Estate, tempo di…reagire!
…….E'
stata l'estate amara delle stragi furiose, della
minaccia reiterata alla sicurezza collettiva
e, come diretta conseguenza, del riemergere
più o meno evidente di una fragilità
umana individuale che inesorabilmente, anche
quest'estate, ha visto la ricerca di terapie
alternative "di sostegno", che possano
ricreare un senso, ricostruire un'identità
interiore e restituirla a quanti, e sono la
maggior parte di noi, appartengono al genere
dei "viaggiatori metropolitani", (più
che a quello dei turisti occasionali), tutto
sommato distanti da grandi questioni di integralismo
politico e religioso, perché alle prese
con problemi di ordinaria amministrazione.
Diversi stimoli alla riflessione, espedienti
più o meno leggeri, che riescano a non
sacrificare la distensione tipica della bella
stagione, ma nello stesso tempo sollecitino
la consapevolezza da parte dei singoli della
necessità di un recupero delle proprie
energie psichiche e spirituali, sono passati,
quest'anno più che nei precedenti, per
lo più attraverso rimedi di importazione,
tratti da culture e tradizioni antichissime,
ed è stata ….subito "moda":
nel nostro paese si è diffusa con successo
crescente la tecnica della "trance dance",
un rito di derivazione sciamanica che associa
suoni, percussioni, respirazione, e attraverso
il movimento libero e frenetico del corpo, aspira
al raggiungimento di uno stato d'estasi e di
contemporanea connessione con la natura, che
favorisce a sua volta l'isolamento e il dialogo
con la parte più intima e profonda di
se stessi, l'anima, per intenderci. Il contatto
che si stabilisce, garantiscono i nuovi adepti,
è notevolmente rigenerante e procura
benessere e rilassamento in modo del tutto spontaneo,
senza ricorrere insomma ad artifici chimici
di cui tutti ormai conoscono tristemente gli
effetti negativi. Trascendere la realtà
usuale per riappropriarsene in maniera più
forte e cosciente sembra l'obiettivo comune
a questa e ad altre discipline: lo yoga e la
meditazione tradizionale, la danza dei dervisci,
che attraverso una cerimonia religiosa di musica
e ballo, raggiungono il "wayd", ovvero
una trance in cui si entra in contatto con Dio
e il cosmo, e ancora la più recente "neuroteologia",
che studia gli effetti sul cervello della preghiera
e dell'estasi mistica.
Sul fronte della tecnologia e del suo progresso
incondizionato, riaffiora in estate, senz'altro
più decisamente rispetto ad altri periodi
dell'anno, il contrasto con la sfera privata,
dell'esplorazione, soprattutto emotiva, di luoghi
e paesaggi ricchi di memoria e cultura: un saggio
dello scrittore Tomas Maldonado sposa la tesi
condotta da diversi critici a favore dell'individuazione
delle possibili insidie che gli strumenti di
controllo dei contesti odierni (Internet, e-commerce,
cellulare, carta di credito) contengono in sé:
accanto infatti al potere indubbio di velocizzare
i processi e in genere facilitare la vita, gli
apparati telematici annullano spesso lo sforzo
personale e sociale di conservare la memoria
storica, vivendola attraverso oggetti e monumenti
da ricordare. Soggetti come siamo alla fulmineità
dei passaggi e delle connessioni, vittime altrettanto
di frequente dell'eccesso di rapidità
con cui le informazioni ci raggiungono e ci
sovrastano, negandoci la possibilità
di utilizzarle appieno, data la loro quantità
e il ritmo vorticoso con cui vengono scambiate,
rischiamo di perdere definitivamente l'impulso
all'elaborazione personale, anche, nel caso
specifico dell'estate e delle occasioni vacanziere,
di siti e scenari naturalistici, e delle impressioni
che questi ci suscitano, nonché luoghi
del passato che testimoniano, con la loro durevolezza,
l'inalterabilità del tempo, e per questo
suggeriscono una "fruizione" lenta
e ponderata.
E sempre a proposito di sentimenti legati alla
scoperta di nuovi itinerari e località,
la novità più originale di quest'anno
è stata sicuramente rappresentata dalla
teoria estetica, di recente acquisizione , anche
italiana, ad opera di una studiosa napoletana
che insegna ad Harvard, della "geografia
emozionale": sul modello di una mappa antica,
disegnata da una nobildonna francese intorno
alla metà del Seicento, la cosiddetta
"Carta del paese della tenerezza",
l'idea filosofica proposta interpreta il desiderio
comune e rinnovato di capire "cosa significa
abitare e cosa sia il mondo del vissuto";
in altre parole le città e gli elementi
che le costituiscono vengono interpretati e
sentiti, da parte di chi li sperimenta, attraverso
il filtro potente dell'immaginario, che libera
le cose oggetto del nostro interesse dagli stereotipi
e dai luoghi comuni e li riveste delle atmosfere
dell'animo, il che presuppone un coinvolgimento
totale delle proprie capacità e, dove
possibile, la pratica di attività artistiche,
dalla pittura alla fotografia, dal cinema all'architettura,
dalla moda alla pubblicità.
Tentativi o tendenze che dir si voglia, l'estate
di quest'anno è sembrata ospitare, forte
della consueta "disponibilità meteorologica"
al riposo e al recupero della privacy, un orientamento
esteso all'intimismo e all'impegno di cura nei
confronti di se stessi, quale unica strategia
probabilmente possibile per reagire, nel proprio
piccolo, alle grandi questioni e ai temi importanti
che l'umanità si trova a dover affrontare.
Questi ultimi in ogni caso, non vengono abbandonati
neppure in estate: siamo in attesa dei risultati
di una conferenza mondiale che per la prima
volta proprio in questi giorni vede riuniti
in Italia prestigiosi esponenti del mondo della
scienza, dell'economia, dell'etica, pronti a
confrontarsi sulle tre rivoluzioni, ci si augura
foriere solo di effetti positivi, che stanno
per investire il nostro mondo, quella informatica,
quella biologica e quella delle telecomunicazioni,
e a ricercare soluzioni concrete per vincere
la diffidenza che contrassegna la nostra epoca
nei riguardi in particolare della ricerca in
campo biologico.
Al loro dibattito, ci si augura il più
possibile costruttivo, affidiamo una fiducia
residua, sia pure fiaccata dagli eventi tragici
degli ultimi giorni, a che avvengano presto
cambiamenti decisivi, di avanzamento nel percorso
della civiltà, l'unico ancora in grado
di restituirci la dignità che ci appartiene,
come singoli e come parte della comunità
umana.
Donatella L.M. Vasselli