Chalkdust
Gipsoteca- Discoteca -Stucco- Stacco -Ingessatura-
Bloccaggio
Lavagna - D'ardesia -Segno- Asma - Polvere -Malattie
Polmonari
Infermità - Salute
La polvere di gesso che riempie i miei polmoni
compone nel pensiero cornici stucchevoli e modelli
di conoscenza.
L'in/formazione diviene tale solo nella comunicazione.
Occorre parlare con l'altro o con gli altri.
Lo stucco si sgretola. Meglio con le altre,
creature femminili, più adatte a sostenere
urti e a ridarne. Scrivere non serve a nulla,
pubblicare ancora meno. Vittoria, dalla chioma
come spuma di mare, sa suonare le frasi. Incanta,
con parole incomprensibili.
Partiture di una sinfonia, in cui le interruzioni
delle altre sono "contraltare" di
"uno spettacolo complesso e mutevole".
Creano, nell'incompletezza, input. La pagina
scritta è solamente un enzima. Dal suono
alla metafora nessuno spazio assente. Continuità
come un flusso di liquido caldo nella gola;
un cafè, una tazza di cioccolata o saliva
inghiottita nel bacio a lingua saettante.
Maria, studiosa montessoriana sostiene che la
metafora storicamente individua un livello comunicativo
"superiore". E che in ogni caso, non
esisteva prima di Omero. Non credo.
I cuccioli di scimmia che giocano rotolandosi
sono una metafora di guerra per sopravvivere.
L'adulto perde la metafora e sostiene la sua
violenza per la sua personale sopravvivenza.
La persona femminile, e posso indicare con quest'indicazione
le creature che si riproducono, alternano guerra
e ironia e dunque gioco. Per riproduzione non
intendo le donne matrici, ma le donne che strutturano
modelli di conoscenza condivisibili. Io credo
che solo una mente comune e comunicante possa
biologicamente produrre un probabile modello
di vita sostenibile.
Lo sviluppo occidentale è altra cosa
ha una matrice fissa isterica e messaggera di
stress e contrapposizioni devastanti. Tra gli
ingranaggi d'acciaio perennemente in moto una
moneta sarà sbriciolata.
La tribologia avrà bisogno di tempo,
ma le ruote senza manutenzione , senza lubrificazione,
andranno in obsolescenza.
La consistenza di un'idea, la sua massa volumica,
la sua densità si concretizza nella comunicazione
non verbale. Il suono delle parole muta il significato,
è nei silenzi del gruppo di persone che
dialogano che si fissano le assonanze e le dissonanze
ascoltate o dette. Sentire gli altri parlare
mi dà grande fastidio, sentire gli altri
fonare, mi rilassa. Cosa mi/ci resta di una
pagina appena letta di uno scritto anche faticoso:
la meraviglia, il gusto, il sapore. Non il nome
di un personaggio non i suoi patimenti o sbigottimenti,
bensì lo svaporare d'un pensiero, che
non va mai assolutamente condensato. Per lasciare
spazio a ………..altre altri
altro.
Pippo Davì