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LA FORMAZIONE COME STRUMENTO PER LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DEL PAESE NEL CONTESTO EUROPEO

Premessa

Prima parte - Fino ad ora
Lo stato delle cose
La formazione
Conclusioni

Seconda parte - Da ora in poi
Verso il cambiamento
L'analisi culturale come proposta formativa
La globalizzazione come opportunità innovativa per la formazione
Basilea 2: una speranza di crescita
Conclusioni: Etica professionale. Strumento di fidelizzazione e di crescita socio-economica

Testi di riferimento

Daniele Boldizzoni, Patrizia Di Pietro (a cura) (1992), La valorizzazione delle risorse umane nelle Banche, La Centrale Formazione, Vicenza
Antonio Gatti, Paolo Maresca (2004), Le banche italiane e il cambiamento, Milano, Franco Angeli
M. Crozier, E. Friedberg (1990), Attore sociale e sistema, ETASLIBRI
Daniele Calamandrei (2004), Organizzarsi per la globalità, Milano, Franco Angeli
Francesco Galgano, et.a. (1993), Nazioni senza ricchezza, ricchezza senza nazione, Il Mulino, Bologna

Il Manager etico
Finanza etica
Il marketing etico
La comunicazione nell'indagine sociologica
Psicologia Generale
Riviste ABI - Bancaria - Marketing
Rivista Basilea 2
Il Sole 24 Ore - Fascicoli: Basilea 2 - IAS - Riforma del Diritto Societario

Premessa

Il mio attuale vissuto professionale si inserisce nello scenario formativo e consulenziale degli Istituti di Credito nazionali. Per cui relazionerò di tal contesto.

I corsi in aula, solitamente residenziali, toccano tutti gli aspetti del lavoro dal livello di base, al professionale, al commerciale, al gestionale. Le metodologie adottate sono diverse, quali: sessioni d'aula tradizionali, tavole rotonde, discussione di casi e simulazioni tecnico-comportamentali.

Da poco tempo, per ragioni meramente contrattuali, si è sviluppata, con un certo scetticismo, l'autoformazione; ovvero, corsi svolti direttamente dal dipendente tramite dispense e supporti informatici.

Prima parte - Fino ad ora

Lo stato delle cose

Nell'ultimo decennio, molte cose sono cambiate nell'impresa e nel mondo del lavoro: l'introduzione di nuove tecnologie, l'emergere di nuovi valori e desideri, le trasformazioni negli assetti strategici e strutturali, la nascita di nuove professioni e ruoli.

Tali cambiamenti, particolarmente profondi nel settore bancario, impongono una profonda revisione delle politiche e delle tecniche utilizzate nella gestione e nello sviluppo delle risorse umane.

Tuttavia, se da una parte, a parole, questo bisogno è ormai largamente sentito e si riconosce che quella umana è, non una, ma la risorsa più critica e strategica per la gestione delle banche, dall'altra le risposte effettivamente date sembrano essere ancor troppo deboli in rapporto alle necessità di cambiamento denunciate.

Anche se si ripete, con convinzione, che la capacità di competere con successo sarà legata alla coerenza di due strategie, quella di rapporto con il cliente e quella di rapporto con il personale, l'approccio alla gestione e allo sviluppo delle risorse umane è, in molti casi, "reattivo", caratterizzato, cioè, da una gestione difensiva volta al mantenimento del clima e del conflitto entro limiti fisiologici, più che improntato alla valorizzazione delle risorse umane ed alla gestione in chiave " proattiva" del potenziale umano.
Bisogna che le banche si ricordino che la tecnologia da sola rimane spesso una "tecnologia dell'inefficienza", oggi più che mai, poiché la qualità del servizio è sempre più essenziale.

La formazione

Nell'attuale turbolenza occupazionale è d'obbligo rilevare l'importanza della formazione; non basta, tuttavia, fare più formazione e formazione "a pioggia".

Per utilizzare proficuamente la formazione, specie nei momenti di forti cambiamenti, occorre valutare a fondo i caratteri e le segmentazioni del mercato del lavoro e correlarli efficacemente con le strategie dell'impresa: due operazioni difficili e ancora poco praticate nel settore bancario.

Paradossalmente, la clientela richiede al personale bancario diverse qualificazioni. Pertanto, non più esecutori, ma professionisti, si dice già da tempo!

Ecco quindi che la formazione, purtroppo spesso considerata come un semplice costo, diventa un vero e proprio investimento. Nell'azienda bancaria la risorsa umana è veramente critica e tale criticità si è accentuata col passaggio ad uno scenario di mercato più competitivo ed imprevedibile che ha reso velocemente obsoleti i precedenti modelli comportamentali e gestionali mettendo in crisi la tradizionale equazione tra esperienza e competenza.

Conclusioni

In sintesi, lo stato attuale delle politiche di gestione delle risorse umane nelle banche, non possono prescindere dalle trasformazioni in atto, a livello strategico, organizzativo ed ambientale: da mercato stabile ed omogeneo a mutevole e complesso; da obiettivi di razionalizzazione e di ricerca dell'efficacia ad obiettivi di cambiamento; da orientamento al prodotto ad orientamento al mercato/cliente; da strutture funzionali a strutture divisionali.

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