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SA 8000: un aggiornamento a livello internazionale

La responsabilità sociale di un'impresa coinvolge direttamente due categorie di soggetti, implicando fondamentalmente due risvolti: il primo, immediato, nei confronti dei dipendenti stessi dell'impresa; il secondo, più ampio, nei confronti dell'intera società.

Solo di recente il mondo della normazione internazionale (ISO) si è attivato sul fronte della responsabilità sociale delle imprese, in vista dell'eventuale elaborazione di una normativa ad hoc. In attesa di parametri universali di riferimento, alcuni soggetti hanno giocato d'anticipo, predisponendo dei modelli per valutare la responsabilità sociale delle imprese: è il caso della specifica SA 8000.

Questa norma ha un origine e uno sviluppo diverso rispetto al resto delle certificazioni tecniche (es. ISO 9000), cioè dei parametri stabiliti da comitati di esperti nazionali di un settore specialistico che formalizzano tali scelte in norme da far condividere a livello nazionale ed internazionale percorrendo un lungo ciclo che si allarga dall'Europa (EN) fino al mondo (ISO).

SA 8000 nasce dal CEPAA (Council of Economical Priorities Accreditation Agency, www.cepaa.org ), emanazione del CEP (Council of Economic priorities), istituto statunitense fondato nel 1969 per fornire agli investitori ed ai consumatori, strumenti informativi per analizzare le performance sociali delle aziende.

Rispetto ai codici di condotta individuali delle aziende o rispetto ai codici elaborati per gruppi di imprese la SA 8000 si diversifica proprio nel fatto che è prevista una forma di garanzia esterna del rispetto dei requisiti sociali, costituita dalla attestazione di un organismo di certificazione esterno e indipendente. Un'altra peculiarità di SA 8000 consiste nel fatto che l'azienda che intende certificarsi deve garantire che anche la catena dei propri fornitori rispetti tali requisiti sociali, attraverso un impegno scritto di questi ultimi.

La definizione ufficiale della responsabilità sociale delle imprese descrive questo concetto come l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.

Anche se, a tutt'oggi, la responsabilità sociale delle imprese è promossa prevalentemente da grandi società o dalle multinazionali, essa riveste un'importanza per tutti i tipi di imprese e per tutti i settori di attività, dalle PMI alle multinazionali.

"Nel loro piccolo" la metà delle PMI europee risultano attualmente impegnate in attività con ricadute a beneficio della comunità locale. E' quanto emerge da un recente rapporto della Commissione Europea pubblicato nell'ambito dell'Osservatorio delle PMI Europee 2002.

Le azioni socialmente responsabili delle aziende consistono principalmente in sponsorizzazioni di eventi sportivi, iniziative culturali, interventi a favore della salute e della qualità della vita.

Ma quante sono le aziende dove è applicata la SA8000?

Al 30 settembre 2003 nel mondo c'erano 285 aziende certificate SA8000 distribuite in 36 paesi e su 36 tipologie diverse di attività.

A guidare la classifica c'è l'Italia con 52 aziende certificate, seconda è la Cina con 45 aziende, poi il Brasile con 39. Spagna, Francia e Polonia sono a pari merito con 5 aziende certificate.

Il settore alimentare è rappresentato da 10 aziende. 47 aziende certificate hanno più di 1.000 dipendenti, e 83 ne hanno da 250 a 1.000.

Le 52 aziende italiane impiegano in totale 19.594 dipendenti, mentre quelle cinesi interessano 31.200 lavoratori.

Più in dettaglio, nel panorama internazionale il numero delle imprese che hanno ottenuto la certificazione di uno qualsiasi degli enti appositi ha raggiunto livelli molto significativi. Per esempio, possiamo notare osservando il prospetto sottostante gli ottimi risultati ottenuti dalla certificazione SA 8000, dove troviamo al primo posto per quantità di certificazioni paesi come la Cina e l'Italia, rispettivamente con 30 e 21 autenticazioni. Il continente asiatico, comunque, detiene il primato delle attestazioni di responsabilità sociale: esso presenta il 63,25% delle registrazioni complessive, contro il 30,77% europeo, il 4,27% dell'America Latina e l'0,85% di Africa e Stati Uniti . Tali dati ci fanno osservare che sono soprattutto le imprese operanti in paesi dove la tutela dei diritti dell'uomo e del lavoratore non può essere affidata solo alla legislazione nazionale ed agli accordi sindacali, spesso insufficienti, se non addirittura inesistenti, a trarre maggiore utilità da tali riconoscimenti sociali. In situazioni di debolezza normativa, infatti, può succedere che le imprese tendano ad approfittarsi della situazione per garantirsi manodopera a basso costo.

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