quantistica ci hanno condotto ad abbandonare la presunta verità della nostra percezione dello spazio e del tempo
intesi come contenitori di entità separate le une dalle altre. Negli stessi anni della rivoluzione scientifica del primo Novecento, l’arte ha esplorato lo spazio interiore scoprendone le analogie con lo spazio fisico oggetto dell’indagine scientifica. Ancora oggi però la scienza opera distinzioni fra mondo interiore e spazio fi sico, ed è considerato reale
solo ciò che è misurabile.
Il filo conduttore di questo libro è la convinzione che esista una profonda connessione fra pensiero scientifico e intuizione artistica e che dall’incontro di questi due strumenti di conoscenza dipenda la nostra esperienza dello spazio e del tempo.
Inoltre si ipotizza che le teorie e i postulati scientifici siano prolungamenti concettuali dei nostri organi di senso e paragonabili a strumenti sempre più raffinati per la percezione della realtà. In tale ottica, la geometria e gli strumenti di misurazione possono essere assimilati a
protesi di senso mediante le quali percepiamo aspetti diversi del mondo la cui configurazione cambia al variare del sistema di misura-osservazione: altri mondi appaiono in funzione al mezzo usato, in una scoperta-generazione della realtà percepita attraverso la misura di configurazioni geometriche. Vedremo come tali protesi possono diventare obsolete – come nel caso della geometria euclidea – ed essere sostituite con altre che ci consentono una visione più approfondita. L’idealizzazione della geometria euclidea che ci ha accompagnato per duemila anni fino alla metà del XVIII secolo ha formato uno schema rigido sul quale abbiamo proiettato tutta la nostra percezione sensoriale del mondo esterno. Una visione nuova del mondo è conseguenza di un cambiamento dello schema concettuale.
…continua
Recensione di Daniela Biganzoli