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La formazione fa spettacolo

Franco Amicucci, La formazione fa spettacolo. Percorsi per una nuova formazione manageriale, Il Sole 24 Ore, 2004

Dove sta andando la formazione manageriale in Italia? Sta cambiando? In meglio o in peggio? Come agenti di cambiamento sono più importanti i morsi della crisi, le nuove tecnologie, nuove prospettive metodologiche nella formazione degli adulti?

Franco Amicucci è docente di Sociologia dei processi comunicativi all'Università di Macerata, e titolare di Amicucciformazione, una società con cui opera a tutto campo con importanti progetti per aziende private e organizzazioni pubbliche. Io ho il piacere di collaborare con lui da oltre dieci anni, in cui abbiamo creato insieme anche prodotti originali come il Qualitest e la Metamorfosi manageriale, di cui si parla anche nel libro.

Quindi Amicucci si trova nel doppio ruolo di studioso e cattedratico, ma anche di imprenditore e operatore sul campo. E' quindi la persona ideale per rispondere alle nostre domande. Invece di erudirci in modo astratto, teorico e pedante, ci parla di sue esperienze professionali, di casi concreti, di soluzioni adottate con successo.

In estrema sintesi, il libro ci dice che negli ultimi tempi le aziende richiedono interventi di formazione sempre più brevi e spettacolari, multimodali e polisensoriali, più che multimediali.

Nel libro si parla di leadership, dove si deve cominciare col saper essere leader di se stessi, per poi poter fare da guida agli altri, ma anche essere leader nel contesto, dall'orientamento al cliente a quello verso gli stakeholder, e infine essere leader dell'innovazione, sensibili agli scenari e ai cambiamenti, dalla tecnologia alle dinamiche sociali.

Si affronta la teoria delle intelligenze multiple per la formazione, dove ognuno può essere colpito nella forma di intelligenza in cui è più dotato. Da questo impianto teorico derivano anche le realizzazioni fatte da Amicucci come miniconvention formative e applicazione delle arti alla formazione, dal cinema al teatro.

Si parla di come deve cambiare l'aula per differenziarsi dall'e-learning e ritrovare la sua funzione di condivisione di esperienze, più che di luogo in cui qualcuno versa conoscenze a qualche altro. L'aula si integra con la formazione a distanza e l'autoapprendimento, e con tecniche nuove come il gioco di simulazione, l'outdoor training, la combinazione con discipline di tipo orientale, olistico, dolce.

Dalla lettura del libro viene fuori una situazione in cui oggi più che mai la formazione non va sottovalutata, non va usata come un pannicello caldo, non va affidata a persone di poca esperienza, perché è così articolata, così ad ampio spettro, così strategica, che un intervento formativo può essere del tutto inutile se non è inserito in una visione di insieme, o quanto meno in una attenta valutazione dei problemi che si vogliono affrontare.

Ancora una volta, le nuove tecnologie hanno operato profonde mutazioni nel nostro modo di lavorare e di comunicare, ma alla base di tutto restano considerazioni umane ed umanistiche, e soprattutto il modo in cui strumenti, metodi, tecnologie, vengono messi insieme in una visione di processo, più che in una serie di interventi spot scollegati l'uno dall'altro.

http://www.amicucciformazione.com/book/la_formazione_fa_spettacolo.htm


Umberto Santucci

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