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L'orientamento
alla responsabilità sociale: un'impostazione
vincente per imprese e lavoratori
"Essere socialmente responsabili significa
non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici
applicabili, ma anche andare al di là,
investendo di più nel capitale umano, nell'ambiente
e nei rapporti con le altre parti interessate"
(Libro
Verde della Commissione Europea, Luglio 2001)
La pubblicazione del Libro Verde della Commissione
Europea del 2001 segna una svolta significativa
nell'orientamento di obiettivi e strategie interne
ai contesti imprenditoriali, poiché rappresenta
una sorta di premessa filosofica e in questo senso
assolve al compito di rafforzare concettualmente
e definire nella loro valenza pratica una serie
di provvedimenti e misure già presenti
alla coscienza generale mondo del lavoro. Sistemi
normativi e strumenti gestionali quali la SA 8000
e il bilancio sociale trovano collocazione in
una visione d'insieme più ampia e, dal
punto di vista dell'impegno richiesto alle aziende,
profonda e articolata, rispetto al quale, politicamente
parlando, ciascuno Stato membro della Comunità
è chiamato a fornire il proprio contributo,
affinché la CSR (Corporate Social Responsibility-
Responsabilità sociale d'impresa) rappresenti
uno degli elementi decisivi di realizzazione delle
strategie di sviluppo del sistema economico europeo,
in linea con gli obiettivi fissati nel
vertice di Lisbona, nel marzo 2000:
"divenire (entro il 2010) l'economia della
conoscenza più competitiva e più
dinamica del mondo, capace di una crescita economica
sostenibile accompagnata da un miglioramento quantitativo
e qualitativo dell'occupazione e da una maggiore
coesione sociale".
Il contesto storico-giuridico
La Corporate
Social Responsibility: circa un decennio
fa, precisamente nel 1993, l'allora presidente
della Commissione europea Jacques Delors sollecitò
le imprese a impegnarsi nella lotta contro l'emarginazione
sociale. Dopo la chiusura dello stabilimento Renault
di Vilvoorde in Belgio, nel 1997, la Commissione
costituì un gruppo di studio (Gyllenhammar)
per esaminare le problematiche associate ai cambiamenti
di tale portata. La relazione conclusiva del gruppo
raccomandava alle imprese con più di mille
dipendenti di pubblicare un rapporto sulla gestione
del cambiamento, in cui esporre l'impatto delle
loro attività socialmente rilevanti. Ancora
una volta, al vertice di Lisbona del marzo 2000,
il Consiglio europeo si richiamò esplicitamente
al senso di responsabilità sociale delle
imprese con riguardo alle prassi migliori nelle
aree della formazione permanente, dell'organizzazione
del lavoro , delle pari opportunità, dell'inclusione
sociale e dello sviluppo sostenibile. Anche l'agenda
sociale adottata nel dicembre 2000 sottolineava
l'importanza della responsabilità sociale
delle imprese (RSI). Nel 2001, il libro Verde
della Commissione servì a lanciare il dibattito
sul concetto stesso di responsabilità sociale.
nel 2002 infine, la Commissione pubblicava La
responsabilità sociale delle imprese: un
contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile
(COM 2002 0347 def.), comunicazione che ha messo
in evidenza l'importanza di "incoraggiare
le imprese a prendere ulteriormente coscienza
della loro responsabilità sul piano sociale"
e ancora "creare un quadro che consenta di
garantire che le imprese integrino gli aspetti
ambientali e sociali nelle loro attività….."
In piena sintonia con le linee guida europee in
materia di RSI, in Italia il Ministero
del lavoro e della Politiche sociali
ha presentato, lo scorso 13 dicembre presso l'Università
Bocconi di Milano il progetto CSR-SC
(Corporate Social Responsibility-Social commitment),
che attribuisce importanza alla diffusione di
comportamenti etici nelle imprese, ma ciò
che lo ha caratterizzato è stato l'ampliamento
di questa visione con la dimensione degli interventi
proattivi nel sociale, definita appunto Social
Commitment (coinvolgimento sociale), avente lo
scopo di "favorire la partecipazione attiva
delle imprese al asostegno del welfare nazionale
e locale secondo una moderna logica di integrazione
pubblico-privato". E' solo a quest'ultimo
livello infatti che l'impresa, chiamata a cofinanziare
progetti nel sociale, può beneficiare del
bonus fiscale e dell'accesso facilitato al mercato
finanziario attraverso i fondi etici. Le imprese
che decidono di partecipare al sistema premiale
devono elaborare un Social Statement basato su
un set di indicatori. Il Social Statement risponde
a una logica di impegno sociale, in base al quale
l'impresa deve dimostrare, in un'ottica di CSR,
di aver superato il livello di semplice conformità
(compliance) attraverso quegli indicatori individuati
come rilevanti in funzione delle specificità
aziendali e delle priorità del Governo.
Il set di indicatori per la realizzazione del
Social Statement, a sua volta, si caratterizza
per essere modulare, flessibile, adatto alla grande,
ma anche alla piccola e media impresa. L'adesione
al livello SC presuppone una procedura di autovalutazione.
In seguito la conformità del Social Statement
sarà esaminata da un soggetto terzo e questo
consentirà all'impresa di accedere alle
azioni di intervento sociale previste dal Ministero
e alle agevolazioni fiscali. Il gruppo di lavoro
sulla CSR, attivo al Ministero, ha individuato,
in collaborazione con l'Università bocconi
e le associazioni imprenditoriali, circa una ventina
tra grandi, piccole e medie imprese per testare
su base volontaria lo standard individuato. La
fase di test ha chiarito quali sono i parametri
utilizzabili dalle imprese per dichiararsi socialmente
responsabili ed accedere alle agevolazioni fiscali
e l'intera proposta è stata presentata
nel Luglio scorso al Consiglio dei Ministri del
lavoro e in novembre alla conferenza europea di
Venezia sulla CSR. Con il documento prodotto in
quest'ultima occasione (Progetto
CSR-SC-il contributo italiano alla
campagna di diffusione della CSR in Europa) *
il Ministero del lavoro e delle politiche sociali
ha inteso dare il proprio contributo al dibattito
europeo, incentrato ora sul raggiungimento di
un framework comune di riferimento sulla CSR.
In particolare la proposta di lavoro del Governo
italiano per lo sviluppo della cultura, delle
pratiche e degli strumenti di CSR intende essere
un punto di partenza per avviare un nuovo confronto
esteso a tutti gli stakeholder (ovvero gli attori
coinvolti) interessati a livello nazionale ed
europeo.
I vantaggi per le imprese
L'attenzione riservata dalle imprese alla responsabilità
sociale e l'importanza del loro ruolo nel raggiungimento
di uno sviluppo sostenibile è ormai un
fatto noto e ampiamente documentato. Oltre alle
multinazionali che per prime, in maniera più
evidente, hanno affrontato queste tematiche, anche
altre imprese stanno sviluppando approcci e strumenti
per la gestione degli aspetti sociali e ambientali
nell'ambito delle proprie attività strategiche
e competitive (a questo proposito risulta significativa
la ricerca realizzata da Unioncamere per il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali che segnala,
tra l'altro una minore consapevolezza da parte
delle PMI sui potenziali vantaggi gestionali e
competitivi che possono derivare da un impegno
in ambito CSR). Il valore della conoscenza e la
capacità di innovare, il consenso e la
fiducia delle diverse categorie di stakeholder,
la reputazione e, in ultima analisi la disponibilità
a contribuire al benessere della comunità
rappresentano i cosiddetti elementi di tipo intangibile
(intangibile asset) dai quali dipende in gran
parte la performance di un'impresa e in questo
senso l'analisi delle best practices (ovvero dei
comportamenti socialmente responsabili attuati
dalle aziende)tende a delineare un quadro in cui
la CSR contribuisce, in una prospettiva di sviluppo
duraturo per l'impresa, alla creazione di valore
ed è quindi in grado di generare un vantaggio
competitivo per l'azienda. Alcuni tra i benefici
più importanti di un comportamento socialmente
responsabile:
- con riferimento alle risorse umane e al clima
aziendale, le pratiche di CSR contribuiscono
a creare un ambiente di lavoro migliore , più
sicuro e motivante, in linea con gli obiettivi
aziendali dell'efficacia e dell'efficienza.
Di conseguenza aumentano la capacità
dell'impresa di attrarre e mantenere personale
qualificato e motivato;
- nei riguardi del mercato finale, l'impegno
in ambito CSR contribuisce a rafforzare il brand
value (il valore di marca), attraverso lo sviluppo
di un rapporto stabile e duraturo con i consumatori/clienti,
basato sulla fiducia e sulla fedeltà
di marca;
- l'attenzione ai principi di CSR, rafforzando
la reputazione dell'impresa, riduce i rischi
di iniziative di boicottaggio da parte di organizzazioni
terze;
- un ulteriore beneficio può essere rappresentato
dalla relazione con le istituzioni finanziarie,
nell'ottica di un più facile accesso
alle fonti di finanziamento in virtù
della riduzione del profilo di rischio.
Nell'adozione a tutti gli effetti degli strumenti
di legge e rendicontazione già in uso,
ovvero, tra gli altri, la SA
8000 e il bilancio sociale, i vantaggi
risultano i seguenti:
- L'immagine pubblica dell'organizzazione può
essere il fattore discriminante per la fruizione
dei suoi prodotti/servizi. E' di vitale importanza
la proiezione di un immagine positiva a clienti,
utenti, dipendenti, fornitori, investitori,
comunità nonché lo sviluppo nel
tempo di una buona reputazione.
- I consumatori, gli utenti e le loro organizzazioni
sono sempre più attenti ai valori umani
fondamentali ed acquisiscono una crescente consapevolezza
non solo di "cosa viene prodotto o erogato,
ma anche di "come" viene prodotto
o erogato (fattori sociali, etici, ambientali,
di salute e sicurezza).
- L'organizzazione, attraverso l'attestazione
di una terza parte indipendente accreditata,
dimostra alle parti interessate e alle loro
associazioni, che i principi etici e sociali
sono rispettati nell'intera cascata organizzazione-fornitori-subfornitori.
- L'organizzazione certificata in accordo alla
SA 8000 viene riconosciuta da tutto il sistema
che accetta i principi della SA 8000, unica
norma disponibile nell'ambito della Responsabilità
Sociale.
- L'interesse al progetto SA 8000 di Organizzazioni
Leader conferirà rapidamente allo schema
un'autentica credibilità internazionale.
- L'emissione di un "Rapporto Sociale
Annuale" che comunichi alle parti interessate
(Comunità, Utenti, Clienti, Consumatori,
Investitori, Concorrenti) le modalità
di attuazione all'interno e all'esterno dell'organizzazione
(fornitori) dei requisiti SA 8000, conferisce
trasparenza alle attività dell'organizzazione
stessa, accrescendo la fiducia delle Parti interessate.
Dott.ssa Donatella Vasselli
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