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Le acque di Milazzo sono battute dai remi della flotta imperiale di Costantinopoli………

Le acque di Milazzo sono battute dai remi della flotta imperiale di Costantinopoli, mentre una madre viene portata con i suoi figli alla presenza dell'Angiò, il vincitore di Benevento, l'uccisore di Manfredi, la Sicilia si separa dall'eredità sveva e normanna, esce dalla storia e dal Mediterraneo.
La storia di Sicilia è la storia delle madri, propria di una società matriarcale fondata sia sull'amore profano che su quello sacro.
La Sicilia è terra di gioia nell'amor profano, fanno a gara i principi a sposare le fanciulle di Venere che per cinque anni hanno esercitato la Sacra prostituzione nel tempio ericino: quando gli sgherri di Teodosio e del metropolita costantinopolitano distruggevano la biblioteca di Alessandria, e, Tertulliano disceltava sul "de virginibus velandis", a Taormina si componevano i 300 versi del "Pervigilium Veneris". Ma la corposa e pronuba… via dell'amor profano da sola non porta alla piena comprensione di quanto ci circonda e allo stemperamento in esso, per parteciparvi completamente, può essere pratica sportiva, gioco avvincente ma ondivagante E' l'amore sacro, totale e assoluto: amore incondizionato e partecipe che si transustanzia evolvendo cosi' da particolare a universale. Affinchè dalla gioia si possa trascendere al livello "del cielo in una stanza" cioè dell'Amore che è consustanziale a Dio, anche usando le endorfine ottenute per partecipare di esso, l'essere umano ricomposto nell'unità della dualità, deve accorgersi che l'Amore di cui si parla è ben più di gioia: è dolore, è comprensione, é accettazione, è donazione di sé, è rinuncia ma è anche attesa, ricerca della condizione umana e divina: quella della pregnanza, che reca in sé il segno di una nascita che porta impresso altrettanto ineluttabile il segno di una condanna a morte.
Dall'inizio dei tempi il Dio monoteistico è un Dio perfetto e troppo grande per l'uomo, immensamente grande e misericordioso, mentre gli dei dell'olimpo non riescono a uscire dalle mille paure dell'amor profano, l'Altro non riesce ad amare che la sua perfezione.
Ma di tempo in tempo torna il soggetto dell'amor sacro che pur comprendendo quello profano senza per questo sublimarlo lo rende immensamente grande e vivente di vita autonoma.
Egli il Santo é l'Autore assoluto che permette a Colui che è, Dio, il Santo, Santo, Santo, di amare fino al punto da volere dalla Vergine più bella e più pura, il figlio con cui dividerà la natura divina e attraverso l'Amore che li lega nell'assoluto, determinerà anche la natura altrettanto pienamente umana del Figlio.
Come qualsiasi innamorato, il Suo messaggero parla a Maria appellandola come piena di grazia. Il messaggio non è riduttivo o possessivo è considerativo e associativo della speciale natura di Maria, creatura priva del peccato originale, amata amante nella totale accettazione di quel disegno( il mistero del concepimento) senza uguale che porterà l'essere umano a essere figlio di Dio, fratello in Cristo l'uno e l'altro attraverso una delle morti peggiori immaginabili, la crocifissione sconfitta, poi, dalla resurrezione attesa, ma quanto ritenuta possibile dopo l'affidamento al giovane Giovanni elevato al rango di figlio vicario? Ma cosa può essere per una madre partecipare alla crocifissione se non un atto d'amore estremo e assoluto, atteso , meditato e voluto per la successiva resurrezione. Il coraggio di esserci ma di non cedere quando i chiodi si conficcano nel suo cuore: Ancora una volta La madre riceve, con le altre "Pie - perchè amavano LUI vero uomo e vero DIO"- donne, la violenza oscura dell'amore / morte; non uomini a consolarLe - solo un bambino e poi un vecchio che va a riscattare il Corpo, vicini a Loro - hanno nulla da perdere, hanno già perso tutto: l'oggetto- soggetto del Loro amore, Gesù.
La vita per una Donna che ha amato Dio nel mistero del concepimento e quindi il Figlio da Lui ricevuto si è compiuta sin dall'inizio dei tempi. Essa vive in un tempo senza tempo , perché da sempre era scritto che avrebbe schiacciato la testa del serpente: cosa sono alcuni miliardi di anni dalla creazione rispetto all'eternità; nulla meno di una frazione di tempo irrilevante.
Nell'annunciazione e nella conseguente accettazione dell'amore divino, umanamente coglibile nella sua immensità senza retorica, nella pienezza compiuta dello Spirito, dell'armonia universale e della carne, si compendia il destino della Donna Suprema, l'unica degna di ricevere al suo interno la Gioia di Dio che da eterno, si storicizza per creare una nuova eternità, all'interno del mistero trinitario dell'amore, lo Spirito Santo.

In Maria coesistono al momento dell'annunciazione tutte le stagioni dell'amore - eros e thanatos -: concepimento, nascita, contemplazione glorificante, e meditabonda, profezia della disintegrazione totale dell'amore (Simeone nella presentazione al tempio), quando una spada Le trafiggerà il cuore, fino alla resurrezione e all'assunzione in cielo, nuovo compimento in una dialettica contemplazione del figlio e nella femminilissima adorazione del Padre amato amante.
La Donna, la parte ricevente del dono dell'amore è l'Amore stesso. Essa accettando l'annuncio compie una scelta, anzi la scelta che il mondo temporale non potrà più scalfire , Essa è l'altare ed anche la vita, la via e la verità, che germina insieme e sempre rinasce; l'uomo fungibile, per definizione , diviene valore assoluto, perché scelto ed eletto quale unico soggetto identificato e destinato a riprodurre la vita.

L'uomo viene liberato dal tempo reale e assurge a divino e universale, rimanendo fedele ad una certa idea che la Donna scegliendo si è fatta di Lui. Amato figlio dell'amore ricevuto e accettato. Medita Maria le parole alle nozze di Canaan, medita le parole del Tempio, medita sui sermoni della montagna, medita Maria alle parole date all'adultera, medita sui capelli della Maddalena che ama tutto e integralmente del Suo amato senza paura e senza fastidio, la lavanda dei piedi e l'uso dei capelli per asciugarli, ogni e ciascuna parte di sé tende all'amato, su fino al calvario, poi giù fino alla tomba, sono le donne che portano la notizia della resurrezione, quelle stesse che sfidando la decomposizione per amore si portavano da LUI per ungerlo come un RE merita : il RE cioè l' Amato. Re perché amato accettato e ricevuto. Senza altri uomini intorno, l'uomo l'amato era morto,GESU'; gli altri pallide figure fuggiasche e prigioniere di sé. Gesù e prima Osiride, e poi Mitra, senza violenza amano. Là rimasta, la Madre sta attonita e silente insieme alle donne che lo amano . L'amore non ha paura, l'amore che incontra il crocifisso, non è silenzio e non è pianto è orripilante dissacrazione di ogni possibile dignità umana. L'amore disintegrato di una missione fallita quella della vita ricevuta e concepita e poi violata sino alla sua totale negazione "Stabat mater, mater dolorosa, via dolorosa". Ma nulla può accadere a chi ama, in Lei non v'è terrore per i Kaifa di turno come prima per L' Erode, massacratore d'innocenti. Essi esistono non vivono , cioè quando il corpo del Figlio è dilaniato e violato, la madre partecipa dell'impotenza della vita dinanzi alla morte. Sul Golgota muore l'essenza umana di Maria e fa sorgere quella Divina, transustanziazione dell'umano Amore in Divino. Demetra oppressa dal rapimento di Proserpina è antica e vendicatrice nuova Medea. La donna madre amata amante brucia le messi e le ricrea, diviene la Maddalena degli apocrifi che incarna, future stirpi regali, diventa Nostra Signora dello Amore, che rende amor che nullo amato amar perdona, diventa la causa o il principio perché il suo ricordo e la sua nostalgia porta a riverdeLa nelle sembianze che la luce ci mostra, liberando le endorfine necessarie.
La Luce che ci conduce inevitabilmente al mare luogo della vita. Maria, sola da sempre, la madre del Signore, però, non si vendica , non grida, non protesta, ama, riamata; Essa diviene il primo profeta cristiano del Tempo nuovo dopo l'Ascensione del figlio: Fino a quando l'Amore che la chiamò "Piena di Grazia" non la richiama a sé per una eternità nuova ma mai cessata
Viva Maria Piena di Grazia

Vincenzo Porcasi