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Intervista a Dott. Roberto Veronesi, Responsabile della Comunicazione di SEAT Pagine Gialle S.p.A. a cura di Barbara Herreros

Questa intervista mira ad analizzare i cambiamenti che sono avvenuti nella comunicazione d'impresa negli ultimi anni. Da una parte si tende ad abbandonare una rigida pianificazione, in favore di una comunicazione globale: comunicare sempre ed in ogni direzione.
Dall'altra, non si parla più di comunicazione interna o esterna, ma di comunicazione integrata, intendendo la comunicazione come un processo che attraversa ogni attività aziendale.

1) Da quando ha iniziato ad occuparsi di comunicazione, quanto e come è cambiato il modo di fare comunicazione d'impresa?

E' cambiato e molto. Si è passati da una differenziazione aziendale di tipo culturale/organizzativo (per cui c'era chi si occupava di comunicare ai clienti, chi alle risorse interne, chi alla comunità finanziaria ecc) a una consapevolezza dell'importanza di fare comunicazione in modo globale, armonico e coerente. Credo proprio che l'aspetto più interessante di questi ultimi anni sia il tema della "globalizzazione" della comunicazione. Globalizzazione intesa come capacità della impresa di comunicare a tutti i propri target valorizzando in modo coerente tra di loro tutte le tipologie di messaggio e di comunicazione. Questo non vuol dire che non occorre più pianificare, anzi bisogna farlo più di prima mantenendo però flessibilità di comportamento per cogliere tutte le eventuali opportunità che si possono presentare, non vuol dire che basta fare rumore tanto per far parlare, ma che se, per esempio, comunico ai miei clienti, devo contemporaneamente pensare ad informare in modo adeguato le risorse umane interne, considerare l'impatto sulla comunità finanziaria, sui fornitori e su tutti i target rilevanti della azienda. No si tratta quindi più di considerare la comunicazione aziendale in modo segmentato e separato tra comunicazione interna, esterna o advertising, ma di avere una visione a 360 gradi degli impatti che ogni azione ha su tutto il "territorio" degli interlocutori aziendali.

2) Dopo qualche anno di grande sviluppo le società di comunicazione e i comunicatori stessi hanno attraversato un momento difficile e di forte crisi. Quali prospettive vede per il mondo della comunicazione e per la comunicazione al servizio delle imprese?

Sono un ottimista di natura e credo che ci siano ampi spazi per società e persone che posseggono competenze adeguate e aggiornate con le esigenze delle aziende. Esigenze di competenza, servizio, partnership, velocità e correttezza.

3) Organizzare la comunicazione all'interno di una grande azienda è senza dubbio molto complesso. Nella sua esperienza, quali sono le maggiori difficoltà che si incontrano e come si superano?

La sfida più grande è quella di far comprendere il valore di una comunicazione globale come prima descritto. Di guidare verso un processo di comunicazione più orizzontale che verticale, di allargare la visione e di stimolare a pensare come e a chi ogni piccolo messaggio o iniziativa può essere correttamente indirizzato e amplificato sui diversi target. I risultati che derivano da questo modo di lavorare sono il modo migliore per superare eventuali ostacoli o difficoltà iniziali ad approcciare il tema in modo più ampio. L'entusiasmo che ne deriva è poi però contagioso e coinvolgente e produce effetti di grande impatto.

4) Si dice che per comunicare efficacemente, occorra farlo sempre, in ogni direzione e in modo personalizzato. Questo vuol dire dare minore importanza al concetto di segmentazione e a quello di target. E' d'accordo?

Assolutamente No. E' un tema complesso e scivoloso, che andrebbe approfondito con diversi livelli di lettura (quale comunicazione? per quale risultato ? A quante persone ? ...) In linea di principio credo comunque che l'identificazione del target (anche se ripeto, sempre più difficile nella attuale società) e la corretta segmentazione sono e rimarranno elementi chiave e insostituibili punti di partenza nel ragionamento di chi fa comunicazione.

5) Del lavoro realizzato fino ad oggi, è soddisfatto dal risultato?

Il lavoro fatto fino ad oggi è senz'altro entusiasmante. Abbiamo lavorato moltissimo proprio sulla capacità della azienda e dei singoli di creare un volano nella comunicazione e nelle sue diverse forme. Ecco così che una iniziativa di comunicazione interna diventa occasione di P.R. e poi veicolo di advertising (per esempio quello che è diventato il libro "volevo una ambulanza per l'iguana di mia sorella" seguito poi da un secondo volume e oggi in fase di completamento il terzo sugli episodi più curiosi e divertenti raccolti sul filo dell'892424); una campagna pubblicitaria viene prima presentata ai propri agenti e venditori, anticipata via mail o internet ai propri clienti, mandata on air e successivamente fatta valutare oltre che da istituti specializzati ancora da agenti e dipendenti; una iniziativa di ridefinizione del packaging di prodotto è occasione di coinvolgimento delle istituzioni e del mondo artistico, ma ancora motivo di coinvolgimento diretto di agenti e dipendenti, di anticipazione ai clienti e alla stampa (è il caso del progetto Pagine Bianche d'Autore). Su questa linea potrei portare molti altri esempi ma credo che il messaggio di base sia passato : globalizzazione e pensiero "orizzontale" per creare sinergia, volano e valorizzazione in tutte le forme di comunicazione.

Barbara Herreros