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La prossimità e la libera circolazione dei servizi professionali

L'estensione ad est e a sud dell´Unione Europea ha messo in piena evidenza le contraddizioni esistenti fra i vari sistemi economici e i relativi ordinamenti giuridici.

Ciò ha portato all´emergere di una notevole discrasia fra la dichiarata volontà politica degli Esecutivi dei vari paesi e della relativa società civile di realizzare un processo d´integrazione, nella forma di un area di libero scambio, e i risultati concretamente ottenuti.

Il punto è che nell´ottica europea con i paesi nuovi vicini, non siamo più in una posizione di internalizzazione, bensì di tensione verso l´accesso con varie modalità e velocità al mercato interno unico (vuoi per l´atteso prossimo ingresso di taluni di questi: Romania e Bulgaria in primis; vuoi pe le candidature avanzate da numerosi altri a diventare membri permanenti dell'Unione Europea: id est Turchia, molti paesi balcanici in genere, Marocco etc.; vuoi per le speciali relazioni che occorre mantenere con i residui, ma non per questo meno importanti, paesi nuovi confinanti). Sulla base di tali considerazioni non è chi non veda come il progressivo accesso al mercato interno unico necessiti di per sé l´uniformizzazione o meglio, l´armonizzazione dei vari sistemi economici, per altro fra loro complementari (come la politica europea di rafforzamento delle autonomie locali insegna), con la contestuale armonizzazione del quadro giuridico nel quale le apparentemente diverse economie si muovono.

In effetti, non è con provvedimenti normativi di immediata efficacia e obbligatoria attuazione che si disegna un mercato interno progressivamente unico, Bensì con la condivisa accettazione di un processo giuridico capace di tutelare le ragioni dei diversi protagonisti dello scenario in formazione. Sono gli operatori del diritto che, alla luce delle singole fattispecie economiche e finanziarie, immaginano quelle formule che possono consentire la realizzazione degli accordi contrattuali che di volta in volta si vogliono porre in essere, inserendole nel quadro normativo tramite l´uso di strumenti legislativi e giurisdizionali a ciò preposti.

Non solo, ma questo camino verso una ragione giuridica armonizzata non può prescindere da un identico percorso che deve essere compiuto dai singoli appartenenti ai diversi settori economici. In altre parole, il sistema economico vigente nei vari paesi deve subire quelle trasformazioni linguistiche e logico-economico-giuridiche che risultano essenziali per riuscire l´uno l´altro a comprendersi, al fine di dare certezza ai negozi che si vogliono condurre. Ulteriormente occorre tenere conto che la tutela degli interessi economici è rappresentata da velocità giuridiche e linguaggi contabili ancora diversi nelle singole prospettive di applicazione; per esempio della normativa in materia societaria, assicurativa, più genericamente finanziaria, o commerciale, nell´antico senso civilistico del termine, per non parlare poi dei conflitti anche in atto presenti fra l´Europa Continentale, quella Mediterranea e quella del Sud Mediterraneo in termini di statuto personale o di diritto di famiglia.

La necessità di provvedere ai bisogni della clientela tipica del professionista lo spinge ad innovare, ricercando soluzioni idonee, nel pieno rispetto della legittimità che in taluni casi può diventare anche legittimità nel divenire, cioè de lege ferenda. Il professionista basa la sua azione ovviamente si nel rispetto della legge e dei principi contabili ed economici coesistenti, ma di volta in volta si trova ad adattare la teoria generale del diritto, con i relativi criteri applicativi al caso concreto in trattazione, cioè il professionista tutela le ragioni del cliente, mandante, fiduciante, in applicazione degli strumenti che la pratica commerciale, economica, produttiva, tecnologica, gli pone a disposizione, in un certo senso usando il letto di Procuste. Si tratta di un´attenzione verso un progetto di strumento giuridico atto a creare regolare o estinguere rapporti economico-patrimoniali, meritevoli di tutela in quanto rilevanti per la collettività o per i vari soggetti intervenienti. Il primo effetto recettivo è rappresentato poi dalle singole giurisdizioni che avranno potere di conservazione recettizia del negozio atipico sopraveniente ovvero di adattamento al quadro giuridico complessivo sul quale va ad incidere. La tendenza professionale nelle diverse pregnanti scansioni tenderà a privilegiare la giustizia della nazionalità. Ma in un mondo complementare e tendente, per ragioni di concorrenza internazionale all´omogeneizzazione, la giustizia della nazionalità cassa la possibilità di sviluppare le proprie attività attraverso le frontiere, nonostante la politica europea fondante le macroregioni.

Il passaggio necessario è creare un professionista cresciuto nell´ottica dell´essere cittadino della prossimità e come tale, cittadino di un mondo in progressiva unificazione. Il professionista, come qualsiasi altro soggetto, sarà disponibile a crescere nel senso anzidetto, nella misura in cui si sente partecipe di un progetto e, al contempo, si vede riconosciuta vuoi la conoscenza, la capacità, l´efficacia della sua azione, nonché il beneficio sociale conseguente, e quindi il regolamento delle proprie competenze. Solo in tal caso potrebbe essere disponibile a proporre la sua azione al di là e al disopra del principio della nazionalità. In questo senso, si può leggere la storia della giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea alla quale, in progressione, si sono affacciati il professionista, il magistrato nazionale e le singole corti costituzionali, per l'interesse legittimo o il diritto soggettivo, ritenuto meritevole di tutela, ora dall´avvocato, ora dal consulente giuridico ed economico ed in ultimo, dalle diverse forme di società civile organizzate. Infatti, la Corte di Giustizia Europea ha proceduto a sviluppare un ampia giurisprudenza con la quale ha cancellato una serie di norme o di sentenze di rango inferiore, che non tenevano conto della progressiva formazione di un diritto comunitario armonizzato.

Il punto di forza del processo è stato rappresentato dall´urgenza con la quale i magistrati della Corte volevano estendere la propria legittimazione a giudicare e dall´esigenza del professionista di tutelare le ragioni dei propri clienti, in taluni casi anche stati, al di là di un eventuale spirito di conservazione della supremazia nazionale. Naturalmente, le considerazioni che hanno mosso il professionista, sicuramente tecniche, hanno portato alla formulazione di nuovi spazi giuridici armonizzati, divenuti ormai parte della coscienza civile della maggioranza dei cittadini dell´Unione Europea, per altro ancora inesistente sul piano federale. Lo stesso processo potrebbe avere luogo attraverso, per esempio, la creazione di una corte della prossimità, con efficacia in tutti i territori in qualche modo partecipanti.

Certo, lo sforzo elaborativo sarebbe senz´altro molto maggiore, visto che si tratta di armonizzare alla giurisprudenza e alla pratica comunitaria, quella dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, le singole legislazioni nazionali, spesso identificabili solo attraverso l´esame di sovrapposizioni successive, come esempio quella turca, quella israeliana, quella libanese e giordana. Inoltre, l´adesione degli ordinamenti nazionali a diverse famiglie giuridiche - civilistica, common law e sharaitica - comporta la ricerca di elementi comuni nel rispetto dei principi di accesso alla comprensione e all´applicazione degli stessi. Il tema, tale quale, varrebbe per esempio, per i consulenti tecnici del giudice, nonché per i professionisti che ritenessero opportuno adire a tale nuovo strumento. Ciò premesso, si rende necessario che il processo di attrazione a regole pattizie comuni avvenga nei luoghi deputati dalla società civile e per essa dal legislativo.

Mi riferisco in particolare alle associazioni di categoria, alle associazioni di professionisti e, quando presenti, ai relativi ordini. In altre parole, si tratta di creare i presupposti per la parziale estensione all´area della prossimità della Direttiva sui servizi, in corso di maturazione sul piano comunitario, al fine di creare una mobilità professionale basata su una formazione professionale continua, capace di agire nell´intera area considerata. Il presupposto di tale azione è la nascita di un Centro di formazione permanente di eccellenza per gli studi giuridici ed economici nella direzione della ricerca degli elementi comuni piuttosto che di quelli di divergenza, partendo dall'esame delle singole carte costituzionali, in non pochi casi ancora in corso di attuazione. Il premio per la partecipazione potrebbe essere la libera circolazione nell´area della prossimità e in quella Schengen, magari in forme di strumenti professionali multiregionali, delle diverse categorie professionali interessate.

Vincenzo Porcasi