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COME GESTIRE UN PORTAFOGLIO
TITOLI
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le perdite e lascia correre i profitti: un'indicazione
efficace, a mio parere, per iniziare a parlare
del modo di non incorrere in sgradite "sorprese",
investendo sui mercati azionari.
Prima di identificare le strategie possibili,
bisogna premettere che non esistono le formule
per individuare il prezzo giusto di un'azione
o di un asset finanziario: se ciò fosse
possibile, il mercato avrebbe cessato di esistere
e non ci sarebbero scambi, tutti saprebbero a
quale cifra comprare e a quanto vendere.
Se ci sono scambi vuol dire che la gente gode
della libertà di pensarla come vuole sul
valore vero di un'azione o un qualunque altro
asset. Tornando alla gestione del nostro portafoglio,
dovremmo porci come obiettivo principale quello
di controllare le perdite e cercare di guadagnare
il più possibile sulle differenze di prezzo
che ci offre il mercato, all'interno di un arco
temporale definito. Gli strumenti che possiamo
utilizzare sono due:
- Nel primo caso: andiamo sul mercato azionario
(domestico o internazionale) e decidiamo di
acquistare una serie di cinque titoli che nomineremo
A, B, C, D, E, tutte blue chips, per comodità,
tutte quotate sulla borsa di New York, diciamo
che siamo a giugno 2004 e ci diamo una scadenza
gennaio 2006. Un modo più utile per portare
a buon fine l'operazione di cui sopra, è
quello di non comprare titoli ma delle opzioni
call near the money ( con un prezzo di esercizio
vicino al prezzo attuale di mercato del titolo)
con scadenza gennaio 2006. Prima di procedere
oltre facciamo chiarezza con un esempio: il
titolo A quota al 01.06.2004 36,50$, la sua
call a scadenza gennaio 2006 ha un prezzo di
esercizio di 40$ (abbastanza vicino a 36,50$)
e costa 2.65$, ciò vuol dire che oggi
io pago 2,65$ per azione anziché 36,50$,
e che entro gennaio 2006 io posso, ma non devo,
chiedere a chi mi ha venduto la call di darmi
in cambio delle azioni A pagando il prezzo di
esercizio 40$, indipendentemente dal valore
di mercato. In pratica pago ogni azione A 40
+2,65 dollari. Dopo il mese di gennaio la call
scade è non vale più niente. Quindi
se il prezzo di A a gennaio è 41,5$ eserciterò
il mio diritto, pagherò le azioni 42,65$
con una perdita di 1,10$ per azione che sarebbe
stata di 2,65$(quindi superiore) se non lo avessi
fatto. Di conseguenza i casi sono due: a gennaio
2004 A quota un prezzo superiore a quello di
esercizio (40$), oppure no. Nel primo caso esercito
il diritto e vendo le azioni sul mercato, quindi
riduco la perdita o addirittura guadagno se
il prezzo di mercato è superiore a 42,65$;
nel secondo caso non esercito il diritto e perdo
2,65$ circa il 7%. Utilizzando questo
sistema abbiamo definito dall' inizio dell'investimento
quale può essere la perdita massima (7%)
e non abbiamo posto alcun limite alla crescita
dei profitti.
- Nel secondo caso: torniamo al nostro portafoglio
e ai titoli A,B,C,D,E,; non compriamo direttamente
le azioni, ma cerchiamo delle opzioni call su
queste azioni : bisogna fare attenzione al prezzo
della call, alla durata (18,24 mesi) e al prezzo
di esercizio che deve essere abbastanza vicino
al prezzo di partenza dell'investimento. Per
semplificare, scegliamo cinque call con la stessa
scadenza, gennaio 2006 e con lo stesso prezzo
( questa situazione è di difficile realizzazione
nella realtà). Questo significa, a scopo
meramente didattico, che abbiamo i prezzi delle
azioni tutti uguali, ossia 36,50$ , il prezzo
di esercizio o strike a 40$, e il costo dell'opzione
call 2,65$; inoltre stiamo considerando il fatto
di acquistare una call per volta, nella realtà
invece esistono dei minimi da rispettare. A
questo punto, per comprare A,B,C,D,E, devo spendere
2,65$ x 5= 13,25$ invece di 36,50 x 5= 182,50$.
Facciamo un salto temporale fino a gennaio 2006
e supponiamo che il portafoglio non sia andato
bene, quattro titoli su cinque hanno un prezzo
inferiore a 40$, quindi io non esercito i miei
diritti su B,C,D,E e perdo 2,65$ ad azione pari
al 7%. Il titolo A invece è andato bene,
arrivando a 60$, pertanto esercito il mio diritto
e venderò l'azione, guadagnando 60-42,50=17,50$.
Tirando le somme ho perso 10,60$ su B,C,D,E,
ho guadagnato 17,50$ su A, il saldo positivo
è 6.9$, che sull'investimento iniziale
di 13,25$ è pari al 52% realizzato in
18 mesi. Inoltre come gestore non sono stato
molto bravo in quanto ho sbagliato la scelta
di quattro titoli su cinque. Si ricorda a questo
proposito che i contratti call non sono presenti
su tutti i titoli, spesso i prezzi non sono
interessanti, non è facile avere un portafoglio
con le stesse scadenze, ma quello che si intende
comunque dimostrare è la possibilità
di conoscere in anticipo la perdita massima
realizzabile. Qualora non esistessero le call
sui titoli in cui si vuole investire o non ci
fossero delle durate lunghe, io gestore compro
direttamente le azioni sul mercato e per mantenere
il mio obiettivo( taglia le perdite e fai correre
i profitti)i, applico un'altra strategia denominata
stop loss. Tale applicazione risulta abbastanza
facile: generalmente si fissa uno stop loss
pari al 5% sotto il prezzo massimo che ha fatto
il titolo. Ipotizziamo di acquistare il titolo
K a 10$, lo stop loss iniziale sarà 10-10x5/100=9,5$.
Se il titolo arriva a questo prezzo, venderò
senza pietà e utilizzando questo sistema
il mio portafoglio non perderà oltre
il 5%. Se il titolo tocca un altro massimo a
12, il nuovo stop loss sarà a 12-12x5/100=11,4$.
Con questo sistema lascio correre i profitti
e li proteggo alzando progressivamente lo stop
loss.
Queste strategie non garantiscono performance
positive perché si possono scegliere i
titoli sbagliati o il mercato può subire
qualsiasi imprevisto, ma la loro esistenza e relativa
applicabilità dimostra la possibilità
di controllare il rischio, o meglio, di identificare
un rischio prima dell'investimento, e quindi fare
in modo che il cliente possa decidere in relazione
alle sue esigenze se è in grado o meno
di sostenere il rischio medesimo. Un' altra regola
fondamentale prima di investire è decider
quanto si è disposti a perdere; credo che
sul guadagno troveremo sempre un punto di incontro!
Stefano Monti
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