Da un'osservatorio a una facoltà
con l'espansione a 25 dei soci dell'UE l'Italia
ha visto allocarsi decisamente a nord il baricentro
dell'unione, quasi ad ulteriore rafforzamento
di quel"northern arch" che ha di fatto
prodotto il modello e la velocità di
sviluppo delle regioni europee caratterizzate
dalla c.d.programmazione dal basso e dal decentramento,
espressioni di una società postindustrialefondata
sui servizi.
Tale società non è certo omologa
a quelle meditteranee che vivono ancora in contesto
prevalentemente agricolo tradizionale, con vocazione
turistica e con attività di ricerca applicata
che pur espressioni di contraddizione convivono
in piena simbiosi. Il nostro paese s'è
venuto a trovare in prima linea con la conseguente
necessità di elaborare una proposta politica
e quindi giuridica economica di cooperazione
d'area per far fronte da una parte alla minaccia
alla sicurezza e dall'altra alla progressiva
desertificazione ambientale ed economico produttiva
, dovuta, fra l'altro alla sempre più
efficace ed efficiente concorrenza internazionale
e alla mancanza di una reale politica di tutela
e di ripresa dell'ecosistema,in tutte le sue
componenti.
la proposta di creazione di un osservatorio,
capace, interalia, di determinare l'indice creando
di coesistenza internazionale-ICI, sviluppodell'indice
di Losanna sulla competitività internazionale
IMD, deve essere tale da consentire attraverso
la sua zione nell'area una comune politica di
attrazione di investimenti e di distribuzione
delle risorse e delle innovazioni al fine primario
di radicare nei paesi d'origine gli attuali
flussi migratori: tale politica elaborata fra
la Farnesina, La Nato, le Nazioni Unite e quindil'U.E.
può avere come obiettivo un comune processo
di crescita e di mediazione culturale atto alla
riconciliazione, al fine di stemperare le attuali
tensioni terroristiche in una condivisa proposta
mediterranea capace di assorbire le tensioni
terroristiche e di far crescere l'area secondo
i principi fissati dalle Nazioni Unite, di sicurezza
nella reciproca stabilità e per la comune
prosperità.
Occorre, quindi, considerare come la globalizzazione
del commercio internazionale, distorta dai massicci
aiuti statale , le nuove direttrici asiatiche
degli investimenti diretti all'estero e l'assunzione
della grande distribuzione mondiale da parte
di pochi buyers che gestiscono fra l'altro nel
cmparto primario l'intero ciclo del fresco,
del freddo, del secco e del trasformatohanno
provocato la minimalizzazione della produzione
agricola regionale ormai trppo cara e disorganizzata
, pur nella forte qualità e in atto poco
proclive alla creazione di filiera di sistema
, con l'eccezione del settore vitivinicolo.
Il fenomeno, che peraltro è ricorrente
in tutti i paesi in transizione e in quelli
mediterranei ha comportato lòa progressiva
depauperazione del ceto medio in tutto l'universo
della prossimita e dell'arco latino.
In tale contesto, la Pubblica amministrazione
in senso lato e l'impresa non può non
avere oggi un compito di indirizzo anche nell'ambito
del confronto competitivo globale che non vuol
dire contrapposizione ma costruzione e applicazione
di regole ancora purtroppo sconosciute fra i
produttori.
Si tratta, quindi, di applicare un modello comportamentale
delle amministrazioni dei paesi mediterranei
funzionale al reinserimento dell'area nel contesto
internazionale, soprattutto delle Organizzazioni
Internazionali, vuoi per fruire degli strumenti
attivi della cooperazione vuoi per sviluppare
un modello originale di consulenza, come per
esempio la creazione di un marchio e di una
protetta qualità del prodotto mediterraneo
e del correlativo servizio.
Una sorta di laboratorio quello da costituire
come osservatorio per asseverare e supportare
il possibile riposizionamento dell'area nel
contesto planetario in relazione sinergica fra
i paesi nuovi vicini.Si tratta di determinare
la nascita di una possibile nicchia di mercato
che un "modello di produzione mediterraneo"
può avere nei confronti dei paesi dello
sciupio vistoso per una parte e dall'altra dei
paesi con economia ancora in transizione.
Quindi, tenuto conto dell'entropia in atto nel
mediterraneo, occorrerebbe, per far riprendere
una originale e funzionale capacità di
concorrenza internazionale al comparto privato
che vuole raggiungere l'obiettivo del "millenium
goal",portare avanti una proposta di paritetico
comune governo delle linee programmatiche dell'economia
mediterranea.
La natura della crisi che l'Europa con i suoi
nuovi vicini sta attraversando presenta due
caratteristiche fondamentali interne:
1-la separazione sempre piùà profonda
dal suo alleato naturale , cui è legata
dal dovere di riconoscenza per la salvezza dal
nazifascismo,dovuta AL CONFLITTO COMMERCIALE
IN ATTO SUI VARI CAPITOLI IN DISCUSSIONE IN
SEDE WTO, ai finanziamenti alle imprese americane
che esportano e al diverso trattamento che gli
USA riservano ai prodotti europei rispetto a
quelli interni o assimilati agli interni e dalla
ingerenza negli affari interni legata alla possibilità
di ascoltare e di giudicare qualsiasi soggetto
non sia omologato od omologabile nell'american
way of life;
2- il disordine che le sue componenti stanno
vivendo per far fronte alla feroce crisi economica
che attraversano, da una parte la Gran Bretagna
che unisce il proprio destino a quello degli
Stati Uniti, dall'altra Francia, Germania, Spagna
e Russia che guardano altrove senza vedere e
una esterna che coinvolge le nuove potenze (
Cina , India, Brasile, Vietnam, Indonesia e
Pakistan che pur facendo da sole, sono ormai
divenute il punto di maggiore attrazione degli
investimenti diretti all'estero, a tutto svantaggio
dei tradizionali mercati di investimento (U.E.
- U.S.A) e dei paesi con economia in transizione
candidati all'allargamento o in attesa di candidatura.
Cosi' come le N.U. e l'U.E. da tempo hanno individuato
i motrivi di tale decadenza e hanno dichiarato
di fatto il superamento economico e quindi giuridico
degli antichi stati- nazioni, trasferendo alle
strutture di base il compito di sovvenire ai
nuovi bisogni della società ormai destrutturata
( comitati di quartieri, comuni, comunità
montane, città metropolitane, consorzi
di comuni, contee, province, regioni e macroregioni
transfrontaliere); libere, queste ultime di
associarsi fra loro in funzione di una potenziale
o di una complemtarietà economica e sociale,
oltre che storica , culturale e cultuale .
L'associazionismo teso a tentare di rinvenire
un applicabile ed ecocompatibile modello di
sviluppo alternativo a quello ormai inefficace
degli antichi stati.
Il federalismo e la riscoperta del modello ateniese
della democrazia diretta ha delegato la realizzazione
di programmi atti a ridurre il divario in termini
di redditoe di qualità della vita fra
i residenti nelle regioni più ricchje
dell'Alta Renania e quelle più deboli
di cui all'obiettivo 1 e 2, alle singole entità
locali, e,
si identifica con la constatazione che la programmazione
dall'alto non riesce a
coniugare le esigenze di recupero economico
con l'inventiva e l'iniziativa dell'imprenditore
privato e con i veri bisogni territoriali.
Il termine inventiva è necessario usarlo
alla luce del fatto che il nostro paese per
la tipicità della propria struttura produttiva
: PMI con non più di nove addetti, nel
94% delle aziende registrate, non è in
grado di impiegare risorse umane nella innovazione
tecnologica,al più e solo nella innovazione
di processo e in quella di prodotto.
Avvenuto il rovesciamento della piramide, non
resta che alle singole entità locali
pubbliche e private concorrere alla progettazione
e alla realizzazione del proprio futuro. Mentre
all'Unione Europea compete l'auspicabile indicazione
degli indirizzi di politica economica che per
molti versi coincidono con quella estera e con
quella del diritto internazionalprivato, all'operatore
territoriale spetta quello di connettere l'attività
commerciale nel senso civilistico del termine
con la propria identità figlia anche
delle proprie origini, rappresentate dai giacimenti
culturalie dalle relative memorie viventi, cosa
di cuil'Italia è ricchissima, cosi' come
le altre regioni mediterranee. Nonostante il
fattoche il nocciolo duro della politica internazionale
dell'Unione Europea si sia strutturato attorno
alle questioni riguardanti la politica economica
e commerciale ( tesa a favorire il libero scambio)
e le azioni di sostegno allo sviluppo economico,
l'agenda contemporanea impone all'Unione di
ricoprire un ruolo piùà incisivoanche
in altre arene politiche: quella della politica
della sicurezza e l'altra riguardante i temi
del dialogo interculturale.
La progressiva interconnessione fra queste diverse
arene evidenzia la necessità di creare
istituzioni e formare risorse umane in grado
di far fronte con un'alta professionalità
e con un adeguato bagaglio culturale, alle sfide
proposte dal moltiplicarsi ed intensificarsi
delle relazioni internazionali, riguardanti
non solo gli scambi economici ( nel cosiddetto
mercato globale), ma anche i processi di interazione
fra culture diverse , al fine di addivenire
ad uno sviluppo partecipativo, solidale, equo
e sostenibile.
Le figure cosi' individuate si vengono a configurare
come assistenti per il marketing d'area.
Tali soggetti si caratterizzerebbero per l'attenzione
che verrebbero a dedicare, inter alia,alle tematiche
relative alla politica estera e di sicurezza(PESC),
dell'Unione Europea.
Prof. Vincenzo Porcasi