Che
cosa si intende per Knowledge Management?Gestione
della conoscenza
Sfortunatamente non ne esiste una definizione
universalmente riconosciuta: sinteticamente
per essa si intende il processo attraverso il
quale le organizzazioni generano valore dalle
loro risorse, e conseguenti attività
intellettuali, e basate sulla conoscenza; in
generale, produrre valore significa anche dividerlo
tra i dipendenti o collaboratori, tra i dipartimenti
e anche con altre aziende, nell'impegno comune
di progettare e realizzare buone pratiche.
Che cosa risulta a fondamento delle suddette
risorse o attività basate sulla conoscenza?
In altre parole in che cosa si identificano?
La loro classificazione varia a seconda del
contesto aziendale in cui vengono praticate,
ma in generale possono distinguersi in due categorie:
quelle esplicite e quelle sottintese. Tra le
prime sono da includere brevetti, , marchi di
fabbrica, ricerche di mercato, liste di clienti,
ovvero tutto ciò che in sostanza può
essere documentato, archiviato e codificato,
spesso con l'aiuto di un supporto tecnologico.
Senz'altro più difficile da afferrare
risulta invece il concetto legato all'implicità
di certi assetts, ossia il patrimonio di conoscenze
possedute dagli individui, che in quanto tacito,
può essere gestito e diviso, anche attraverso
il sostegno tecnologico, ma non è esattamente
identificabile.
Quali benefici possono attendersi le
aziende dal Knowledge management?
Nell'ambito dell'odierna economia dell'informazione,
le compagnie fanno derivare la maggior parte
delle opportunità e conseguentemente
del valore dallo sfruttamento delle risorse
intellettuali: in quest'ottica il Knowledge
management è considerato il fondamento
di un clima di collaborazione. Nello specifico
un efficace programma di Knowledge management
dovrebbe aiutare l'azienda a realizzare una
o più delle seguenti azioni:
- incoraggiare l'innovazione, attraverso
il sostegno alla libera circolazione di idee;
- migliorare il servizio alla clientela attraverso
una congrua razionalizzazione dei tempi di
reazione;
- incentivare i profitti attraverso una collocazione
più tempestiva sul mercato di prodotti
e servizi;
- migliorare la posizione dei collaboratori
riconoscendo il valore delle loro competenze
e ricompensandoli per questo;
- razionalizzare le operazioni e ridurre
i costi attraverso l'eliminazione di processi
ridondanti e inutili.
Un approccio creativo al Knowledge management
può condurre a un incremento dell'efficienza,
della produttività e dei singoli profitti
in ogni operazione di lavoro.
Quali sono le sfide del Knowledge
management?
Spesso le aziende ignorano al loro interno questioni
relative alla cultura e alla valorizzazione
del personale. La necessità di far acquisire
agli individui il concetto di Knowledege nanagement
non dovrebbe essere sottovalutata: in molti
casi ai dipendenti e collaboratori viene richiesto
di rinunciare alla loro conoscenza ed esperienza,
che in realtà costituiscono le vere caratteristiche
che li rendono apprezzabili come individui,
prima ancora che come lavoratori. Una delle
modalità in genere applicate dalle aziende
per rendere partecipi i dipendenti del Knowledge
management è la creazione di un programma
di incentivi economici, il che implica però
che spesso questi ultimi rappresentano l'esclusiva
motivazione a prendere parte al programma, senza
considerare l'importanza dell'informazione,
o conoscenza , cui essi contribuiscono. In altre
parole la gestione della conoscenza (Knowledge
management) dovrebbe costituire un premio in
sé e rendere più facile la vita
dei dipendenti, altrimenti il suo scopo fallisce.
La tecnologia può sostenere
il Knowledge management?
Il Knowledge management non è un concetto
basato sulla tecnologia: le aziende che realizzano
sistemi centralizzati di raccolta dati, portali
Web o altri tipi di strumenti elettronici nell'intento
di mettere a punto programmi efficaci di Knowledge
management, rischiano di perdere tempo ed energie
economiche. Le decisioni relative al Knowledge
management sono basate su tre elementi fondamentali,
ovvero chi (le persone), che cosa (la conoscenza)
e perché (gli obiettivi del proprio lavoro).
Il "come", ossia le modalità
di applicazione, vengono per ultimi. Esistono
in ogni caso applicativi di sostegno alla realizzazione
di programmi di KM: modelli di accesso alle
competenze, programmi di e-learning, chat e
discussione, modelli di interazione sincrona,
ricerca e raccolta dati etc.
Il Knowledge management non è
statico
Ovvero il valore della conoscenza è suscettibile
di modifiche ed evoluzioni, con il trascorrere
del tempo: i contenuti di un programma di KM,
di conseguenza, devono essere costantemente
aggiornati, allo stesso modo in cui risultano
variabili le competenze umane, o lo sviluppo
dei prodotti o della ricerca e innovazione,
o del marketing, allo scopo di mantenersi conformi
ai cambiamenti delle pratiche e dei processi
di lavoro. In questo senso, ancora, un programma
di KM deve andare di pari passo con gli obiettivi
aziendali, ci deve essere una plausibile e sottesa
ragione legata al raggiungimento di certi risultati
in termini di lavoro, per applicarlo
Non tutte le informazioni rappresentano
la Conoscenza
Le aziende in genere hanno cura di seguire e
far proprie tutte le informazioni disponibili
e funzionali al miglioramento dei loro processi,
ma raramente la quantità si identifica
con la qualità:in questo senso, per usare
una metafora convincente, l'intento di un programma
di KM è quello di identificare e disseminare
"perle" di conoscenza, da estrarre
dal "mare" delle informazioni.
Chi dovrebbe essere responsabile della
realizzazione di un programma di Knowledge management
?
Alcune aziende hanno ricavato al loro interno
uno staff appositamente dedicato allo sviluppo
di programmi di Knowledge management, diretto
da funzionari di alto profilo; altre si affidano
a promotori interni all'area in cui il KM viene
implementato.
Giuseppe Monti