Pensiero
Sistemico: perché?
Ogni cosa vien da ogni cosa,
e d'ogni cosa si fa ogni cosa
e ogni cosa torna in ogni cosa…
Leonardo da Vinci
LA COMPLESSITÀ
I problemi che l'umanità si trova a
fronteggiare diventano sempre più resistenti
alle soluzioni, in particolare alle soluzioni
unilaterali.
Si tratta di problemi complessi, ovvero che
coinvolgono numerosi fattori economici, ambientali,
tecnici, politici, sociali, morali: pertanto
la soluzione, per essere efficace, deve tener
conto di tutti questi aspetti, che interagiscono
fra loro.
La tecnologia ci mette a disposizione potenti
strumenti per effettuare interventi mirati:
possiamo far crescere grano nel deserto dissalando
l'acqua marina oppure distruggere con un missile
a testata nucleare un asteroide che minaccia
la Terra.
Ma se proviamo ad affrontare un problema complesso
da una sola angolazione, possiamo conseguire
delle vittorie di Pirro, ossia ottenere un miglioramento
locale, che sposta il problema da qualche altra
parte, nel tempo o nello spazio.
Trasferendoci dalle emergenze planetarie al
nostro quotidiano, riscontriamo che anche la
gestione delle nostre Aziende diventa sempre
più complessa, per la globalizzazione
dei mercati, per il tasso di aggiornamento delle
tecnologie e per l'accelerazione dei cambiamenti
sociali e politici.
E quindi anche nel nostro lavoro ci imbattiamo
spesso in problemi "resistenti" alle
soluzioni specialistiche.
I LIMITI DELL'APPROCCIO SPECIALISTICO
L'approccio tradizionale ai problemi è
di tipo meccanicistico: ovvero, un problema
si analizza componendolo in parti sempre più
piccole, in modo da poterne studiare le proprietà.
Le parti sono la cosa più importante
e da esse si risale alla comprensione del tutto.
Questo orientamento ha guidato gran parte della
scienza e della tecnologia nel nostro secolo;
pertanto è profondamente radicato nel
nostro modo di pensare.
Quando ci troviamo dinanzi ad un problema,
focalizziamo l'attenzione sulla parte che non
funziona e cerchiamo di ripararla, ricorrendo
agli specialisti.
Questo atteggiamento ci porta ad effettuare
interventi settoriali (non privi di efficacia),
ma a ridurre la visione ad un orizzonte limitato.
Questo approccio funziona bene quando il problema
è circoscritto in un ambito ristretto,
ma si rivela sempre meno efficace all'aumentare
delle dimensioni spaziali e temporali, ossia
della complessità.
"Essendo tutte le cose causanti e causate,
aiutate e adiuvanti, mediate e immediate, e
tutte essendo legate da un vincolo naturale
e insensibile che unisce le più lontane
e le più disparate, ritengo sia impossibile
conoscere le parti senza conoscere il tutto,
così come è impossibile conoscere
il tutto senza conoscere particolarmente le
parti."
Pascal
Il pensiero sistemico propone una nuova maniera
di guardare il mondo e l'impresa, per cercare
di dominarne meglio la complessità: considerare
non gli elementi singoli ma l'insieme delle
parti, intese come un tutto unico, concentrandosi
sulle relazioni tra gli elementi piuttosto che
sui singoli elementi presi separatamente.
Il guaio dei nostri tempi è
che il futuro non è più quello
di una volta.
Paul Valéry
Il Pensiero sistemico propone un approccio
concreto e operativo particolarmente adatto
alle organizzazioni.
A differenza della Dinamica dei Sistemi, che
è una disciplina specialistica, il Pensiero
Sistemico può essere adottato proficuamente
da tutti i manager, cioè dalle persone
che prendono decisioni.
Secondo molti questo approccio costituirà
una caratteristica comune dei manager dei prossimi
anni.
Questo approccio favorirà quanti, imprenditori,
uomini d'azienda, quadri o manager, siano interessati
a:
I sistemi complessi sono dovunque (la nostra
azienda, il nostro reparto, un ecosistema, l'economia
mondiale, la nostra città, l'atmosfera
terrestre,..) e noi stessi rappresentiamo forse
il sistema più complesso dell'universo.
I sistemi complessi, pur presenti negli ambiti
più diversi (economico, aziendale, sociale,
psicologico, biologico, fisico, ecc.), sono
però governati tutti da alcuni principi
di base, che vengono a comporre la "Scienza
della Complessità".
Giuseppe Monti