Il
tango di Peter Pan
La musica del tango scivola, guizza,
promette. Manca qualcosa, un silenzio, eccolo.
Quale significato cerca di indicare ? la fisarmonica
è il respiro del vivente e la chitarra
un incantevole black hole, denso di antimateria,
che precipita attratta da una forza primordiale.
Il pianoforte sottolinea l'ansito, fermato da
rapidi colpi di bacchetta. Avviene una mutazione:
un uccello minuscolo volteggia fremendo sul
cuore d'un fiore, parlano di nutrimento. Il
puntuto becco arancione tocca e non tocca, attratto
e respinto. La farfalla dalle ali multicolori
s'incrocia con l'altra e formano una strana
creatura con quattro petali, otto. Sono prigioniere
del numero pari. Il pentagramma instaura rigore,
salva al suo arrivo dispari un evento bloccato.
Ieri su un banco, in classe, un libro impertinente
(un saggio sulla scuola), è apparso improvviso.
Nel deserto, punteggiato di vettori e schemi
chiusi, è fiorito il cactus.
I petali gialli sfondano gli occhi; qualcosa
avviene.
La lezione riprende nel solito caos, l'interpunzione
inesatta; una disciplina, non mia, funziona
da faro.
La trave incastrata ha una sezione resistente,
calcolabile, ed il processo s'innesta felicemente.
Stanno prendendo nota della soluzione, come
fosse unica; lo so già che sarà
difficile comunicare la variabilità delle
possibili alternative. Si fa strada nelle loro
menti che questa evenienza può essere
costruita.
Anche Alessandro Soffietti, quello coi pantaloni
a livello posteriore bassissimo per mostrare
le mutande firmate, quello che rifiutava qualunque
relazione con il livello insegnamento/apprendimento,
cura il suo quaderno di appunti, scrive chiaramente
e viene a volere conferma se quello che ha scritto
sia esatto. Io lo so che ha solamente copiato
dal compagno più capace. Il suo chiedermi
conferme contiene un metamessaggio: mi dice
'sto cercando una strada'.
Io devo essere forte; la fisarmonica mi avverte
con note alte inquietanti ora aspre ora dolcissime
e sottili. 'Trasforma la frusta in bacchetta
magica!' mi dice 'in nient'altro!'. Non devono
volere bene a me, devono volere bene, al se
stesso che apprende. Qui, l'insegnante deve
sparire, deve ritrarsi. Avviene il sacro. Silenzio
e stupore, assistendo al micromiracolo della
creatura che muta. La lentezza è indispensabile.
Un passo avanti e molti indietro. Una voce rassicura,
è la mia ? è la sua? È
la nostra, in una simulazione di amplesso, nella
sua sequenza di assalto e cedimento. L'idea
del tango viene prima del tango. Nella mente,
esisteva un luogo del tango, una sua zona. Non
importa localizzare dove, per ciascuno è
diverso. 'Varia col tempo e le stagioni?' no
non varia col tempo e le stagioni : si sposta
intorno al suo territorio e traccia delle mappe
continuamente mutanti. Sembra, immanente. L'ombra
si muove e parla, sogghigna e ride: Peter Pan
vive, altrove. Il mitico folletto canta una
sua milonga, dai versi ottonari, volando sulla
baia delle sirene che pizzicano conchiglie chitarre.
Le femminili creature condannate al non sesso,
strette nelle squame d'argento, fanno stridere
le sonore conchiglie paranoiche ed il fanciullo
costretto a sua volta a rimanere eternamente
fanciullo cerca gli ottonari, prigioniero anch'esso
dei numeri pari. La sua ombra intanto sogna
parole nuove : forse Milonga era Kimbunda una
regina africana…..
Giuseppe Davì